Applichiamo risolutamente la linea del PMLI sull'uso dei social network e concentriamoci sul lavoro di radicamento

di Alba
Il Partito ha chiesto alla compagna Alba di scrivere un articolo sull'uso di Facebook, tenendo presente le indicazioni del PMLI sulla questione e in base alla sua esperienza personale. Qui di seguito pubblichiamo le sue riflessioni, che riteniamo utili per tutto il Partito. Anche se i membri del Partito che erano caduti ingenuamente nella rete di Facebook e che pensavano in buona fede di fare della propaganda per il Partito ne sono già usciti, comprendendo l'errore commesso. Sono rimasti impigliati solo dei simpatizzanti isolati e che non hanno un rapporto diretto e personale con le istanze del PMLI. In quasi tutti i casi sono degli sconosciuti.
Recentemente si è palesato un grave problema relativo l'uso dei social network, in particolar modo l'utilizzo che alcuni militanti e simpatizzanti del nostro amato Partito hanno fatto di Facebook. Non si tratta di una novità; nel passato la Commissione per il lavoro di organizzazione del CC del PMLI, venuta a conoscenza di un uso scorretto fatto delle piattaforme sociali, ha invitato le compagne e i compagni a prendere le dovute precauzioni al riguardo. Nella circolare del 4 febbraio 2009 leggiamo: "Ci è giunta la comunicazione che alcuni militanti del PMLI hanno creato, o fanno parte, gruppi di amici su Facebook. Non sappiamo se tali compagni abbiano concordato questa loro iniziativa con le rispettive istanze o meno. Se non l'avessero fatto devono mettersi velocemente in regola nel rispetto del centralismo democratico. Comunque ci domandiamo se il tempo che impiegano per tale attività non vada a discapito del lavoro politico di Partito e individuale nel proprio ambiente di lavoro, di studio e di vita. C'è il rischio di disperdere delle forze e di sostituire la tastiera al lavoro prioritario, fondamentale e insostituibile tra le masse".
Cosa significa tutto ciò? Che importanza riveste questa indicazione? In primo luogo, Facebook è un social network che, come tutti sappiamo, permette di creare "pagine" o "gruppi" personalizzati che l'amministratore può aggiornare e gestire a sua discrezione. L'amministratore può inoltre "promuovere" determinati "users", membri aventi un account Facebook, ad amministratori che acquisiscono così la capacità di modificare la pagina o il gruppo e a loro volta, nominare altri contatti ad amministratori. Come abbiamo potuto constatare nelle ultime settimane in particolare, se un X compagno o compagna crea una pagina con titolo ad alto e esplicito contenuto ideologico, ad esempio "Movimento Anti-Revisionista" (ignoriamo ad oggi se questa determinata pagina sia stata effettivamente creata da un militante del PMLI, se così non fosse l'esempio è valido comunque per altre pagine create in passato), può scattare un preoccupante e altamente controproducente meccanismo che vede le compagne e i compagni che aderiscono al gruppo o pagina esposti in vetrina e alla mercé dell'ormai famoso sistema di controllo globale effettuato costantemente dal social netwok. Un tale comportamento mostra scarsa conoscenza e comunque un'errata applicazione dello stile di lavoro marxista-leninista e dei principi organizzativi del Partito; in particolare ne va del rispetto del centralismo democratico, della disciplina proletaria e della vigilanza rivoluzionaria.
Come espresso nello Statuto del PMLI, articolo 23: "Il principio organizzativo del Partito è il centralismo democratico. Tutte le direttive del Comitato centrale sono impegnative e vincolanti per tutti i membri e tutte le istanze del Partito, che devono osservare le seguenti regole di disciplina: 1 L'individuo è subordinato all'istanza; 2 La minoranza è subordinata alla maggioranza; 3 L'istanza inferiore è subordinata all'istanza superiore; 4 Tutto il Partito è subordinato al Comitato centrale". In un'altra circolare del 22 giugno 2010 leggiamo: "Scorrendo certe pagine di Facebook, abbiamo visto che ci sono scambi di amicizia tra militanti e istanze del PMLI. In base al centralismo democratico, ciò non è corretto se avviene al di fuori della propria regione. Inoltre costituisce una violazione della vigilanza rivoluzionaria in quanto mette allo scoperto il Partito. Pertanto vi invitiamo a cancellare ciò che c'è da cancellare in coerenza con quanto vi abbiamo detto con la e-mail del 14 giugno 2010 e con quella del 22 settembre 2009". Ciò significa che avere contatti politici tramite Facebook con militanti e simpatizzanti appartenenti ad altre istanze, mette altamente in pericolo l'intera organizzazione e linea organizzativa del Partito. Il centralismo democratico è l'unico principio organizzativo che garantisce vera democrazia proletaria in quanto fa sì che la linea politica del Partito, decisa dai Congressi del Partito, venga rispettata da tutti e che da essa non si allontani nessuna istanza del Partito. Trascurare questo fondamentale principio organizzativo, può indurre a compiere una serie di gravissimi errori in antitesi con lo stile di lavoro marxista- leninista e creare serie contraddizioni sul piano politico e organizzativo. Oltre agli errori commessi "attivamente" e per propria iniziativa, si può rischiare di cadere in errori "passivi", errori ugualmente gravi che non vanno presi alla leggera. Fare parte di tali gruppi o pagine e diventarne addirittura "amministratori" è questione di un click di mouse. Chiunque può infatti "promuovere" un altro iscritto a Facebook a tale ruolo; ne risulta che se non si tiene alta la vigilanza rivoluzionaria si rischia di mettere a repentaglio se stessi e tutto il Partito. Si può incombere in questo tipo di errore per vari motivi; in questa sede ne analizzeremo uno in particolare. Bisogna studiare assiduamente la linea proletaria rivoluzionaria stabilita al 5° Congresso nazionale per sconfiggere le tendenze che in varie forme idealizzano le compagne e i compagni.
