Clamoroso broglio elettorale
Karzai proclamato presidente dell'Afghanistan
Usa e Ue lo appoggiano

La farsa elettorale delle presidenziali del 20 agosto scorso in Afghanistan era stata così palese che la Commissione elettorale aveva dovuto registrare i numerosi brogli a favore del presidente uscente Karzai, annullare il risultato di 210 seggi per oltre un milione di voti fraudolenti, proclamare che nessuno dei candidati aveva superato la metà dei voti validi e rinviare i due principali avversari, Karzai e Abdullah al ballottaggio. Votazioni già delegittimate dal 60% degli elettori che avevano disertato le urne. Per quasi due mesi si sono svolte dietro le quinte trattative tra i due rivali, di cui non è noto l'esito, fino all'1 novembre quando Abdullah annunciava di non voler partecipare alla competizione.
A tambur battente il 2 novembre usciva un comunicato col quale "la Commissione elettorale indipendente dichiara che Hamid Karzai, che ha raccolto la maggioranza dei voti al primo turno ed è il solo candidato al secondo, è il presidente eletto dell'Afghanistan". Un nuovo broglio elettorale, con tanti saluti alla Carta costituzionale e alla legge elettorale che prevede che il ballottaggio si debba comunque tenere se nessun candidato ha superato il 50% al primo turno.
Tanto è che il 30 ottobre, quando diventavano più forti le voci di un ritiro del concorrente di Karzai, la Commissione elettorale aveva affermato che Abdullah restava in corsa perché erano scaduti i termini per ritirare la candidatura e suggeriva che poteva casomai invitare i suoi sostenitori a non andare a votare. "Le elezioni andranno avanti normalmente", sosteneva il portavoce della commissione elettorale. Solo ventiquattro ore dopo la Commissione proclamava vincitore Karzai.
Con altrettanta rapidità arrivavano le congratulazioni dell'imperialismo americano attraverso una nota dell'ambasciata americana a Kabul nella quale si affermava: "ci congratuliamo con il presidente Karzai per la sua vittoria in questa elezione storica (addirittura!, ndr) e continueremo a lavorare con lui, con la sua nuova amministrazione, con il popolo afghano e con i nostri partner nella comunità internazionale per sostenere il progresso dell'Afghanistan sulla via delle riforme istituzionali, della sicurezza e della prosperità". Gli Usa non dimenticavano il rivale Abdullah, per il quale prevedevano "un ruolo nel futuro del paese". Congratulazioni seguite a ruota da quelle dell'inglese Gordon Brown, dalla dichiarazione congiunta di Francia e Germania, dall'Italia e da Mosca.
Il fantoccio dell'imperialismo Karzai, nel suo primo discorso del 3 novembre, ringraziava i paesi imperialisti, che occupano il paese e tengono in piedi il suo regime con oltre 100 mila soldati, prometteva un governo di larghe intese, fino a una parte dei talebani, e una lotta alla corruzione che ha caratterizzato fra gli altri i suoi precedenti governi.
I talebani confermavano il loro giudizio su Karzai, "una marionetta degli occidentali", e sottolineavano che "la vera decisione sugli affari afghani è stata annunciata in Afghanistan, ma è stata presa a Washington".

11 novembre 2009