Accusati i Borboni per gli scandali di corruzione in Spagna
Gli indignados assediano il palazzo reale

Il 28 settembre si è svolta a Madrid la più importante manifestazione antimonarchica della storia recente della Spagna, accompagnata da proteste in una decina di città spagnole. Il corteo dei manifestanti è arrivato fin sotto le finestre del palazzo reale, protetto con transenne e presidiato da un migliaio di poliziotti, e lo hanno assediato per protestare contro la famiglia reale dei Borboni, investita da scandali e episodi di corruzione.
"Scacco al re" era la parola d'ordine della protesta organizzata da Plataforma 25S, l'organismo composto dai rappresentanti di circa un centinaio di collettivi di indignados, la stessa che lo scorso anno aveva organizzato l'assedio della Camera al grido di "non ci rappresentano".
Dopo la lunga dittatura conclusa con la morte del generale Francisco Franco, i Borboni avevano preso nel 1975 la guida del paese. Lo stesso dittatore nel 1969 aveva nominato come suo successore proprio l'attuale re Juan Carlos che aveva accettato giurando fedeltà al Movimento franchista. Nel 1975 Juan Carlos assunse il potere e per non essere spazzato via accettò di trasformare la sua monarchia assoluta in una monarchia costituzionale. Il consenso che aveva riscosso dai principali partiti parlamentari, dai socialisti ai popolari, e la fedeltà alla casa reale si erano consolidati dopo che nel 1981 era riuscito a frenare il tentativo di colpo di Stato di un gruppo di militari. Nei fatti la monarchia spagnola aveva reso possibile il passaggio indolore dei poteri dal franchismo alla democrazia parlamentare borghese, con la sostanziale impunità dei crimini della dittatura. Un ruolo denunciato dal movimento degli indignados che hanno promosso le iniziative di protesta contro i Borboni e partire dalla condanna per gli scandali che stanno travolgendo la casa reale.
Scandali che colpiscono il genero del re, marito della seconda figlia Cristina, un ex campione di pallamano che da due anni è sotto inchiesta per aver intascato fondi pubblici, grazie anche alla mediazione reale e alla partecipazione complice della moglie. L'inchiesta ha messo anche in evidenza la storia di un prestito per un milione e 200 mila euro di Juan Carlos sempre alla figlia Cristina che ha spinto gli inquirenti a cercare l'origine dei soldi dato che la dotazione annuale del re per le varie spese non arriva a 300 mila euro.
Monarchia e governo sono due facce della stessa medaglia, denunciavano gli indignados nel presentare le protesta del 29 settembre, entrambi "detengono e amministrano un potere che obbedisce ai mercati e si disinteressa dei cittadini. Sono battaglie complementari, entrambe necessarie, soprattutto alla luce degli scandali di corruzione che hanno compromesso la legittimità il ruolo di rappresentanza della famiglia reale". E preannunciavano altre iniziative di fronte al parlamento.

16 ottobre 2013