Da Serre ad Acerra a Terzigno duro monito ai governanti: rispettate la volontà popolare. Patto di mutuo soccorso con i comitati "No Dal Molin" e "No Tav"
Oltre quindicimila da tutta Italia a Napoli per la difesa della salute e dell'ambiente
Chieste le dimissioni di Bertolaso, la fine del commissariamento, la raccolta differenziata porta a porta, il riutilizzo dei rifiuti, la cancellazione delle megadiscariche e dell'incenerimento
Squallide manovre dei dirigenti trotzkisti del PRC per arginare il PMLI e il moto di indignazione contro gli inquinatori Prodi, Bassolino, Bertolaso, Iervolino e Di Palma
Redazione di Napoli
Nel tunnel putrido e velenoso, senza apparente via d'uscita in cui i governanti hanno rinchiuso 6 milioni di campani, è arrivata, finalmente, una boccata d'ossigeno e di speranza. Per denunciare le scelte criminali di 14 anni del Commissariato di governo all'emergenza rifiuti, sabato 19 maggio, in oltre 15mila hanno manifestato per le vie del capoluogo partenopeo, rispondendo in massa all'appello della "Rete nazionale rifiuti zero" e dei "Comitati campani per la difesa della salute e dell'ambiente".
Un risultato per nulla scontato, visto che la maggior parte dei mass-media aveva oscurato l'importante evento e la questura di Napoli aveva provato a vietarlo con la scusa di una contemporanea parata militare dei bersaglieri. Chi voleva zittire la rivolta contro i responsabili politici di una calamità "artificiale" dalle proporzioni gigantesche, ha fatto male i conti. Alle 15,30 al concentramento in piazza Garibaldi ci sono delegazioni da tutta Italia, dalla Basilicata, dal Lazio, dalla Toscana, dal Piemonte, dal Veneto, da Palermo, Taranto, Roma, Vicenza, Torino, Aprilia. Ci sono le delegazioni dei grandi movimenti popolari "No Tav", "No Dal Molin", "No Ponte", ma anche quelli che stanno nascendo in tutta Italia contro gli inceneritori, i rigassificatori, le centrali termoelettriche, tutti uniti in un "patto di mutuo soccorso". C'è il Coordinamento dei comitati della Piana (Prato, Pistoia, Firenze), tra cui il "Comitato Ambiente" di Casale (in provincia di Prato), il "tavolo delle associazioni" di Forlì, il Comitato contro la centrale a carbone di Malagro in provincia di Roma e quello contro le antenne di Radio Vaticana.
In testa al corteo c'è "di diritto" il Comitato "Valle della Masseria" di Serre (Salerno) che in questi giorni si è battuto coraggiosamente contro i diktat neofascisti di Prodi, Amato, Bassolino e Bertolaso. Sfilano con le magliette autoprodotte dietro una bellissima gigantografia dell'oasi naturalistica di Serre-Persano che non vogliono diventi l'ennesima magadiscarica "illegale", dietro di loro il comitato contro il mega-inceneritore di Acerra, con il comitato donne "29 agosto" che informa sulla drammatica situazione igienico-sanitaria e denuncia: "la nostra città è stata condannata a morte da governi infami".
Serre e Acerra, sono un'immagine da conservare nella memoria di questa storica giornata, due comunità che i signori del palazzo vorrebbero vedere l'una contro l'altra armate, e che invece, nonostante i manganelli del governo, sono in lotta, l'una al fianco dell'altra, contro l'apertura di nuove discariche in zone ancora incontaminate, per la bonifica dei territori massacrati dall'inquinamento, la chiusura dei cantieri dei mostri dell'incenerimento e un serio piano per la "raccolta differenziata porta porta e il trattamento a freddo della frazione residua".
A seguire il "comitato contro la discarica" di "Lo Uttaro" (Caserta), i Comitati cittadini di Villaricca 2, Giugliano, Lago Patria, Taverna del Re, Caserta, la "Federazione Campania Felix" di Giugliano, Acerra e Nola, il Comitato di Sicignano degli Alburni con lo striscione "siamo tutti serresi", il comitato campano contro la privatizzazione dell'acqua, il comitato Ato3 acqua pubblica, il Comitato "No turbogas" di Vigliena (S. Giovanni a Teduccio) e Pontecagnano (Salerno), i centri sociali napoletani, la Rete Lilliput diretta dal combattivo Alex Zanotelli, Greenpeace, il Wwf, Mani tese, le donne in nero, il Gim (giovani impegno missionario), gli amici di Beppe Grillo, fino ai giovani della Legambiente, il cui presidente è il viscido Ermete Realacci (parlamentare della Margherita), contestatissimo in piazza dai sinceri ambientalisti che da un camioncino, tra gli applausi, hanno ricordato uno dei martiri della lotta alle discariche, il giovane Carmine Iuorio di Basso dell'Olmo.
