Una priorità assoluta
Dare lavoro ai giovani
Insopportabile il 36,2% di disoccupati

Secondo rilevazioni Istat, a maggio il tasso di disoccupazione fra i giovani dai 15 ai 24 anni ha raggiunto il picco record del 36,2% (+0,9 rispetto ad aprile): in altre parole, più di un giovane su tre è in cerca di lavoro. La media europea è del 22,7%. E il dato non tiene conto del sempre più preoccupante numero di "Neet", ossia giovani che non studiano né cercano lavoro.
La disoccupazione in generale è al 10,1%, in leggero calo rispetto ad aprile ma in sostanzioso aumento rispetto all'anno scorso (la stessa Istat avverte che il tasso resta "sostanzialmente stazionario"), e colpisce soprattutto le donne. La media europea è del 10,3%.
Siamo di fronte a un quadro sempre più inaccettabile e disastroso, frutto della crisi del capitalismo e del massacro sociale attuato per salvarlo dal tracollo.
La priorità assoluta è dare un lavoro stabile, a salario intero, a tempo pieno e sindacalmente tutelato ai giovani, ma i provvedimenti del governo Monti-Fornero, vedi le devastanti controriforme delle pensioni, del lavoro e dei tagli, vanno in tutt'altra direzione e rischiano di condannare un'intera generazione a vagare nella giungla dei contratti precari, ricattati e sottopagati, a sognarsi il lavoro stabile, a essere privata dei diritti sul lavoro ed a faticare a costruirsi una vita e un futuro.
Ma tutto questo non stupisce se si pensa che la stessa Fornero - la Marchionne in gonnella del governo - non prova alcuna vergogna nel chiosare che "il lavoro non è un diritto". Il ministro, la cui figlia tra l'altro insegna nel suo stesso ateneo e lavora come ricercatrice sponsorizzata dalla fondazione bancaria (la torinese Compagnia di San Paolo) di cui Fornero era vicepresidente, finge di non sapere che questo è un fatto, in barba alla stessa Costituzione del '48, che i giovani subiscono sulla propria pelle da molto tempo, persino da prima dell'inizio della crisi in corso.
È perciò indispensabile e urgente muovere la piazza e chiedere a gran voce lo sciopero generale di 8 ore con manifestazione nazionale sotto Palazzo Chigi per cacciare il governo della grande finanza, dell'UE e della macelleria sociale prima che possa fare altri danni sulla pelle delle masse lavoratrici, popolari e giovanili.

11 luglio 2012