Villa San Giovanni (Reggio Calabria)
In oltre 20.000 sfilano nella manifestazione nazionale contro il ponte
Provenienti da tutta Italia e soprattutto da Calabria e Sicilia. La manifestazione viene sospesa dopo che un oratore muore sul palco senza soccorsi. La "Rete No Ponte" chiede alla magistratura di fare luce sulla vicenda
Nonostante il maltempo e le pessime condizioni della viabilità al Sud abbiano impedito a molti oppositori del Ponte di partecipare alla manifestazione nazionale, indetta per il 19 dicembre, una folla enorme ha invaso le strade di Villa San Giovanni, in provincia di Reggio Calabria, per portare in piazza il proprio dissenso al progetto fortemente voluto dal governo del neoduce Berlusconi e i cui lavori dovrebbero, secondo calendario, iniziare il 23 di dicembre. Il governo continua imperterrito con piglio ducesco, nonostante l'opposizione di massa, nonostante la Regione Calabria sia uscita dalla "Società Stretto di Messina", e nonostante l'Avvocatura regionale della medesima regione abbia presentato ricorso al Tar del Lazio ed alla Corte Costituzionale contro il Governo, relativamente alla Delibera Cipe 83/06 che prevede la realizzazione dello spostamento dell'asse ferroviario di "Cannitello" in provincia di Reggio Calabria per fare posto al pilone del Ponte.
Sono venuti da tutta Italia, ma soprattutto da Sicilia e Calabria. Diverse le adesioni, tra cui quelle della Cgil Metropolitana di Reggio Calabria e della Locride e della Cgil Metropolitana di Messina, delle organizzazioni ambientaliste, tra cui Legambiente. Presenti anche i pendolari dello Stretto che non sono per nulla favorevoli alla mostruosa opera, ma chiedono che vengano migliorati i collegamenti via mare, in un momento in cui le condizioni del servizio ferroviario e del trasporto locale suscitano ogni giorno proteste e vertenze e mentre da parte del governo centrale e delle Ferrovie si annunciano tagli sui treni a lunga percorrenza da e per la Sicilia. È presente anche il comitato per la statale 106 e per il potenziamento della ferrovia ionica.
Il corteo, previsto per 10.30, parte con due ore di ritardo. A causa delle disastrate strutture viarie del Sud e del maltempo i manifestanti provenienti dal nord sono arrivati con grande ritardo e moltissimi non hanno neanche potuto mettersi in viaggio. Alle 12.30 il corteo si mette in moto, aperto dallo striscione della "Rete No Ponte". Tantissimi i cartelli e le parole d'ordine in difesa dello Stretto. La manifestazione è festosa e tutti sono decisi a proseguire la mobilitazione: "Non basta manifestare - dichiarano dal microfono - per impedire la costruzione della più inutile e dannosa delle grandi opere. Bisognerà occupare i cantieri, impedirne fisicamente la costruzione!".
Sul lungomare di Cannitello, una frazione di Villa San Giovanni che si affaccia sullo Stretto e dove dovrà sorgere il pilone del Ponte della sponda calabrese, è allestito un palco per gli interventi, tra i quali quelli dei portavoce della "Rete No ponte", sia da parte calabrese che siciliana, e il comitato dei cittadini di Scaletta Zanclea. A conclusione del corteo la cifra ufficiale è di 20.000 manifestanti.
Dal palco si susseguono gli interventi delle diverse realtà in lotta, tra cui quello di Francesco Nisticò, che da anni si batte per migliorare la viabilità in Calabria e per la messa in sicurezza della SS106, la statale che parte da Taranto e arriva a Reggio Calabria, spesso teatro di incidenti mortali. Il suo intervento si conclude con l'affermazione "Vogliamo l'essenziale", come l'ammodernamento della rete viaria già esistente al sud e il potenziamento di altri servizi fondamentali, tra cui l'acqua, la sanità, la raccolta dei rifiuti. Immediatamente dopo il suo intervento Nisticò è colto da un infarto. L'interminabile attesa dei soccorsi, genera il nervosismo dei manifestanti mentre le forze dell'ordine intervengono in assetto antisommossa per reprimere la folla. Nisticò viene portato all'ospedale su una camionetta della polizia senza alcuna attrezzatura di soccorso e muore poche ore dopo. Il dramma si consuma mentre un imponente schieramento di "forze dell'ordine", composto da polizia, guardie ecozoofile, carabinieri, mezzi navali e aerei presidiano la manifestazione. "Dopo avere ripetutamente richiesto l'intervento di un'ambulanza - denucia in un comunicato stampa la "Rete No Ponte"- anche attraverso il microfono del palco e dopo i primi interventi di soccorso dei medici presenti tra i manifestanti, è giunto sul posto il camioncino sanitario della polizia di Stato che è risultato però essere sfornito degli adeguati strumenti di soccorso per questa circostanza...La sproporzione tra il massiccio dispiegamento delle forze dell'ordine e la scarsa e pericolosamente inadeguata presenza di presidi sanitari, si è rivelata fatale per il prosieguo della giornata, mettendo, a nostro parere, a rischio la stessa incolumità dei manifestanti". La manifestazione veniva successivamente sospesa. In un altro comunicato stampa gli organizzatori chiedevano che "vengano avviate le adeguate misure per l'accertamento delle responsabilità di quanto accaduto" e decidevano di affidarsi ad un pool di legali per andare in fondo a questa "incomprensibile ed intollerabile vicenda".

22 dicembre 2009