Nell'ammucchiata elettorale ci sarà anche Di Pietro
INTESA TRA ULIVO E PRC PER LE AMMINISTRATIVE
I rifondatori del trotzkismo si sono spostati ulteriormente a destra
Rifondazione a braccetto con l'Ulivo alle prossime elezioni amministrative del 25 maggio quasi ovunque. E dell'ammucchiata elettorale farà parte anche l'Italia dei valori di Di Pietro.
E' il risultato dell'intesa raggiunta nel vertice che si è tenuto all'inizio di marzo fra Bertinotti e l'Ulivo e che fra gli altri temi aveva all'ordine del giorno anche la scadenza elettorale. Allora Rutelli ebbe a commentare che sulle amministrative "si prende atto con soddisfazione di una convergenza quasi generale" ("Liberazione" del 7/3/03).
Adesso che i giochi sono pressoché fatti, si tirano le somme. Le elezioni del 25 maggio coinvolgeranno circa 12 milioni di elettori chiamati a rinnovare due consigli regionali (Valle d'Aosta e Friuli-Venezia Giulia, andranno alle urne domenica giugno), 11 consigli provinciali e circa 500 consigli comunali, di cui 10 di comuni capoluogo.
In generale vi è un'"estensione dell'alleanza fra centro-sinistra e Rifondazione" rispetto al passato, come registra soddisfatto il responsabile per gli enti locali del PRC, Gianluigi Pegolo (della corrente di Grassi), considerando questo "il dato politico più significativo di queste elezioni" ("Liberazione" del 26/4/03).
Nella regione dove vige il sistema maggioritario, il Friuli-Venezia Giulia, l'accordo fra Rifondazione e Ulivo è stato raggiunto sul nome dell'ex sindaco di Trieste, nonché grande industriale, Riccardo Illy, con la lista "Italia democratica". Nella Valle d'Aosta, dove invece vi è il sistema elettorale proporzionale con sbarramento al 6% e il presidente non viene eletto direttamente ma dal Consiglio regionale, il PRC si presenta in alleanza con Verdi, Italia dei Valori e, quello che definiscono, "movimento", in questo caso soprattutto associazioni ambientaliste.
L'accordo è stato raggiunto anche in 11 province su 12. Solo a Massa Carrara Rifondazione corre da sola perché il "centro-sinistra", che è appoggiato anche dai repubblicani, ritiene di avere i numeri per farcela da solo. Le altre province dove invece corre insieme ad Ulivo e Italia dei Valori sono: Roma, Benevento, Foggia, Agrigento, Caltanissetta, Catania, Enna, Messina, Siracusa e Trapani. A Palermo la coalizione comprende anche l'Udeur di Mastella e i girotondi e il candidato è l'esponente della Margherita Luigi Cocilovo, già contestato per vecchie inchieste giudiziarie. Ex democristiano anche il candidato a presidente della provincia di Roma, l'esponente della Margherita Enrico Gasbarra. In genere le poltrone dei presidenti di provincia sono stati spartite fra Margherita e DS. A Rifondazione è stato concesso solo il candidato di Messina, Federico Martino.
Nei comuni capoluogo l'accordo c'è in 6 comuni su 10: Treviso, Vicenza, Sondrio, Pescara, Messina, Ragusa. A Udine per ora la trattativa è aperta. A Rifondazione non è comunque stato concesso neanche un candidato a sindaco. Rifondazione corre da sola a Brescia, Massa e Pisa, sempre per volontà del "centro-sinistra" che ritiene di avere i numeri sufficienti. In particolare a Brescia l'Ulivo non ha nemmeno voluto aprire una trattativa.
Il "centro-sinistra" tenta così di capitalizzare sul piano elettorale i movimenti di lotta che si sono sviluppati in questo ultimo anno, da quello sull'art. 18 a quello contro la guerra all'Iraq, e riuscire non solo a far bottino dei voti di Rifondazione, ma anche a recuperare il crescente astensionismo di sinistra. Ai rifondatori del trotzkismo non par vero e, spostandosi ulteriormente a destra, accettano di buon grado di potar acqua al mulino dell'Ulivo e a quello delle istituzioni borghesi ormai in camicia nera.
Anche dove non vi è stata intesa per il primo turno, già non si esclude, in caso di bisogno, di convogliare i voti di Rifondazione sul candidato del "centro-sinistra" all'eventuale ballottaggio.
Per coprire il proprio opportunismo Rifondazione rivendica di aver fatto accordi di programma che riguardano solo i governi locali. è pur evidente che si tratta di una prova di avvicinamento a futuri accordi elettorali con il "centro-sinistra" in vista delle elezioni europee 2004 e persino delle future politiche.
Questi "accordi di programma" peraltro sono incentrati sul "bilancio partecipativo" accolto con estremo favore dall'intero "centro-sinistra" che vede giustamente in esso uno strumento per ridare credibilità ai governi borghesi locali, creare nuove illusioni elettoraliste, partecipazioniste e parlamentariste fra il proletariato e le masse popolari e giovanili e far crescere i consensi alla propria coalizione. Uno strumento che è già in sperimentazione a Roma, Napoli e Venezia, le grandi città governate da una coalizione Ulivo-PRC, senza che ciò differenzi nella sostanza, ossia da un punto di vista di classe, politico, economico -e sociale, questi governi dagli altri governi locali sia di "centro-sinistra" che di "centro-destra".