Napolitano firma il lodo Alfano
Immunità per il neoduce Berlusconi
Calpestata la Costituzione
La terza repubblica prende forma
Con 171 voti a favore (Pdl, Lega e Movimento per le Autonomie), 6 astenuti (Udc) e 128 contrari (PD e Italia dei Valori), il 22 luglio, a soli venticinque giorni dalla sua approvazione in consiglio dei ministri, il cosiddetto "lodo Alfano", l'immunità per le quattro alte cariche dello stato, è stato definitivamente approvato dal parlamento nero.
Grazie soprattutto all'opposizione di cartone del cacasotto Veltroni e del nuovo Vittorio Emanuele III Napolitano che, dopo aver autorizzato la presentazione del disegno di legge alla Camera il 2 luglio lo ha anche controfirmato nel giro di poche ore e senza battere ciglio, il nuovo Mussolini Berlusconi si è messo definitivamente al riparo da tutte le conseguenze processuali pendenti che lo riguardano: prima fra tutte il processo Mills in corso a Milano dove rischiava un'imminente e quasi certa condanna per corruzione in atti giudiziari; e l'inchiesta inerente l'alleanza segreta fra Mediaset e la Rai di Agostino Saccà avviata dalla procura di Napoli nell'autunno 2007 in cui Berlusconi è implicato in un'altra vergognosa storia di tangenti, fatturazioni gonfiate e costituzione di fondi neri all'estero utilizzati per la corruzione dell'ex direttore di RaiFiction, di istigazione alla corruzione del senatore Nino Randazzo, eletto per il "centro-sinistra" in Oceania, e per il mercimonio di altri senatori della Repubblica implicati "in altri episodi non ancora identificati".
La nuova legge ad personam prevede che per tutta la durata della carica siano sospesi tutti i processi penali - anche per fatti antecedenti all'assunzione dell'alta carica - nei confronti del capo dello stato, del premier e dei presidenti di Camera e Senato e ne sospende i termini di prescrizione vietandone però la reiterabilità anche nel caso di una successiva investitura delle cariche o delle funzioni.
In realtà si tratta di un vero e proprio golpe istituzionale che di fatto cancella con una legge ordinaria tutte le garanzie democratiche contenute nella prima parte della Costituzione e apre la strada alla terza repubblica neofascista anche sul piano giudiziario. Non a caso il capogruppo dell'Idv Felice Belisario lo definisce un "aborto giuridico e politico" e, pur non portando a fondo la sua critica contro la terza repubblica neofascista ispirata dal "Piano di rinascita democratica" della P2 di Gelli, durante la dichiarazione di voto in Aula, rivolgendosi a Berlusconi ha affermato: "Signor presidente del consiglio... o, se preferisce, signor numero 1816 della loggia P2, il disegno del suo ispiratore si sta compiendo: impunità a vita, magistratura insultata e chiamata fogna, informazione a suo servizio e con il bavaglio, immunità parlamentare, limiti alle intercettazioni. Questo è oscurantismo, nebbia che cerca di far deviare le nostre coscienze".
Mentre Veltroni balbetta di "scelta autoritaria" perché "la maggioranza ha deciso di procedere con fretta su questa delicata materia" e difende a spada tratta il capo dello Stato che di fatto ha salvato Berlusconi perché: "si tratta di un atto dovuto - ha commentato Veltroni - Napolitano poteva intervenire solo in caso di manifesta incostituzionalità della legge" invece ha svolto il suo compito con il "consueto equilibrio".
Ecco perché Berlusconi, sicuro che l'opposizione e Napolitano non avrebbero mosso un dito per fermarlo, nelle settimane precedenti aveva annunciato a più riprese che non si sarebbe avvalso dell'altro obbrobrio giuridico inserito alla chetichella nel pacchetto sicurezza che blocca i processi per 18 mesi. I 5 anni di immunità garantiti dal lodo Alfano sono molto meglio.
Altro che "i cittadini sono tutti uguali di fronte alla legge"!
Altro che "Un testo sobrio e ben calibrato nonché in linea con le norme di altri ordinamenti occidentali" come ciancia il Guardasigilli Angelino Alfano!
L'immunità che porta il suo nome per conto di Berlusconi non esiste in nessun altro paese del mondo. Lo afferma lo stesso Ufficio studi del Senato in una brochure di circa duecento pagine che analizza la nuova legge in cui fra l'altro si legge: "Nelle Costituzioni dei paesi membri dell'Unione europea e degli Stati uniti il capo del potere esecutivo e i ministri possono essere legalmente chiamati a rispondere delle loro azioni in sede penale e civile". Solo per quanto riguarda i capi di stato la sospensione dei processi penali fino alla scadenza del mandato istituzionale è prevista in Grecia (art. 49 della Costituzione), in Portogallo (art. 130) e in una repubblica presidenziale come la Francia, dove fu introdotta nel 2007 attraverso una revisione costituzionale e non, come in Italia, con legge ordinaria. Nessuna immunità invece in Germania, dove i membri del governo sono processabili sempre e comunque per qualsiasi reato. Lo stesso accade in Gran Bretagna mentre negli Usa la Costituzione non contiene alcun riferimento esplicito all'immunità del presidente e del vicepresidente, che possono essere sempre sottoposti ad "impeachment" (come accaduto nel '99 a Bill Clinton). Il presidente americano ha a sua disposizione solo il "privilegio dell'esecutivo" che lo protegge dal fornire informazioni che possono mettere a rischio la sicurezza nazionale.
Tutto ciò mentre Napolitano continua a insistere sulla "ripresa del dialogo fra maggioranza e opposizione" perché ora si deve procedere alla "grande riforma" della giustizia preannunciata nei giorni scorsi da Berlusconi e già "calendarizzata in autunno" dal ministro della Giustizia e che prevede la completa sottomissione del potere giudiziario al potere politico (riforma del processo civile, di quello penale, del sistema carcerario, ma anche separazione delle carriere e modifiche al principio dell'obbligatorietà dell'azione penale) proprio come auspicato dalla "grande riforma" di Craxi e dal piano della P2. Su questo fronte, è l'auspicio del Guardasigilli: "speriamo di trovare con noi molti settori ragionevoli dell'opposizione"; anche perché la minaccia di Napolitano "le riforme devono andare avanti, l'alternativa al dialogo è il nulla" va proprio in questa direzione.

10 settembre 2008