Londra
Mezzo milione di manifestanti in piazza per dire "no ai tagli pubblici" di Cameron
Fischiato il discorso del nuovo leader laburista Miliband

Dal corrispondente della Cellula "Stalin" di Londra del PMLI

Sabato 26 marzo si è svolta a Londra una grande marcia di protesta contro i pesanti tagli alla spesa pubblica effettuati dal governo antipopolare e liberista del conservatore Cameron. La "marcia per l'alternativa", come è stata chiamata, è stata organizzata dalla Trade Union Congress (Tuc) associazione sindacale a cui aderiscono le maggiori organizzazioni del lavoro britanniche, prime fra tutte Unite e Unison. Secondo gli organizzatori in 500 mila hanno raggiunto Londra da ogni parte della Gran Bretagna per gridare il proprio no alla macelleria sociale del governo Cameron, preoccupati per il loro posto di lavoro, già tagliato o a rischio, dell'inflazione che falcidia il potere d'acquisto e della riduzione degli stipendi. Studenti, pensionati, e molte famiglie con bambini e anche giovani hanno dato vita ad un colorato, festoso e pacifico corteo, che si è mosso al grido "no ai tagli senza se e senza ma" dalla zona centrale di Embankment sul Tamigi, e attraversando il Parlamento e Trafalgar, ha proseguito per una delle vie del lusso, come Piccadilly, per sfociare in Hyde Park Corner. Il corteo è dunque sfilato in prossimità del Parlamento e Bukingham Palace che erano protetti da imponenti cordoni di polizia.
Si è trattato della più grande marcia dopo quella del 15 febbraio 2003 quando 2 milioni di manifestanti marciarono per le strade della capitale per cercare di fermare la guerra in Iraq voluta dall'ex premier laburista Tony Blair. Infatti i prudentissimi sindacati britannici che avevano organizzato la manifestazione con 6 mesi di anticipo come alternativa a uno sciopero generale (che in Gran Bretagna è di fatto illegale per le leggi anti-sindacali della Thatcher) avevano previsto un afflusso di 250 mila manifestanti. Ma alla fine ne sono arrivati il doppio.
Un gruppo si è staccato dalla manifestazione e autonomamente ha invaso Oxford Street e Piccadilly Circus per dare vita ad azioni dirette contro le filiali di compagnie accusate di non pagare le tasse, come Topshop, MacDonald, Dorothy Perkins, il Ritz Hotel in Piccadilly Circus e alcune banche della zona. Il bilancio degli scontri tra manifestanti e polizia è comunque pesante, 211 manifestanti fermati o arrestati e alcune decine di feriti.
Parlando dal palco, in Hyde Park, destinazione finale del corteo, il segretario della Tuc, Brendan Barner ha intimato al governo di fermare l'assalto ai servizi pubblici. A seguire l'intervento del nuovo leader laburista Ed Miliband, che però ha dovuto incassare la sonora contestazione della piazza, insoddisfatta della prudenza di un'opposizione che alla campagna di tagli del governo Cameron ha contrapposto un programma anch'esso di tagli alla spesa pubblica, solo più lenti e "soft". A dimostrazione della profonda distanza che divide il mezzo milione di britannici scesi in piazza e il partito che ne vorrebbe carpire i consensi.

30 marzo 2011