Sono un centinaio in parlamento
L'esercito degli inquisiti che non molla le poltrone

Sono un centinaio i membri della Camera dei Deputati e del Senato condannati, imputati, indagati e prescritti che sono attualmente in carica, in buona compagnia del resto con numerosi presidenti di regioni, province, sindaci, assessori e consiglieri, a loro volta in compagnia di alti esponenti delle "forze dell'ordine", militari e magistrati: la caratteristica comune è che non ci pensano nemmeno un istante a dimettersi, e questo - pur costituendo un fatto gravissimo per tutti i rappresentanti delle istituzioni borghesi - per i parlamentari nazionali tocca addirittura l'assurdo in quanto sono loro e solo loro ad aver votato la cosiddetta legge anticorruzione.

Reati contro il patrimonio
Molti di questi parlamentari nazionali sono condannati, imputati, indagati e prescritti proprio per reati contro il patrimonio, ovvero quei delitti che maggiormente hanno una strettissima relazione con i reati di tipo corruttivo e che perciò si trovano in aperto conflitto di interessi con la decisione che dovranno prendere. Ciononostante non solo non si dimettono ma hanno votato il disegno di legge che strettamente li riguarda: tanto per fare alcuni nomi si pensi a Pierluigi Castagnetti del PD rinviato a giudizio per corruzione e poi prescritto, a Lorenzo Cesa dell'UDC condannato in primo grado per corruzione aggravata, condanna annullata in appello per vizio di forma, a Cesare Cursi del PDL indagato per corruzione, ad Antonio Del Pennino sempre del PDL che ha patteggiato una pena di 2 mesi e 20 giorni nel processo per le tangenti Enimont e che ad ottobre 1994 ha ancora patteggiato una pena di 1 anno, 8 mesi e 20 giorni per tangenti relative alla Metropolitana milanese mentre veniva prescritto per corruzione. E poi ci sono i parlamentari del PDL Francesco De Luca, attualmente indagato per tentata corruzione in atti giudiziari, Fabrizio Di Stefano, rinviato a giudizio per corruzione, Raffaele Fitto, rinviato a giudizio per concorso in corruzione, falso e finanziamento illecito, Pietro Lunardi, indagato per corruzione, Mario Landolfi, indagato per concorso in corruzione, concorso in truffa e concorso in favoreggiamento mafioso, Salvatore Sciascia, condannato per corruzione alla Guardia di finanza, Giorgio Simeoni, indagato per associazione per delinquere e corruzione, Giancarlo Serafini che ha patteggiato una condanna per corruzione e Marco Milanese, attualmente indagato per corruzione, rivelazione segreta e associazione a delinquere. Anche il PD è ben rappresentato da Antonio Luongo, rinviato a giudizio per corruzione, Paolo Tancredi, indagato per corruzione, e Alberto Tedesco, indagato per turbativa d'asta e corruzione, salvatosi perché la Camera ha negato l'autorizzazione all'arresto mentre l'ex UDC Francesco Saverio Romano è indagato per corruzione.