Tantissimi gli striscioni e i cartelli significativi, indossati a mo' di corpetto anche dai bambini, tra cui quello per dire "no alle testate nucleari nel porto di Napoli", quello per dire "basta speculazione a Bagnoli", per "spiagge pulite e libere a Coroglio" e i tanti che contestano gli ultimi vergognosi provvedimenti di Iervolino e Mola: l'aumento della Tarsu, delle bollette dell'acqua, la quotazione in borsa dell'Arin, la privatizzazione dell'Asia, la volontà di privatizzare le altre ex-municipalizzate secondo quanto prescrive il decreto Lanzillotta. Manca solo il neonato comitato di Terzigno, ma solo perchè è riuscito in poche ore ad organizzare una manifestazione contro la devastazione del Parco nazionale del Vesuvio tanto cara a Bertolaso, coinvolgendo in gran numero le masse popolari dei comuni limitrofi che non vogliono tornare ad essere nuovamente lo sversatoio di Napoli e del suo immenso hinterland.
In piazza ci sono folti spezzoni dei Cobas, delle Rdb precari, i "Banchi Nuovi", l'"Udn", il "Coordinamento di lotta per il lavoro" e altre piccole sigle sindacali e di disoccupati organizzati che il PMLI invita ad unirsi in un'unica voce rivendicando un grande piano di assunzioni stabili e a salario pieno nella raccolta differenziata per ripulire la città soffocata dai rifiuti. Grandi assenti sono invece i sindacati confederali che anche stavolta hanno mancato nel loro dovere di mobilitare i lavoratori, a cominciare dai camionisti dell'Asia, minacciati dalla camorra e costretti, da anni, a turni massacranti, ad attese interminabili, senza protezione, dinanzi ai Cdr-discarica stracolmi dei pescecani della Fibe.
Tra i tanti aspetti positivi, ci sono state alcune note stonate: la prima, la ritardata partenza del corteo, pare, per alcune disdicevoli "tattiche" di conquista del "posto al sole", solo dopo circa un'ora di "manovre" di camioncini, di "sorpassi" e "retrocessioni", tra la disapprovazione dei manifestanti giunti a Napoli anche a prezzo di grossi sacrifici, il corteo finalmente riesce a partire, imboccando il percorso concesso dalla questura, alternativo e più "periferico" rispetto a quello consueto, ossia via Rosaroll, Via Foria, Piazza Dante, Piazza Matteotti. La seconda nota dolente, l'abbiamo appresa il giorno dopo leggendo i titoli e le immagini sparate dai più letti quotidiani, ossia la materializzazione, come "d'incanto", con le mani sullo striscione di apertura del corteo, di un certo Oreste Scalzone, un fantasma, intrufolatosi tra i manifestanti, che a quanto pare non ha fatto altro che pavoneggiarsi davanti alle telecamere, come se stessimo alla mostra del cinema di Cannes. Per il Partito del proletariato, sui mass-media locali e nazionali del regime neofascista è scattata invece la solita congiura del silenzio, se si eccettua una ripresa delle bandiere e dei cartelli del PMLI rilanciata in tarda serata dal Tg1 e dal Tg3 regionale.

La combattiva delegazione regionale del PMLI
Per il PMLI il corteo non è stato una passeggiata. I compagni e le compagne sono entusiasti e carichi di lotta e combattività, vogliono gridare fatti molto concreti su responsabili e retroscena del disastro ambientale e sanitario in cui versa la città di Napoli, l'hinterland e tutta la Campania, ma vengono "contenuti" in un posto scomodissimo, "distante" dai comitati di lotta ed alle spalle di un camion che pompa a tutto volume, ininterrottamente, musica "qualunquista", o comunque fuori luogo e fuori tema, con il chiaro intento di abbassare i toni della rivolta contro le istituzioni regionali, provinciali e comunali arroganti, corrotte e in camicia nera. Da chi era manovrato? Probabilmente dai dirigenti di Rifondazione Giuseppe De Cristofaro, deputato, e Vito Nocera, capogruppo, quest'ultimo noto delfino di Bassolino. Paura che vengano smascherate le complicità dei falsi comunisti con il rinnegato di Palazzo S. Lucia? Chissà!