Come dice il compagno Scuderi: "Non bisogna avere una visione idealistica del Partito, dei suoi dirigenti, militanti e istanze. Tutti, nessuno escluso, possiamo sbagliare, e per diversi motivi, inesperienza, insufficiente cultura proletaria rivoluzionaria, bassa conoscenza della linea del Partito e della realtà, liberalismo verso se stessi e gli altri compagni". Si può rischiare di idealizzare alcuni compagni più bravi e con maggiore esperienza marxista-leninista di noi. Si tratta di una grave mancanza perché significa non tener ben presenti le parole del Segretario generale e la linea proletaria rivoluzionaria del PMLI stabilita al 5° Congresso ossia che: "tutti possiamo sbagliare"; ciò significa che bisogna mantenere sempre alta la vigilanza rivoluzionaria perché tutti, sia i compagni più giovani e/o inesperti che i compagni di maggior esperienza possono cadere nell'errore; non dobbiamo assolutamente farci trascinare in esso ma bisogna criticare a tempo debito la compagna o il compagno e riportarlo immediatamente a chi di dovere. È di fondamentale importanza tenere presente che il lavoro dei militanti e dei simpatizzanti attivi è, come ha affermato il compagno Giovanni Scuderi: "stare in mezzo alle masse e di interessarsi quotidianamente a fondo e sistematicamente dei loro problemi ed esigenze. L'uso delle tecnologie moderne della comunicazione è utile e necessario anche per noi, ma il contatto diretto con le masse è assolutamente insostituibile e prioritario, non può essere surrogabile dalla tastiera e dalla telecamera.(...) Privilegiamo comunque il megafono alla tastiera".
Sono ben altri i compiti storici dei marxisti-leninisti, combattenti di avanguardia dentro e fuori il Partito. Il PMLI è l'espressione politico-organizzativa più avanzata dell'esperienza accumulata dal proletariato italiano lungo tutta la sua storia; esso è l'unico partito autenticamente marxista-leninista che si batte per il socialismo ideato da Marx ed Engels e realizzato da Lenin, Stalin e Mao. Per realizzare questa epica impresa, per far sì che il PMLI diventi un Gigante Rosso anche nel corpo, dobbiamo impegnarci risolutamente e con dedizione nel lavoro di radicamento ed applicare appieno i 3 elementi chiave, ossia: la concezione proletaria del mondo, la corretta concezione del Partito del proletariato, la conoscenza approfondita della linea generale e della linea di massa del Partito. Per difendere attivamente e concretamente gli interessi delle masse dobbiamo tenere ben chiare le 4 indicazioni per radicare il PMLI e la parola chiave "Studiare, concentrarsi sulle priorità, radicarsi; radicarsi, concentrarsi sulle priorità, studiare". Ciò significa che bisogna impegnarsi concretamente e assiduamente per approfondire la conoscenza della realtà in cui siamo presenti ed operiamo ed interpretarla, sulla base del materialismo storico e dialettico e della linea proletaria rivoluzionaria del PMLI. Solo seguendo i 3 elementi chiave e le 4 indicazioni per radicare il PMLI, è possibile smascherare il nemico politico principale a livello nazionale e locale e rappresentare la vera opposizione di classe. Come ha detto il compagno Scuderi, nel Rapporto a nome dell'Ufficio politico al 5° Congresso nazionale del PMLI: "È dura la militanza marxista-leninista ma è la cosa più bella e più proficua che possa fare chi vuol dare il massimo contributo al progresso sociale e all'emancipazione del proletariato e dell'intera umanità. Proprio perché è così dura che è difficile conquistare nuovi militanti, eppure dobbiamo insistere nel proselitismo dirigendolo verso il proletariato e le masse studentesche". La gloriosa impresa di abbattere il capitalismo e la classe dominante borghese che da sempre sfrutta e opprime il proletariato, richiede enormi sacrifici e una grande preparazione culturale e politica marxista-leninista. Compito fondamentale e imprescindibile dei marxisti-leninisti è di radicarsi nel proprio ambiente di lavoro, di studio e di vita, affinché il proletariato acquisisca coscienza di classe e lotti sotto la direzione del suo Partito per rovesciare la vecchia società e costruirne una nuova, il socialismo.
Tutti insieme teniamo sotto tiro il governo Monti, il governo della grande finanza, della Ue e della macelleria sociale. E ciascuna istanza di base il governo locale, che sia della destra o della "sinistra" borghese, compresi quelli arancioni.
Non lasciamo dunque che un solo minuto delle preziose energie militanti marxiste-leniniste vada sprecato in attività inutili e altamente controproducenti come quelle dei social networks e concentriamoci sul lavoro di radicamento per fare del PMLI un Gigante Rosso anche nel corpo!
Avanti con forza e fiducia verso l'Italia unita, rossa e socialista!
Coi Maestri e il PMLI vinceremo!

23 novembre 2011