Sarà usata anche dalla Marina dei paesi Nato e dagli Usa
Inaugurata a Taranto una megabase per la marina
Da essa partiranno le truppe per le "zone di crisi"
Ospiterà fino a venti unità da guerra


Con l'entrata in funzione della megabase navale di Chiapparo nel Mar Grande a Taranto, la più grande infrastruttura militare del dopo seconda guerra mondiale, l'Italia aumenta notevolmente i titoli per essere considerata a tutti gli effetti la più grande portaerei "terrestre" che permetterà all'imperialismo italiano, alla Nato e agli Usa di lanciarsi agilmente in nuove avventure espansioniste e colonialiste in Medio Oriente, in Asia centrale e, come ha detto il capo di Stato Maggiore della Marina, "in tutti i teatri di crisi". "Taranto vede così confermata ed arricchita la sua millenaria funzione geostrategica di ponte fra l'Europa occidentale ed il Medio Oriente", ha detto con enfasi il ministro della guerra Martino durante la sfarzosa cerimonia di inaugurazione (il 25 giugno scorso) spiegando che la nuova base permetterà all'Italia e alla Nato (che ne ha cofinanziato la costruzione per un terzo) di "proiettare sicurezza nel Mediterraneo allargato" (sic!)
Nella nuova base della Marina, celebrata persino con l'emissione di un francobollo speciale delle Poste, verranno accolte le nuove unità navali di assalto a cominciare dalla nuova portaerei "Conte di Cavour" che sarà varata il 20 luglio prossimo presso i cantieri navali di Trigoria. Per rendersi conto delle dimensioni della base basta citare alcuni numeri: essa si estende su 60 ettari e comprende 20 banchine, un eliporto, chilometri di strade, una mensa, un parcheggio e una sorta di cittadella dormitorio per chi ci lavorerà, e consentirà l'ormeggio di una ventina di unità navali. Nelle aree in mare, rispetto al progetto originario si sono aggiunte due darsene, quattro pontili, due banchine e impianti di depurazione. La sua costruzione, cominciata nel 1989, è costata oltre 100 milioni di euro e si integra con la base aerea della Marina costruita a Grottaglie.
Ma se la Nato ci ha messo più di un terzo dei finanziamenti è davvero credibile quello che asseriscono Martino e l'ammiraglio Sergio Biraghi che, pur se "i nostri alleati e partner potranno usufruirne", e pur sostenendo di essere "lieti di ricevere gli americani quando ce lo chiederanno" il controllo della nuova stazione aeronavale sarà solo e soltanto italiano? Un dubbio legittimato dal fatto che dalla documentazione apparsa sul sito del Pentagono è dall'ottobre del 2002 che la base di Chiapparo è diventata comando Nato nonché deposito Usa. E secondo quanto rivela Peacelink, il 25 giugno del 2005 è già programmata nella rada di Mar Grande una esercitazione Nato che simulerà l'affondamento di un sommergibile nucleare. Inoltre, pare siano in corso missioni esplorative, e il Pentagono abbia stanziato all'uopo 600 milioni di dollari, per un trasferimento a Taranto nel 2005 della Sesta flotta statunitense ora di stanza a Gaeta. Questo ridislocamento, assieme alla decisione di trasferire da Londra a Napoli, il quartier generale delle Forze navali Usa in Europa, permetterebbe così alle forze Usa di avere tre basi fondamentali in Italia: a Napoli il comando dell'intera area, alla Maddalena i sottomarini nucleari, a Taranto il quartier generale delle forze navali di pronto intervento e probabilmente quello della Sesta flotta.
Del resto l'importanza strategica di Taranto per l'imperialismo americano è confermata dalla decisione presa nel 1998 in accordo col governo D'Alema di collegare la base navale al sistema C4I (comando, controllo, comunicazione, computer e intelligence) della marina Usa per la "interoperabilità dei sistemi tattici" che ha la sua base a San Diego in California.
Il giorno dell'inaugurazione decine di associazioni si sono date appuntamento davanti alla base per un sit-in di protesta contro l'apertura della base, protetta da un impressionante schieramento di forze di polizia.
Tra gli altri vi erano il comitato per i due no (al nucleare e a ogni insediamento militare) in cui confluiscono diverse sigle pacifiste, la Cgil, la Fiom, i Cobas e lo Slai Cobas. C'erano i Network per i diritti globali, i comboniani, gli scout, il comitato contro il nucleare a Scanzano e quello dei genitori dei militari caduti in tempo di pace e delle donne contro la guerra. Molti anche i lavoratori dell'arsenale e dell'Ilva. Assenti invece i partiti della "sinistra" borghese, in particolare i DS. Mentre Rifondazione gli aveva preferito un presidio alla vigilia dell'inaugurazione.
Davanti alla base sono stati srotolati striscioni tra cui "Via le truppe dall'Iraq", "Meno militi più mitili", "Taranto città di pace". "Le servitù militari ci schiacciano", ha denunciato un sindacalista della Fiom che ha inviato un appello al sindaco perché tenga fede all'impegno assunto di dismettere le aree militari.
 7 luglio 2004