Alla manifestazione nazionale del 25 Aprile 1994 a Milano
Una grande e storica diffusione de "Il Bolscevico"
di Nerina "Lucia" Paoletti
 
Una delle più grandi diffusioni di massa de "Il Bolscevico" è stata quella che ha avuto per teatro la manifestazione nazionale per il 25 Aprile svoltasi a Milano nel 1994, promossa dall'Anpi e dalle altre Associazioni di partigiani.
Vi parteciparono 500 mila manifestanti, moltissimi i giovani e i giovanissimi, provenienti da tutta Italia. La pioggia torrenziale non riuscì a raffreddare la loro contrarietà al triumvirato Berlusconi-Fini-Bossi, che aveva appena vinto le elezioni politiche. Bossi e la Lega Nord, che pensavano di accreditarsi come antifascisti, furono fischiati ed espulsi dalla manifestazione.
La folta delegazione nazionale del PMLI diretta dal compagno Dario Granito era composta da compagne e compagni campani, abruzzesi, toscani, lombardi e piemontesi. Tra essi c'erano Claudia Del Decennale, Franco Di Matteo, Ernesto Guidi, Simone Malesci, Monica Martenghi, Emanuele Sala, Andrea Cammilli, Alessandro Casalini, Antonella Casalini, Laura Ciompi, Lisa Fantechi, Vladimiro Forte, Irene Giusti, Franco Panzarella, Nerina "Lucia" Paoletti, Edoardo Partise, Patrizia Pierattini, Loris Sottoscritti, Angelo Urgo, Dino Vannucchi, Tullia Veroni, Vincenzo Falzarano, Ferruccio Panico.
Tutti i membri della delegazione, a parte quelli della seconda linea, avevano al collo il fazzoletto rosso del PMLI e sulla fronte una striscia con la parola d'ordine principale del Partito, nel corpetto mostravano il numero speciale sulla Resistenza che riportava in prima pagina il manifesto del PMLI con le parole d'ordine A morte la seconda repubblica neofascista, No alla pacificazione tra antifascisti e fascisti, con in mezzo un grosso fotomontaggio in cui si vedevano appesi per i piedi Berlusconi, Fini e Bossi per ricordare ciò che accadde a Piazzale Loreto di Milano dopo la Liberazione con le salme di Mussolini e di altri gerarchi.
A questo proposito va ricordato, come riferirà una cronaca del "Corriere della sera", che il 18 aprile Gianfranco Fini "era andato dal capo della polizia Parisi, con una copia de 'Il Bolscevico' sotto il braccio". L'estensore dell'articolo, Francesco Verderami, che aveva intervistato Fini così commentava: "'No alla pacificazione' titola il giornale, con un montaggio della famosa foto di Piazzale Loreto. E al posto di Claretta e Benito, a testa in giù ci sono Berlusconi, Bossi e Fini".
Il manifesto del PMLI fece scalpore e dette molta noia alla destra e alla "sinistra" del regime neofascista. Il 26 aprile viene pubblicato in prima pagina, sullo sfondo del Duomo, da "Il Giornale" diretto anche allora da Vittorio Feltri, e in cronaca di Milano su tre colonne con questa didascalia: "Alla faccia della pacificazione. Ecco uno dei manifesti affissi sui muri della città".
La procura di Vercelli aprì un procedimento penale in seguito al sequestro del manifesto disposto dal comandante dei vigili urbani di Borgosesia, sequestro che è stato poi annullato. A Napoli, l'allora sindaco Bassolino ordinò la defissione del manifesto da tutti i muri della città. Ad Atena Lucana (Salerno) circolò la voce che Forza Italia avesse presentato una denuncia per diffamazione contro ignoti che avevano affisso il manifesto sui muri della cittadina.
In Piazza Signoria a Firenze durante la celebrazione dell'Anniversario della Liberazione alla presenza dell'allora capo dello Stato Scalfaro, alcuni militanti del PMLI che innalzavano il manifesto e diffondevano "Il Bolscevico" che lo riportava furono identificati dai carabinieri, in divisa e in borghese, che cercavano a più riprese di impedire l'esposizione del manifesto.
Alla manifestazione di Milano furono diffuse 500 copie de "Il Bolscevico" sulla Resistenza da tre squadre di diffusori dirette dalla compagna Monica Martenghi e dai compagni Dario Granito e Emanuele Sala.
Per ricordare l'evento pubblichiamo qui accanto un rapporto interno di Nerina "Lucia" Paoletti, scomparsa improvvisamente e prematuramente il 6 aprile 2006. In questo rapporto "c'è tutta Lucia" con il suo spirito, i suoi sentimenti, la sua spontaneità, le sue espressioni semplici ma vere, la sua determinazione, soprattutto il suo grande amore e la sua fiducia verso il PMLI, la causa e le masse.
 