In ogni caso, nonostante questo handicap, i marxisti-leninisti campani hanno fatto la loro parte per la buona riuscita della partecipazione. Innanzitutto perché, ben organizzato dal Responsabile regionale, compagno Franco Di Matteo, il PMLI è stato l'unico Partito presente ufficialmente in piazza (assenti i verdi, sparute e sparse le bandiere del PRC, del PdCI niente striscioni e cartelli degni di nota) con una folta, compatta e agguerrita delegazione di militanti e simpatizzanti provenienti da Napoli, Cercola, Melito, Villaricca, Ischia, Benevento, Buonalbergo, Salerno, Siano a cui si sono uniti alcuni militanti del Comitato Placido Rizzotto di Melito.
In secondo luogo perché, nonostante le provocazioni e il tentativo di aggredire i nostri compagni da parte di alcuni "scagnozzi" prezzolati del "servizio d'ordine" del PRC napoletano e di Salerno (tentativo fallito miseramente per la pronta reazione e determinazione dei marxisti-leninisti campani), nonostante il frastuono assordante della musica "tecno", nonostante l'asfissiante "controllo a vista" da parte di aderenti ai centri sociali e PRC (che più che partecipare attivamente alla lotta sembravano rubare il mestiere alla Digos), ha provato a divincolarsi dalla "trappola", diffondendo "Il Bolscevico" al concentramento iniziale, superando di slancio il camioncino, cercando l'unità con i disoccupati più prossimi e rilanciando senza sosta lungo il percorso gli apprezzati slogan come: "L'oasi di Serre non si tocca la difenderemo con la lotta", "20 anni di emergenza e siamo ancora senza. Raccolta, raccolta differenziata", "Iervolino l'hai sabotata, raccolta, raccolta differenziata", "Fibe e camorra. Siamo stufi. Giù le mani dai rifiuti", "213 anni di emergenza la camorra ha porta aperta", "Bassolino macché Rinascimento, stragi sul lavoro e inquinamento", "Bassolino, ma quale primavera, qui si rischia il colera", "Un intero popolo hai intossicato, Bassolino processato" "Tasse sui rifiuti le pagano le masse, milioni di milioni li girano ai padroni", "Linfomi e leucemie in aumento, fermiamo l'incenerimento", "Balle, balle sugli inceneritori, spargono diossine e tumori", "Ridurre, differenziare, riciclare, il mostro di Acerra dobbiam fermare", "Solo discariche sapete comandare in zone abitate, protette o da bonificare", "No al decreto di queste ore, Prodi dittatore, Prodi dittatore", "Fuori l'esercito dall'Oasi di Serre", "Il commissariamento è fallimentare, Bertolaso se ne deve andare".
Tutto ciò ha dato certo fastidio a chi trasforma l'immondizia, non già in risorsa da riutilizzare, ma in tonnellate di denaro contante. All'altezza della metropolitana di piazza Cavour qualche criminale, a scopo provocatorio e intimidatorio, ha fatto esplodere una bomba carta sul marciapiede affollato di passanti, a pochi metri dalla delegazione del PMLI. Vista la violenza del boato, possiamo ben dire che è stato solo per un caso fortuito se non ci sono state gravi conseguenze!
La manifestazione, dall'inizio controllata da un ingente schieramento delle "forze dell'ordine", è sfilata poi senza ulteriori problemi, tra gli applausi dei passanti, per Via Pessina e Piazza Carità, dove il PMLI ha intonato il sempre attuale canto partigiano "Bella ciao", per concludersi nel tardo pomeriggio con dei brevi comizi degli organizzatori in Piazza Matteotti.
Alla delegazione del PMLI sono giunti i ringraziamenti della Commissione per il lavoro di organizzazione del CC del Partito nei quali si legge tra l'altro: "I dirigenti nazionali del PMLI con alla testa il compagno Giovanni Scuderi e questa Commissione vi ringraziano profondamente per l'ottimo lavoro che avete svolto nella manifestazione che ha assestato un duro colpo al governo centrale, ai governi guidati da Bassolino e dalla Iervolino, e a Bertolaso. Sotto la direzione del compagno Franco Di Matteo, voi avete mostrato una bellissima immagine del PMLI di forza, combattività, unione e disciplina proletarie rivoluzionarie e marxiste-leniniste".

23 maggio 2007