FS licenzia il ferroviere consulente CGIL per la strage di Viareggio

Nei giorni scorsi la società Ferrovie dello Stato ha inviato al suo dipendente Riccardo Antonini la comunicazione di licenziamento per "giusta causa", che secondo l'ente consisterebbe nel fatto che il ferroviere abbia prestato e tuttora presti la propria consulenza gratuita ai familiari della strage di Viareggio del 29 giugno 2009 in cui morirono 32 perone.
Bisogna altresì ricordare che, nell'ambito dell'inchiesta giudiziaria della Procura della Repubblica di Lucca, lo scorso dicembre sono stati emessi 38 avvisi di garanzia a carico di altrettanti indagati tra cui lo stesso amministratore delegato di FS Mauro Moretti oltre a manager e dirigenti di Ferrovie dello Stato, di Rete Ferroviaria Italiana, di Trenitalia, di FS Logistica, di Cima Riparazioni, della tedesca GATX Rail Germania e l'austriaca GATX Rail Austria.
Fra gli indagati figurano soprattutto alti dirigenti delle Ferrovie dello Stato, dal menzionato Moretti all'amministratore delegato di RFI Michele Mario Elia, all'amministratore delegato di Trenitalia Vincenzo Soprano, all'amministratore delegato di FS Logistica Gilberto Galloni, a Mario Castaldo in qualità di direttore della Divisione Cargo. Ecco spiegato il motivo della lettera di licenziamento in cui, lo dichiara lo stesso Antonini, "RFI mi comunica che si è definitivamente compromesso il rapporto fiduciario e per questo vengo licenziato senza preavviso per giusta causa", e questo dopo che il ferroviere era già stato sospeso per dieci giorni in seguito a un richiamo e ad ottobre era arrivata una seconda contestazione disciplinare. Antonini, che ha già annunciato ricorso al Tribunale contro il licenziamento illegittimo, è stato prima consulente di un familiare delle vittime e poi della CGIL, ed in tale qualità ha potuto partecipare agli accertamenti avvenuti nell'ambito dell'incidente probatorio (ovvero dell'udienza antecedente l'inizio del processo in cui si è ricostruita la dinamica dell'incidente) che si è concluso nei giorni scorsi al Tribunale a Lucca, dove c'è stato uno scontro tra esperti: in modo particolare lo scontro è avvenuto tra i periti nominati dal giudice, i consulenti tecnici del gruppo FS e quelli della procura e delle parti offese. Oggetto della contrapposizione è stata la causa dello squarcio nella cisterna carica di gpl che poi esplose.
Antonini ha ricordato di aver ricevuto una lettera di diffida in cui gli si contestava di aver partecipato all'udienza dell'incidente probatorio dell'8 ottobre, quando vennero contestati i consulenti delle ferrovie, e alla manifestazione del Partito Democratico che si è svolta il 9 settembre a Genova, quando venne criticato l'amministratore delegato Moretti.
Da un punto di vista strettamente giuridico bisogna dire che il licenziamento senza preavviso per giusta causa è previsto dall'articolo 2119 del codice civile "qualora si verifichi una causa che non consenta la prosecuzione, anche provvisoria, del rapporto" e la Cassazione insieme alla scienza giuridica hanno esemplificato le circostanze che integrano tale tipo di licenziamento: rifiuto ingiustificato e ripetuto di eseguire la prestazione lavorativa, rifiuto a riprendere il lavoro dopo visita medica che ha constatato l'insussistenza di una malattia, lavoro retribuito prestato a favore di terzi durante il periodo di malattia, sottrazione di beni aziendali, condotta (anche al di fuori delle mansioni lavorative) penalmente rilevante e idonea a far venir meno il vincolo fiduciario, insomma deve trattarsi di fatti gravissimi compiuti ingiustamente e che causino al datore di lavoro un danno materiale o d'immagine mentre al contrario lo svolgimento di una consulenza tecnica nell'ambito di un procedimento giudiziario per l'accertamento di gravissime responsabilità penali non può mai essere considerato un comportamento in violazione di norme giuridiche e quindi Antonini, al quale deve andare tutta la solidarietà del PMLI, potrà ben servirsi dell'articolo 18 della legge n. 300 del 1970 (chiamata anche "Statuto dei lavoratori") per farsi reintegrare immediatamente nell'azienda e nelle sue funzioni.
Al contrario coloro che dovrebbero dimettersi sono i manager iscritti nel registro degli indagati per reati gravissimi, ed in modo particolare dovrebbe farlo l'amministratore delegato Moretti perché con questa sciagurata scelta di licenziamento deve ritenersi venuta meno da parte di tutto il personale delle ferrovie italiane la fiducia in un personaggio che utilizza il proprio ruolo per eliminare coloro che contrastano in modo disinteressato (si ricordi che Antonini ha prestato e continua a prestare consulenza gratuita sia ai familiari delle vittime sia alla CGIL) i suoi interessi a discapito della verità e della giustizia.

7 dicembre 2011