Il viaggio in treno non è stato fra i migliori. Il ritorno, molti compagni l'hanno dovuto fare seduti lungo i corridoi del treno, con la stanchezza e il fradicio della pioggia che avevano addosso è stato un po' il colpo di grazia. Comunque ce l'hanno fatta tutti a tornare a casa sani e salvi.
Per quanto riguarda le nostre due squadre di diffusori è stato un po' "un macello", perché il corteo non partiva mai da Piazza Medaglie d'Oro. Dopo essere stati più di un'ora e mezzo fermi sotto l'acqua, fitti come sardine, senza poter essere operativi, abbiamo preso la decisione di andare avanti percorrendo "a serpente" il lunghissimo corteo fermo, per arrivare in tempo in Piazza Duomo.
La pioggia aumentava e non ci dava tanto modo di vendere "Il Bolscevico" di più di quello che invece avremmo voluto fare.
Comunque i giornali sono stati venduti bene e accolti abbastanza bene, quello che è stato disastroso è il fatto che non potendo stare fermi in un unico punto e dovendo muoverci veloci lungo il corteo non c'era la possibilità né di ripararsi né di potere "pettinare" di più il corteo.
Comunque è andata bene lo stesso. Abbiamo dato 118 giornali in due squadre, che non è poco in quelle condizioni.
La pioggia torrenziale non ci ha certo fermati, anzi ci stimolava a tener duro, ad andare avanti, sfidando tutto e tutti, compreso il tempo. Il morale è stato sempre alto, nonostante tutto.
I compagni, in complesso, erano caricati al massimo e questo ha dato più incitamento alla diffusione e a tutto il lavoro della missione politica che il nostro Partito si era prefisso.
I nostri obiettivi sono stati tutti raggiunti. I 2 cartelli erano ben visibili nella bella piazza Duomo affollata, le bandiere del Partito sventolavano con molta energia. Le foto in piazzale Loreto sono state fatte, avevano tutti la bandiera del PMLI in pugno. In totale abbiamo venduto forse più di 500 giornali, e quindi il nostro giornale è circolato con fierezza fra le masse.
Le nostre parole d'ordine sono state recepite abbastanza bene, specie: Berlusconi, Bossi e Fini farete la fine di Mussolini, abbiamo cantato spesso Bandiera Rossa e Fischia il vento, coinvolgendo gli altri manifestanti, specie quando siamo rimasti fermi quell'ora e mezzo sotto la pioggia, non ci potevamo muovere da quanto eravamo fitti.
Tutti i compagni delle delegazioni (eccetto quelli che si sapeva) erano presenti a questo combattivo appuntamento. Quando ci siamo ritrovati con i compagni delle altre città abbiamo esultato di gioia nel vederci tutti sani, che non era successo nulla a nessuno, anche questo è stato un bel traguardo.
La manifestazione, svoltasi in condizioni così disastrose causa la pioggia, era molto decisa e ferma nella lotta contro Berlusconi.
Le masse erano consapevoli del momento politico che il Paese sta attraversando e recepivano la nostra denuncia della seconda repubblica neofascista, volevano con la loro determinazione affermare il diritto alla libertà conquistato 50 anni fa e volevano con la loro presenza testimoniare con fermezza che per questo erano decisi a tutto, senza stare a pensare a tanti discorsi di pacificazione con i fascisti, tanto raccomandati dalle istituzioni e da Occhetto, beffardo e traditore delle masse.
Il clima era di grande unità e combattività antifasciste, non è vero che la pioggia avrebbe spento le polveri del 25 Aprile, anzi! Io personalmente sono rimasta entusiasta del clima e della determinazione delle masse che sfidavano veramente il cielo per affermare il diritto, urlandolo, alla libertà.
Dal punto di vista della diffusione del giornale, nonostante i miei timori iniziali, quando ho visto la prima pagina de "Il Bolscevico", su possibili pericoli di provocazioni che potevano accadere ai compagni, sono stata smentita in pieno dagli avvenimenti opposti, nel senso che il giornale è stato accolto benissimo, e se ci fosse stato il sole non si sarebbe riportato nulla a casa. Errore di valutazione non piccolo.
È stato un vero successo da parte del nostro Partito, una sventola al sistema capitalistico e a Berlusconi. È andato tutto nel migliore dei modi.
È vero che quando le masse si muovono decise, non le ferma nessuno.
Io personalmente ringrazio il Partito per avermi dato un'altra occasione di essere in mezzo alle masse per attingere sempre più forza da esse per sfidare le montagne più alte che dovremo scalare.
L'organizzazione del Partito è stata ottima, e tutto ha funzionato bene grazie alla responsabilità militante di ogni singolo compagno.

9 dicembre 2009