Soddisfatta Confindustria
Le mani di Formigoni sui cantieri e le strade dell'Expo
Il nuovo regolamento sulla valutazione di impatto ambientale accentra nel governatore lombardo tutti i poteri. Scavalcati in un colpo solo governo centrale, consiglio regionale e comuni
Con il beneplacito dell'asse eversiva Berlusconi-Bossi l'Expo rafforza il federalismo secessionista, il presidenzialismo e la dittatura confindustrial-neofascista di Formigoni

Dal nostro corrispondente della Lombardia
Anziché "nutrire il pianeta" Expo 2015 ingrasserà la borghesia "padana". I cuochi del malaffare sono il ciellino Roberto Formigoni, presidente di regione Lombardia, e il leghista Davide Boni, assessore regionale al Territorio e all'Urbanistica.
In virtù del nuovo regolamento presentato il 7 ottobre, sui cantieri e le strade dell'Expo deciderà tutto Formigoni, incoronato appena un mese fa, alla Fiera del tessile di Milano, "presidente a vita" della Lombardia dal neoduce Berlusconi, a conclusione di una lunga trattativa con Bossi che ne reclamava la poltrona per una delle sue camicie nero-verdi.
Stando al nuovo regolamento, sarà il dittatore confindustrial-neofascista Formigoni a dire l'ultima parola sulla valutazione d'impatto ambientale delle opere essenziali di Expo 2015, la cui presidenza è affidata a Diana Bracco, presidente di Assolombarda. In aperto conflitto di interessi circa 15 miliardi di fondi pubblici saranno gestiti direttamente dai padroni lombardi a buon pro dei loro interessi privati.
Il nuovo regolamento prevede procedure accelerate, autocertificazioni, nomina di un commissario per i Comuni inadempienti e nulla più che semplici relazioni informative al consiglio regionale. In poche parole un vero e proprio colpo di Stato regionale che accentra tutti i poteri nella persona del presidente della regione e che di conseguenza rafforza il presidenzialismo neofascista, il centralismo regionale e rende manifesto il ruolo della giunta lombarda di comitato d'affari della borghesia.
Sul piano istituzionale, in linea con la strategia piduista del governo Berlusconi, l'Expo viene palesemente utilizzato dalla borghesia "padana" per rilanciare il progetto golpista del federalismo secessionista.
Oltre ad aggirare le regole urbanistiche e di salvaguardia dell'ambiente, il dittatore Formigoni potrà persino decidere in totale autonomia se un'autostrada, un insediamento industriale o commerciale e persino una centrale nucleare saranno compatibili o meno con l'ambiente. Una vera e propria sciagura per le masse popolari lombarde, la cui salute e benessere non sono in agenda, come dimostra la fresca maximulta dell'Ue comminata alla Lombardia per la non volontà di Formigoni di arginare con decisione il velenoso inquinamento da Pm10 dell'aria pur di non ostacolare in alcun modo le attività produttive delle imprese.
Altro che economia al servizio dell'ambiente, come ciancia il tema dell'Expo. Semmai è vero il contrario: è il popolo al servizio di un'economia capitalistica ormai tutt'uno con la criminalità organizzata e le mafie. Infatti, come hanno prontamente e coraggiosamente denunciato i magistrati della Direzione nazionale antimafia, l'Expo sta portando alla definitiva istituzionalizzazione della criminalità organizzata nei gangli vitali dell'economia lombarda e nazionale. Un allarme caduto nel vuoto: la giunta dell'iperattivo Formigoni non ha ancora trovato il tempo di discutere e approvare norme che tutelino gli appalti da infiltrazioni mafiose e garantiscano la sicurezza degli operai edili.
È evidente quindi che il federalismo secessionista, il presidenzialismo e la dittatura confindustrial-neofascista di Formigoni, rafforzati dall'Expo, al cui timone, oltre agli industriali con Diana Bracco, c'è il berlusconiano di ferro Lucio Stanca come amministratore delegato, è del tutto coerente con il "piano di rinascita democratica" della P2 portato avanti dal neoduce Berlusconi in combutta con Bossi per rimettere la camicia nera al Paese. Occorre con urgenza chiamare le masse a scendere in piazza per abbattere la nuova dittatura fascista. Il PMLI non ha la forza sufficiente per farlo, chi ce l'ha lo faccia senza indugio, altrimenti si assumerà una responsabilità storica che non sarà mai cancellata.

14 ottobre 2009