Anche se Pisanu lo nega alla Camera
Sono 'leggi speciali' e noi le rifiutiamo
L'Ulivo di Prodi invece le approva

Il "terrorismo islamico" si combatte ritirandosi dall'Iraq e dall'Afghanistan

Come negli "anni di piombo" contro il sedicente terrorismo "rosso", così oggi contro il "terrorismo islamico" la destra e la "sinistra" del regime neofascista si compattano fino ad apparire indistinguibili, contendendosi l'un l'altra il primato della difesa della "sicurezza" nazionale. Sull'onda emozionale degli attentati di Londra il governo si presenta a Montecitorio annunciando provvedimenti liberticidi e razzisti, vere "leggi speciali" fasciste anche se a parole lo nega, e l'intera Camera nera approva a scatola chiusa, con l'Ulivo di Prodi, Fassino e Rutelli in prima fila a spellarsi le mani negli applausi e solo qualche confuso balbettio della cosiddetta "sinistra radicale" di Bertinotti, Diliberto e Pecoraro Scanio.
Questo in sostanza il significato della seduta parlamentare del 12 luglio, in cui il ministro dell'Interno Pisanu ha illustrato la posizione del governo sugli attentati in Gran Bretagna e le misure che intende adottare per fronteggiare il pericolo di analoghi attacchi anche in Italia. Una seduta da tutti definita "bipartisan", per l'unanimità di consensi che la relazione del ministro ha ottenuto e per il clima di "unità nazionale contro il terrorismo" in cui molti hanno visto analogie con il periodo successivo al rapimento e all'uccisione di Moro. Non per nulla il capo dei gladiatori Cossiga, che di quella stagione che ha aperto la strada alla seconda repubblica neofascista è stato uno dei principali protagonisti, ha così commentato sarcasticamente il discorso del democristiano Pisanu: "Un abile discorso da politico della prima Repubblica, il mio allievo!". Da notare che poco prima la Camera nera aveva dato via libera quasi all'unanimità al rifinanziamento di tutte le missioni militari italiane all'estero (compresa quella in Afghanistan ed esclusa quella in Iraq, votata successivamente a parte), con il voto favorevole dell'Ulivo e i soli voti contrari di Verdi, PdCI e Rifondazione.

Contraddizioni vistose
Pisanu si è presentato in aula con una relazione tanto conciliante e attenta a ingraziarsi il consenso dell'"opposizione" nei toni, quanto dura, razzista e fascista nella sostanza. Basata tra l'altro su vistose contraddizioni che però nessuno si è preso la briga di denunciare: come per esempio quando ha ammesso il fatto - del resto di per sé evidente - che attentati come quelli di Madrid e Londra denotano "la scelta di esportare l'aggressione terroristica dalle tradizionali aree di conflitto etnico-religioso ai paesi dell'Occidente e, in particolare, a quelli più direttamente impegnati in Iraq ed in Afghanistan". Ma poi, quando avrebbe dovuto motivare il suo allarme sul terrorismo che "bussa anche alle porte dell'Italia e di altri paesi europei", ha sorvolato sul fatto che siamo nel mirino del "terrorismo islamico" a causa del nostro impegno militare in questi due paesi occupati, limitandosi ad affermare ipocritamente che "l'esistenza di questa minaccia contro il nostro Paese non è avallata da elementi precisi e inconfutabili. Tuttavia, la valutazione di circostanze e indizi convergenti ci spinge a considerarla possibile".
Ugualmente ha fatto con l'ammissione che "Londra resta ancora oggi una delle città meglio protette e meglio sorvegliate del mondo libero. Dunque ha ragione il Premier Tony Blair quando afferma che tutta la sorveglianza di questo mondo non può impedire simili attacchi". Per poi però - escludendo a priori l'unica decisione che potrebbe allontanare questo pericolo dall'Italia, e cioè il ritiro delle nostre truppe dall'Iraq e dall'Afghanistan - annunciare ulteriori misure poliziesche e giudiziarie "antiterrorismo", soprattutto rivolte contro i migranti e i cittadini di religione islamica, per blindare e rendere "più sicuro" il nostro Paese. Tra cui il "monitoraggio stretto dei cittadini extracomunitari" e la loro espulsione per semplici "motivi di ordine pubblico o sicurezza dello Stato"; il mantenimento e potenziamento dei famigerati Cpt, veri e propri lager per i migranti; il "poliziotto e carabiniere di quartiere", con l'annuncio dell'entrata in servizio di altre 750 unità nei prossimi giorni; l'ulteriore militarizzazione del territorio, con particolare riguardo a trasporti urbani, porti e ferrovie e un più stretto controllo delle frontiere; la piena facoltà ai servizi segreti di "intercettazioni preventive" e di "accesso alle banche dati dei gestori telefonici e telematici", e così via.

