Tutti i capigruppo dell'Emilia-Romagna indagati per peculato
Ladri istituzionali
I rappresentanti di PDL, PD, SEL, Lega, UDC, 5Stelle, IDV gozzovigliavano con i soldi rubati al popolo

Può essere definita una vera e propria retata quella che la procura della Repubblica di Bologna ha ordinato ai finanzieri di compiere il 22 ottobre alla sede del Consiglio regionale dell'Emilia-Romagna dove sono stati perquisiti tutti e nove gli uffici dei gruppi consiliari: infatti risale al 2012 l'indagine che i sostituti procuratori Antonella Scandellari e Morena Plazzisotto la supervisione del procuratore Roberto Alfonso e dell'aggiunto Valter Giovannini avevano avviato con l'ipotesi di reato di peculato per vederci chiaro sulle spese dei gruppi, iscrivendo nel registro degli indagati i responsabili dei gruppi PDL (Luigi Giuseppe Villani), PD (Marco Monari), Lega Nord (Mauro Manfredini), IDV (Liana Barbati), M5S (Andrea Defranceschi), UDC (Silvia Noé), Gruppo misto (Matteo Riva), FDS (Roberto Sconciaforni) e SEL-Verdi (Gianguido Naldi).
Il peculato è quel reato previsto dall'art. 314 del codice penale che compie quel pubblico funzionario o quel pubblico impiegato che si appropria o utilizza a proprio vantaggio il denaro o i beni di cui ha disponibilità e che devono essere utilizzati per i fini pubblici dell'ente: insomma, è un modo più solenne per dire "ladro".
E di vero e proprio ladrocinio di chi gozzoviglia alle spalle delle masse popolari si parla: i finanzieri infatti hanno trovato, tra i 39.000 documenti fiscali delle spese sostenute dai gruppi, scontrini per l'utilizzo di bagni pubblici del valore di circa 50 centesimi, asciugacapelli, divani, letti, bottiglie di vino pregiato da oltre 100 euro, salumi, frutta, verdura, penne di lusso tra cui una da 500 euro e pacchetti di caramelle.
Del resto era già accaduto in altri Consigli regionali ed evidentemente le istituzioni dell'Emilia Romagna, che pure si sono sempre spocchiosamente vantate dell'ottima amministrazione, non sono diverse da quelle del resto della Penisola.
Naturalmente le spese di rappresentanza nel 2011 vedono in testa il PDL del pregiudicato n. 1 Berlusconi con 87.000 euro, seguito dalla Lega Nord con 43.000 euro e dal PD con 23.000, ma questo non deve far pensare che la "sinistra" borghese sia meno rapace della destra, semmai è molto più subdola: infatti i piddini sono in assoluto i più prodighi in tema di consulenze e collaborazioni, dal momento che vi dilapidano ben 164.000 euro, e i magistrati sospettano il peggio proprio riguardo alle spese per consulenze.
Infatti, esse sono una marea ingiustificabile, spesso affidate a lavoratori in regime contrattuale di Co.co.pro., sospettate di essere fittizie, con l'aggravante che spesso e volentieri vengono affidate sempre alle stesse persone per decine di volte di seguito consulenze sostanziose.
I magistrati poi vogliono capire se questo mare di consulenze e di collaborazioni di professionisti e di aziende - per quanto inutili o fittizie - riguardino effettivamente il gruppo consiliare oppure il lavoro di partito al di fuori del lavoro in Regione, dal momento che questo si configurerebbe come una vera e propria attività di finanziamento illecito ai partiti.
In questo momento la lente d'ingrandimento dei magistrati è focalizzata sull'attuale legislatura e non su quella precedente del 2005-2010, ed è proprio questo il motivo per cui tutti i nove presidenti dei gruppi attualmente in carica sono finiti sul registro degli indagati.

30 ottobre 2013