Studentesse e studenti marxisti-leninisti, lavorate per diventare leader del movimento studentesco
Di Federico Picerni*

La nuova fase della lotta di classe in Italia che si è aperta con la giornata storica del 14 novembre, ha creato una situazione potenzialmente molto favorevole affinché i marxisti-leninisti possano "sfondare" sul fronte operaio e sindacale e sul fronte studentesco, i due fronti che il 5° Congresso nazionale del PMLI ha indicato come essenziali per lo sviluppo nazionale del Partito, è per imprimere alla lotta di classe un salto di qualità.
Le studentesse e gli studenti marxisti-leninisti, militanti e simpatizzanti del Partito, devono essere consapevoli fino in fondo che essi svolgono un ruolo decisivo per radicare il PMLI nelle rispettive scuole e università, nonché nelle organizzazioni studentesche di massa e del movimento studentesco. Si tratta di un lavoro di lunga durata, che richiede una meticolosa e specifica preparazione politica, un confronto serrato con gli studenti, una abilità tattica, una raffinata dialettica, una capacità di coinvolgimento e di stipulare alleanze con l'obiettivo di conquistare l'egemonia e quindi la leadership. Senza di che gli studenti di cui facciamo parte sono sotto il controllo, l'influenza e la direzione di altre forze politiche. Naturalmente la lotta per l'egemonia e la leadership, noi non la dobbiamo condurre come Partito, ma come studentesse e studenti.
È fondamentale muoversi con la bussola delle sette indicazioni sul lavoro studentesco elaborate dal compagno Giovanni Scuderi, la prima delle quali è, appunto: "Assumere nel movimento studentesco una posizione di punta, di avanguardia, facendo però ben attenzione a non sopravanzare di molto la coscienza media delle masse studentesche con cui operiamo". Questa indicazione non ha nulla a che vedere con il leaderismo piccolo-borghese e riformista che, spesso con ambizioni elettorali alle spalle, non fa che danni al movimento studentesco, smorzando il protagonismo e la partecipazione della base che per noi è irrinunciabile.
Per diventare dei leader studenteschi riconosciuti e apprezzati, bisogna dimostrare di averne le capacità politiche e organizzative intervenendo alle assemblee (comprese quelle a carattere nazionale che potrebbero svolgersi nel proprio luogo di studio), stando in prima linea nelle manifestazioni, nelle occupazioni e nelle autogestioni e contribuendo alla loro organizzazione; partecipare attivamente all'elaborazione delle piattaforme con proposte avanzate sia riguardo il movimento studentesco in generale sia riguardo i provvedimenti governativi sulla istruzione e gli studenti e i problemi concreti della propria scuola o università, che vanno conosciuti bene; lavorando nelle organizzazioni di massa (possibilmente in quella riconosciuta dalla maggioranza della propria scuola o facoltà); insomma non lasciarsi sfuggire alcuna occasione per dimostrare di essere degli studenti d'avanguardia e strenui difensori degli interessi generali e particolari delle masse studentesche. Se si lavora in un organismo di massa, a prescindere se già esistente o se promosso da noi (in questo caso dobbiamo comunque aspettare di avere un certo seguito di massa), il nostro tratto distintivo dev'essere sollecitare continuamente la partecipazione delle vaste masse studentesche.
Dobbiamo promuovere la massima unità sulle lotte immediate e i temi che ci accomunano e, allo stesso tempo, contendere dialetticamente l'egemonia alle posizioni riformiste, spontaneiste e movimentiste. Nel lavoro di fronte unito, questi aspetti sono inseparabili: il primo, per legarsi alle masse e concorrere alle soluzioni dei loro problemi; il secondo, per invertire gli attuali rapporti di forza, spostare il movimento su posizioni anticapitaliste e per conquistare alle nostre posizioni gli studenti più avanzati e combattivi. Ad alcuni di loro, nei tempi e modi opportuni, si dovrà proporre la militanza nel PMLI.
Diventare dei leader studenteschi, quindi, non significa soltanto stare alla testa dei cortei, ma anche e soprattutto radicarsi nella propria scuola e facoltà, conquistarne l'egemonia e riuscire a guidarne politicamente e organizzativamente le lotte. La nostra egemonia anche in una sola scuola o facoltà potrebbe imprimere una svolta al movimento studentesco locale. E così acquisire una voce autorevole da far pesare sull'orientamento di quello a carattere nazionale.
Dobbiamo orientare il nostro lavoro studentesco in base alla parola d'ordine: "Scuola e università pubbliche, gratuite e governate dalle studentesse e dagli studenti" che sintetizza la nostra linea studentesca ed è suscettibile di essere apprezzata dalle masse studentesche. Dobbiamo continuare a porre con maggiore forze e convinzione la questione dell'organizzazione del movimento studentesco sulla base delle Assemblee generali incentrate sulla democrazia diretta. Dobbiamo insistere perché il movimento rivendichi e si batta per la caduta del governo Monti. Anche in questo caso, la conquista dell'egemonia di una scuola o facoltà ci aiuterebbe enormemente.
Può capitare che i riscontri del nostro lavoro non si vedano subito. Ma non dobbiamo scoraggiarci, memori dell'incoraggiamento di Lenin: "Gli studenti socialdemocratici (oggi direbbe marxisti-leninisti) non hanno il diritto, come che sia la situazione, di rinunciare a questo lavoro e qualunque difficoltà esso presenti attualmente, qualunque insuccesso abbia subito questo o quell'agitatore in questa o quella università, associazione di studenti..., riunione..., ecc. Il lavoro di agitazione politica non è mai perduto. Il suo successo non si misura soltanto col fatto di essere riusciti subito, immediatamente, ad avere la maggioranza o il consenso ad una azione politica coordinata. Può darsi che non vi riusciremo subito. Ma proprio perché siamo un Partito proletario organizzato non perdiamo la testa di fronte agli insuccessi temporanei, e facciamo il nostro lavoro con tenacia, perseveranza, fermezza anche nelle condizioni più difficili".
Come dicevamo, la nuova fase politica è favorevole, dobbiamo quindi battere il ferro finché è caldo. Guai a perdere un'occasione come questa. Se svolgeremo bene questo lavoro, conquisteremo gradualmente e nel tempo il movimento studentesco alla lotta per l'Italia unita, rossa e socialista.

* Responsabile per il lavoro giovanile del CC del PMLI

5 dicembre 2012