Le "leggi speciali" allo studio
Stesso dicasi per la dichiarazione solenne di Pisanu, applaudita a scena aperta anche dal "centro-sinistra": "Dico subito che nessuno pensa a leggi eccezionali. Non possiamo limitare la libertà dei cittadini per combattere i nemici della libertà: se lo facessimo, concederemmo loro un'autentica vittoria". Da lui stesso immediatamente smentita con lo snocciolare una serie di misure liberticide e fasciste allo studio del governo, tra cui: i "colloqui investigativi", vale a dire interrogatori senza la presenza di avvocati oggi previsti solo per la criminalità organizzata, con sconti di pena per chi si convince a collaborare; il permesso di soggiorno da concedere "in premio" a extracomunitari che forniscano informazioni su presunti terroristi, oggi concesso solo a chi denuncia gli scafisti che trasportano i clandestini; l'estensione del fermo di polizia da 12 a 24 ore; l'arresto obbligatorio in flagranza per tutti i delitti ascrivibili a "terrorismo internazionale", compreso il possesso di documenti falsi, nonché l'inasprimento delle pene per le false dichiarazioni alla polizia e per i documenti falsi; la nominatività delle schede dei telefonini, sull'esempio della legge del 1978 che istituiva un archivio degli affittuari di appartamenti, e più severi controlli da parte delle questure sulle autorizzazioni ai corsi di pilotaggio.
E per finire in bellezza il ministro di polizia ha chiesto al parlamento anche di "sagomare meglio" l'articolo 270-bis in modo da poter colpire anche organizzazioni terroristiche internazionali che "presentano strutture labili, gerarchie incerte e programmi sfuggenti": in altre parole una sorta di Patriot Act all'italiana per poter arrestare e condannare presunti terroristi senza prove, sulla base del semplice sospetto, così da aggirare l'ostacolo di giudici troppo scrupolosi come la Forleo: tra l'altro di nuovo insultata quale protettrice dei terroristi nel corso del dibattito in aula.
Se non sono "leggi speciali" queste, allora che cosa bisogna aspettare, lo "stato di guerra" chiesto dai nazisti della Lega? Che tra l'altro, coperti dal neoduce Berlusconi, strepitano per far approvare al governo misure ancor più liberticide, razziste, xenofobe e fasciste? Eppure l'Ulivo non ha fatto una piega all'intervento di Pisanu: Prodi, a nome di tutta l'Unione di "centro-sinistra" lo ha definito "un discorso saggio", e ha annunciato che "nei prossimi giorni esamineremo con apertura e interesse le misure che Pisanu proporrà, nella consapevolezza che la lotta al terrorismo deve vedere unito tutto il paese". Il rinnegato Fassino, nel definire "ragionevoli" le misure fasciste chieste da Pisanu, ha spronato addirittura il governo a "trovare le risorse e gli strumenti per realizzare questa politica" nel Dpef e nella Finanziaria, "a partire da risorse e strumenti per la magistratura e le Forze dell'ordine".

Ritirarsi da Iraq e Afghanistan subito
Particolarmente untuoso e servile è stato l'intervento del capogruppo diessino Luciano Violante, che ha esordito definendo "ragionevole ed ispirato a sensibilità democratica" il discorso di Pisanu, e ha offerto tutta la "disponibilità" della "sinistra" di regime "ad esaminare, senza preconcetti, le proposte del Governo e della maggioranza".
Disponibilità offerta nella sostanza perfino dal narcisista trotzkista Bertinotti, il quale si è limitato a chiedere di vedere "prima i contenuti" delle misure annunciate da Pisanu. In un'intervista comparsa sul "Corriere della Sera" il giorno stesso del dibattito parlamentare, il leader di Rifondazione aveva del resto già anticipato questa posizione pilatesca, definendo semplicemente "sconsolante" e "sbagliata" la politica delle "leggi speciali" per combattere il terrorismo. Salvo poi lasciarsi sfuggire, come di passaggio, che "si possono usare anche politiche repressive, anche un po' di legislazione di emergenza: purché ciò avvenga sostanzialmente nello stato di diritto".
Anch'egli, come ha fatto il rinnegato Violante in aula, nega che ci sia un rapporto tra la guerra in Iraq e gli attentati terroristici nei paesi europei che vi partecipano, così dal dribblare la questione, spinosa per il "centro-sinistra" in rapporto agli umori del suo elettorato, del ritiro immediato delle nostre truppe da quel paese: "No - ha ribadito infatti Bertinotti nell'intervista al CdS - la guerra non genera meccanicamente il terrorismo. Il terrorismo è un soggetto politico autonomo che nasce per scelta strategica. Non esiste una causa che lo genera".
Invece è vero esattamente il contrario. è proprio la partecipazione dell'Italia all'occupazione dell'Iraq e dell'Afghanistan che espone il nostro Paese al pericolo di attentati terroristici, come è già successo per altri due paesi della coalizione imperialista, Spagna (poi ritiratasi) e Gran Bretagna. Per quale altro motivo, all'infuori di questo, l'Italia sarebbe nel mirino del "terrorismo islamico", sennò? Né il governo, né l'Ulivo di Prodi lo sanno spiegare. Altrimenti dovrebbero ammettere che l'unica soluzione per sventare la minaccia terroristica sarebbe ritirarsi immediatamente e incondizionatamente dall'Iraq e dall'Afghanistan, come noi chiediamo con forza. Così come chiediamo che i democratici, gli antifascisti, i pacifisti e tutti gli amanti della libertà insorgano contro le "leggi speciali antiterrorismo" liberticide, razziste, xenofobe e fasciste e si uniscano a noi per combatterle e impedirne la realizzazione.

20 luglio 2005