Reato di associazione a delinquere
Passando al gravissimo reato di associazione a delinquere, oltre ai parlamentari nominati, non si può poi tacere dei parlamentari PDL Antonio Angelucci, indagato per associazione a delinquere, truffa e falso, G. C., condannato in primo grado a otto anni per associazione a delinquere finalizzata alla truffa aggravata, falso, false comunicazioni sociali e bancarotta fraudolenta pluriaggravata, Luigi Cesaro, indagato per associazione camorristica come Nicola Cosentino che si è salvato dall'arresto per il voto della Camera, Antonio D'Alì, rinviato a giudizio per concorso esterno in associazione mafiosa, Sergio De Gregorio, (salvato dall'arresto questa volta dal Senato) indagato per associazione per delinquere, concorso in truffa e truffa aggravata, concorso in bancarotta fraudolenta, Marcello Dell'Utri, condannato per false fatture e frode fiscale, condannato in appello per tentata estorsione mafiosa, condannato in secondo grado a 7 anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa ma annullata con rinvio dalla Cassazione, Giuseppe Firrarello, condannato in primo grado per turbativa d'asta, indagato per concorso esterno in associazione mafiosa (nel '99 il Senato ha negato l'arresto), Giuseppe Galati, indagato per associazione a delinquere, truffa e associazione segreta, Giancarlo Pittelli, eletto con il PDL e ora al gruppo misto che è indagato per associazione per delinquere finalizzata al riciclaggio, Roberto Rosso, indagato per associazione a delinquere e Denis Verdini, indagato per false fatture, associazione a delinquere e abuso d'ufficio. Non si salva nemmeno un partito come l'IDV che ha fatto della moralità pubblica una bandiera perché la sua deputata Anita Di Giuseppe è indagata per abuso di ufficio, turbativa d'asta e associazione a delinquere.
Si aggirano poi nel parlamento figuri come il PDL Renato Farina, condannato in primo grado a 2 anni e 8 mesi per falso in atto pubblico e che ha patteggiato una pena di 6 mesi per favoreggiamento nel sequestro di Abu Omar, Luigi Lusi, eletto con il PD che è indagato per appropriazione indebita e calunnia, attualmente in carcere, Calogero Mannino, eletto con l'UDC e imputato per minaccia a corpo dello Stato nell'inchiesta sulla trattativa Stato-mafia; vi sono poi l'ex magistrato Alfonso Papa del PDL (accusato di concussione, favoreggiamento e rivelazione del segreto d'ufficio nell'ambito dell'inchiesta sulla P4, arrestato e poi rilasciato) e l'ex generale della Guardia di Finanza Roberto Speciale sempre del PDL (condannato dalla Corte di appello militare a 1 anno e 1 mese per peculato d'uso e abuso d'ufficio) a testimoniare che la delinquenza ed il malaffare non è una esclusiva del parlamento ma si annida anche nelle istituzioni giudiziarie, militari e di polizia.

Coinvolti tutti i partiti parlamentari
Infine ci sono i boss politici di primo piano a livello nazionale, caporioni del calibro di Silvio Berlusconi del PDL che ha al suo attivo giudiziario 2 amnistie (falsa testimonianza P2, falso in bilancio Macherio), 1 assoluzione per depenalizzazione del reato attuata dal suo governo (falso in bilancio All Iberian), 3 processi in corso (frode fiscale Mediaset, intercettazioni Unipol, Ruby) e 5 prescrizioni (Lodo Mondadori, All Iberian, Consolidato Fininvest, falso in bilancio Lentini, processo Mills), proseguendo con i leghisti Umberto Bossi condannato a 8 mesi di reclusione per finanziamento illecito, 1 anno per istigazione a delinquere, 1 anno e 4 mesi per vilipendio alla bandiera poi indultati, oggi è indagato per truffa ai danni dello Stato mentre Roberto Calderoli è indagato per truffa dal Tribunale dei ministri, Roberto Castelli è indagato per abuso d'ufficio patrimoniale e Roberto Maroni è stato condannato per oltraggio e resistenza a pubblico ufficiale, il che è addirittura paradossale in quanto dopo la condanna è diventato addirittura ministro degli Interni.
Infine, anche se non si tratta di una condanna penale, si ricordi che Francesco Rutelli, segretario dell'API, è stato condannato in via definitiva per danno erariale dalla Corte dei conti.
Anche nelle regioni il fenomeno dei politici inquisiti o condannati è all'ordine del giorno, a cominciare dai presidenti: quello della Lombardia Formigoni è indagato per corruzione, quello della Puglia Vendola lo è per abuso d'ufficio, peculato e falso, quello dell'Emilia-Romagna Errani è indagato per falso ideologico, quello della Calabria Scopelliti è già stato condannato dalla Corte dei Conti al risarcimento di un milione e trecentomila euro e dalla magistratura penale per omissioni di atti d'ufficio ed ora rinviato a giudizio per abuso d'ufficio e falso ideologico in compagnia del presidente del Molise Iorio condannato in primo grado per abuso di ufficio ed indebita percezione di erogazioni in danno dello Stato, senza parlare dei tanti membri delle giunte e dei consigli regionali, provinciali e comunali in tutta Italia, il che allungherebbe il discorso a dismisura.
Nessuno di questi personaggi nominati si è dimesso né intende farlo, a testimonianza non solo del malaffare che pervade tutte le istituzioni borghesi rappresentative e non solo, ma dell'arroganza dei signori del palazzo che dimostrano ormai con il loro sfrontato atteggiamento che le masse hanno una ed una sola arma per delegittimarli e sconfiggerli: l'astensione elettorale, come correttamente propone il Partito marxista-leninista italiano.

7 novembre 2012