Marchionne: Basta con i diritti, è l'ora dei doveri

Dopo essere uscito a destra dalla Confindustria per forzare la mano all'organizzazione padronale e portarla tutt'intera sulle sue posizioni (si ricordi che costui ha disdetto unilateralmente tutti gli accordi sindacali dal 1950 in poi e tutti i contratti sia nazionali sia locali), l'amministratore delegato della Fiat Sergio Marchionne si sta confermando ogni giorno che passa come il nuovo Valletta, che non si accontenta di aver imposto le relazioni industriali mussoliniane al gruppo Fiat ma si propone, al fianco del tandem neofascista Monti-Fornero, di estenderle all'intero Paese. Fin da subito non ha mancato di esaltare il governo Monti, il quale ha poi confermato di seguire il modello sperimentato alla Fiat per quel che riguarda il merito e il metodo nell'imporre le controriforme pensionistica e del "mercato del lavoro".
Di ritorno dal Canada è intervenuto alla fine di marzo a un convegno all'Università privata della Bocconi e subito dopo a Torino, dove ha ribadito la sua "grandissima fiducia in Monti come gestore e come persona", riconoscendo che "non potevamo avere di meglio". Poi lo ha incondizionatamente sostenuto sull'art. 18: "L'articolo 18 è nelle mani del premier Monti. Ho parlato con lui prima di partire venerdì sera. È impegnato nel progetto e dobbiamo consentirgli di andare avanti. Senza stop." Un modo per dire che il governo deve procedere d'imperio e andare avanti senza lasciarsi condizionare in nessun modo dalla Cgil.
Ha poi voluto distillare il suo programma e pensiero che pretendono lo strapotere assoluto del capitale sul lavoro salariato con queste parole: "Oggi viviamo nell'epoca dei diritti. Il diritto al posto fisso, al salario garantito, al lavoro sotto casa, il diritto a urlare e sfilare, il diritto a pretendere". Ma "se continuiamo a vivere di soli diritti, di diritti moriremo". Occorre ora "tornare ad un sano senso del dovere".
Ecco il manifesto con cui il nuovo Valletta giustifica e teorizza la macelleria sociale in atto e la cancellazione sistematica di tutte le conquiste e i diritti strappati dal proletariato con la sua secolare lotta di classe e costatigli sangue e infiniti sacrifici.

4 aprile 2012