Grave provocazione dei sionisti imperialisti
Caccia israeliani violano lo spazio aereo siriano
Damasco: risponderemo

Nella notte del 5 settembre caccia israeliani provenienti dal Mediterraneo e dalla Turchia hanno violato lo spazio aereo siriano nei pressi di Tel al Abiad, vicino al confine con la Turchia. Una grave provocazione dei sionisti imperialisti denunciata dall'agenzia di stampa governativa siriana Sana che ha reso noto che "le nostre forze di difesa li hanno messi un fuga senza causare perdite umane o materiali". Secondo fonti di Damasco i caccia avrebbero scaricato il loro carico di munizioni sulle aree desertiche nel nord del paese, vicino al confine con la Turchia, prima di lasciare lo spazio aereo siriano.
Il governo sionista non ha né confermato né smentito il raid aereo mentre la risposta del governo di Damasco è arrivata dal ministro dell'Informazione Mohsen Bilal che alla televisione al Jazeera ha affermato: "La Siria rivendica il diritto di determinare la qualità, il tipo e la natura della nostra risposta all'attacco israeliano".
L'ultima incursione aerea israeliana in Siria risale al 5 ottobre 2003 quando alcuni caccia F-16 bombardarono una base del Fronte popolare per la liberazione della Palestina-Comando generale (Fplp-Cg). Ma i jet israeliani hanno sorvolato più volte il territorio siriano per lanciare "avvertimenti" al presidente Bashar Assad.
La Siria e Israele tecnicamente sono ancora in guerra tra loro dato che i negoziati di pace dopo la Guerra dei Sei Giorni nel '67 furono interrotti nel 2000 a fronte del rifiuto dei sionisti imperialisti di restituire le alture del Golan.
Sulla ennesima grave provocazione dei sionisti è spiccato il complice silenzio dell'imperialismo americano. Ma altrettanto complici sono state le parole del presidente del consiglio Romano Prodi che dopo l'incontro del 6 settembre col vicepresidente della Repubblica Araba siriana Farouk Al-Shara all'ospite che denunciava "quello che è successo stanotte dimostra che da parte di Israele c'è stato un attacco deliberato" rispondeva non attaccando il governo di Tel Aviv ma esprimendo "profonda preoccupazione" e invitando alla "calma" per evitare che stati di tensione possano scatenare "reazioni incontrollate".

12 settembre 2007