Intervento del presidente della Repubblica islamica dell'Iran alla Conferenza sul "Mondo senza il sionismo"
Ahmadinejad: "Israele deve essere cancellato dalla carta geografica"
"Se qualche paese arabo deciderà di riconoscere il regime sionista brucerà nelle fiamme della rabbia islamica"
"Il risultato di secoli di scontri si deciderà nella terra di Palestina". Mentre Gli imperialisti invocano: "via l'Iran dall'Onu", il PMLI solidarizza col popolo e il governo iraniani
Ogni anno il governo iraniano organizza una serie di iniziative di solidarietà con la lotta del popolo palestinese, oltre al continuo sostegno politico e umanitario ai gruppi della resistenza, e di condanna del sionismo colpevole di occupare le terre di un altro popolo e di esercitare l'aparheid, che si concludono con le celebrazioni il 28 ottobre della "Giornata di al Quds", il nome arabo di Gerusalemme. Fra queste iniziative si è tenuto a Teheran il convegno dal titolo "Il mondo senza il sionismo" al quale il 26 ottobre è intervenuto il presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad che ricordando le parole di Khomeini ha ribadito che "come ci ha insegnato l'Imam, l'entità sionista (Israele, ndr) deve essere cancellata dalla carta geografica".
Di fronte a una platea di migliaia di studenti che gridavano "Morte all'America e a Israele" il presidente iraniano ha affermato che il ritiro degli occupanti da Gaza è "un trucco inaccettabile che non può servire a arrestare la lotta contro l'entità sionista"; Ahmadinejad ha denunciato che "la creazione del regime sionista è stata una mossa studiata dagli oppressori contro il mondo islamico" e perciò sulla terra di Palestina "si deciderà il risultato di secoli di scontri" non solo l'affermazione dei diritti sovrani del popolo palestinese sulle proprie terre. Ha perciò avvertito i paesi arabi disposti a riconoscere e allacciare relazioni diplomatiche con Tel Aviv dopo il ritiro da Gaza che "se qualcuno di questi paesi deciderà di riconoscere il regime sionista sotto la pressione del sistema egemonico o per semplice egoismo, brucerà nelle fiamme accese dalla rabbia islamica".
Subito dopo la sua elezione alla presidenza, lo scorso 24 giugno, Ahmadinejad aveva rilanciato la corretta posizione antimperialista della rivoluzione islamica iraniana guidata da Khomeini e sottolineato tra l'altro che ``gli iraniani non sono un popolo ostile o nemico. Io tenderò la mia mano a tutti e m'impegnerò per ampliare le relazioni con chiunque, fatta eccezione per Israele''. Alla conferenza di Teheran ha quindi richiamato le parole di Khomeini contro l'entità sionista che "deve essere cancellata dalla mappa del mondo". Fu Khomeini a istituire la "Giornata di al Quds" e a indire le manifestazioni che ogni anno si svolgono in vari paesi.
Le dichiarazioni del presidente iraniano hanno sollevato un'ipocrita canea imperialista. Il portavoce della Casa Bianca ha preso a pretesto le dichiarazioni di Ahmadinejad per attaccare il programma nucleare iraniano, un programma legittimo che gli imperialisti Usa e Ue in testa vorrebbero bloccare. Il boia sionista Sharon e il suo ministro degli Esteri Shalom hanno chiesto l'espulsione dell'Iran dalle Nazioni Unite e rincarato la denuncia americana affermando che l'Iran si starebbe dotando "di armi nucleari per distruggere Israele". Francia e Italia le hanno definite una minaccia "per la sicurezza globale". Blair ha sollecitato un intervento imperialista.
Il 28 ottobre, per la "Giornata di al Quds", un milione di dimostranti sono sfilati per le vie di Teheran, e in altre città iraniane, bruciando bandiere americane e israeliane e gridando gli slogan di "Morte all'America", "Morte a Israele". Alla televisione iraniana venivano diffuse le immagini dell'Intifada palestinese, delle parate militari di Hamas e degli Hezbollah libanesi, e delle altre manifestazioni nel mondo islamico. Ahmadinejad ha partecipato alla manifestazione nella capitale e ha ribadito quanto espresso al convegno del 26 ottobre: "Sono le parole della nazione iraniana. Loro (i politici occidentali) hanno solo pretese e pensano che il mondo intero si pieghi obbediente a quello che chiedono". Altre manifestazioni si sono svolte a Gerusalemme, Beirut, Bombay e Karaci.
Il Consiglio di sicurezza dell'Onu ha definito le dichiarazioni del presidente iraniano "spaventose e contrarie alla Carta dell'Onu". Il ministero degli Esteri iraniano con una nota del 29 ottobre ha ricordato che "la Repubblica islamica dell'Iran conferma gli impegni internazionali presi in virtù della Carta delle Nazioni Unite e non userà la forza contro nessun paese" e ha definito inammissibile che il Consiglio di sicurezza non abbia mai condannato né le minacce pronunciate da Israele né "le continue atrocità commesse dal regime sionista" contro i palestinesi.
Come non ricordare inoltre che i sionisti di Tel Aviv, che hanno chiesto l'espulsione dell'Iran dall'Onu, hanno fondato Israele con un atto illegale calpestando la risoluzione Onu del 1947 che indicava la revoca del mandato coloniale britannico sulla Palestina e la divisione del paese in due Stati indipendenti. Come hanno calpestato impunemente, con la copertura dell'imperialismo, tutte le altre risoluzioni Onu sulla questione palestinese. Casomai è Israele che dovrebbe essere cacciata dall'Onu.
L'imperialismo ha la memoria corta; alle proteste ufficiali si sono unite dimostrazioni provocatorie come quelle organizzate il 2 e 3 novembre a Roma davanti l'ambasciata iraniana. "Manifestazioni in appoggio al governo fascista, sionista e imperialista del boia Sharon, all'imperialismo Usa del nuovo Hitler Bush e all'Unione europea imperialista". come le ha denunciate il PMLI tramite il messaggio di solidarietà inviato alle Autorità e al popolo iraniani, ai rappresentanti diplomatici e alle associazioni iraniani in Italia e presso il Vaticano.
Nel messaggio, pubblicato integralmente qui a fianco, si afferma inoltre che "Il Partito marxista-leninista italiano è a fianco del Presidente della Repubblica Islamica dell'Iran, del governo e del popolo iraniani che lottano coerentemente e con forza contro l'imperialismo e il sionismo e che sostengono attivamente e in maniera militante l'indomito e martoriato popolo palestinese che lotta strenuamente per la libertà della Palestina".
La guida della rivoluzione iraniana Alì Khamenei il 31 ottobre, in una cerimonia per il mese del ramadan alla presenza delle massime autorità iraniane, ha denunciato che quei paesi che "hanno fatto tanto chiasso" sulle dichiarazioni di Ahmadinejad "sono chiaramente sotto l'influenza del regime sionista" e ha ribattuto alle accuse contro il programma nucleare iraniano affermando che "questa gente ignorante non si rende conto che le armi nucleari non servono per rovesciare regimi. È la resistenza che può distruggere regimi corrotti".

3 novembre 2005