Letta indagato
Il braccio destro di Berlusconi è accusato di abuso d'ufficio, turbativa d'asta e truffa aggravata

Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta, da dieci mesi risulta iscritto nel registro degli indagati della procura di Potenza per abuso d'ufficio, turbativa d'asta e truffa aggravata.
Insieme a Letta, tra gli altri indagati figurano: Mario Morcone, capo dipartimento per le Libertà Civili e la Immigrazione al ministero degli Interni, e i fratelli Chiorazzo, Angelo e Pierfrancesco, a capo della holding di cooperative "La Cascina" legata a Comunione e Liberazione che ha fatto della "solidarieta" e dei centri di accoglienza per immigrati il suo grande business.
Secondo le risultanze dell'inchiesta, il potente braccio destro del neoduce Berlusconi ha favorito la holding dei fratelli Chiorazzo nell'appalto per l'apertura di un nuovo Centro di Accoglienza per i Richiedenti Asilo politico (C.A.R.A.) a Policoro, in provincia di Matera.
L'indagine è stata avviata dal pm Henry John Woodcock che, dopo aver raccolto una impressionante mole di documenti, verbalizzazioni, intercettazioni, per competenza ha trasmesso il fascicolo al tribunale dei ministri di Roma. Sulla vicenda è intervenuta anche la Cassazione che a luglio scorso ha messo fine a un lungo conflitto di competenze fra le procure di Roma e Potenza attribuendo l'inchiesta alla piccola procura di Lagonegro, in provincia di Potenza, dove opera un solo Pm che fa contemporaneamente il capo reggente e il sostituto.
La notizia, che da mesi circolava nelle redazioni di tutti i quotidiani nazionali, ma che tutti hanno ignorato, è stata resa pubblica il 29 maggio scorso da "La Voce delle Voci" (edizione nazionale del periodico La Voce della Campania) e poi rilanciata sul primo numero de "Il Fatto Quotidiano" il 23 settembre scorso.
In sostanza è stato accertato che in piena emergenza immigrazione il governo decide di aprire a settembre 2008 un nuovo centro per migranti a Policoro in provincia di Matera. Un bel appalto da un milione e 170 mila euro che pochi giorni dopo grazie a un paio di telefonate di Letta viene assegnato alla Auxilium di Senise, presieduta da Pierfrancesco Chiorazzo.
Si parla addirittura di "regia impositiva" svolta da Letta, di "procedura illecita, clientelare e contraria agli interessi della pubblica amministrazione", per aver organizzato l'affidamento diretto della gestione del centro CARA di Policoro a favore della Auxilum.
Insomma, una catena d'interessi, abusi e collusioni, fra la presidenza del Consiglio e i fratelli Chiorazzo e le loro società in veste di monopolisti delle attività economiche connesse all'emergenza immigrazione per ricavarne illeciti profitti che ha "permesso alla Auxilium di ottenere l'assegnazione dell'appalto per la gestione di quel centro ancor prima di aver presentato i documenti e le certificazioni necessarie".
E che si tratti di un business miliardario fatto sulla pelle degli immigrati lo dicono le cifre: ogni ospite "vale" 50 euro di rimborsi pubblici al giorno. Il gruppo La Cascina-Auxilium ha in mano i centri Cara di Bari (circa 1200 immigrati), Policoro (circa 200) e Taranto (400 immigrati, di prossima apertura). Un giro d'affari impressionante che per giunta viene ammantato anche da intenti caritatevoli e solidali. Tanto solidali che i Chiorazzo avevano cercato di ottenere anche la gestione dei Cara di Crotone e Foggia, benché quest'ultimo fosse già gestito dalla Croce Rossa.
Del resto i Chiorazzo vantano molte e altolocate amicizie soprattutto negli ambienti politici vicini alla Curia. Non a caso il fratello maggiore, Angelo, viene soprannominato 'o vaticanista. Organizza gli incontri fra l'ex guardasigilli di Ceppaloni e il cardinal Bertone che sono anche i suoi protettori politici oltre a Giulio Andreotti e Gianni Letta.
Il suo impero costituito dal "Consorzio Gruppo La Cascina" vanta un fatturato annuo che supera i 200 milioni di euro; oltre 6 mila dipendenti (localizzati soprattutto al Sud, quasi la metà); 1 milione 800 mila i pasti erogati attraverso le strutture societarie che coprono una superficie immobiliare di oltre 30 milioni di metri quadrati. Ed è sempre lui uno dei principali referenti al Sud (e non solo) per Comunione e Liberazione, che lavora gomito a gomito con Antonio Saladino, l'altro faccendiere legato a CL e inquisito numero uno della maxi inchiesta Why Not condotta (e poi scippatagli) dall'ex pm di Catanzaro Luigi De Magistris.

28 ottobre 2009