Marx è ritornato di moda
Per l'arcivescovo di Monaco "Aveva ragione Marx"

"Il socialismo non è per niente superato, anzi è più attuale che mai e tornerà inevitabilmente di moda, di gran moda. Nato per conseguenza del capitalismo, dalla creazione del proletariato e dalla lotta di classe tra il proletariato e la borghesia che il capitalismo ha generato, sarà sempre all'ordine del giorno finché perdurerà il capitalismo". Questo affermava con lungimiranza e fiducia il compagno Giovanni Scuderi, nel Rapporto al 4° Congresso del PMLI (1998). Oggi i fatti cominciano a darci ragione.
Mentre il sistema economico capitalistico è ormai strozzato dalla crisi finanziaria e l'economia reale si trova sempre più sepolta dalle macerie di una finanza ingorda e senza regole che ha finito per divorare le stesse basi su cui si reggeva, in Europa torna di moda Karl Marx, il grande maestro del proletariato internazionale che con Friedrich Engels è stato il padre fondatore del socialismo scientifico.
Centosessant'anni dopo la pubblicazione del "Il Manifesto del Partito comunista", i suoi scritti, e in particolare "Il Capitale" vanno a ruba nelle librerie in Germania, tanto che le vendite, in due anni, sono triplicate. Corsi di marxismo tornano ad essere materia di studi in ben 31 università tedesche. In Gran Bretagna i giornali dedicano pagine e pagine a Marx per dimostrare quanto alcune delle sue analisi siano ancor oggi attuali e come in esse si possano trovare risposte sull'attuale grave crisi finanziaria ed economica. Anche in Italia le opere di Marx tornano prepotentemente sugli scaffali delle librerie, e nei mercatini dell'usato è caccia alle vecchie edizioni.
Un'altra conferma che il pensiero di Marx è immortale arriva addirittura da un insospettabile estimatore: il cardinale Reinhard Marx, arcivescovo di Monaco di Baviera e supervisore dell'enciclica sociale. Secondo il porporato, Karl Marx "nella sua analisi del capitalismo aveva visto giusto". La sua stima è talmente profonda che per il suo libro "Il capitale-Una difesa dell'uomo" usa come incipit una lettera immaginaria all'illustre filosofo: "Stimato Karl Marx come suo omonimo le devo forse delle scuse. Abbiamo gettato troppo in fretta alle ortiche le sue opere". "Bisogna prenderlo sul serio, è un errore considerarlo morto, come pensavano in molti. - afferma l'arcivescovo chiamato a dirigere la sede che fu di Ratzinger - Il movimento marxista ha cause reali e pone questioni giustificate. Poggiamo tutti sulle spalle di Marx perché aveva ragione. Nella sua analisi della situazione del XIX secolo ci sono punti inconfutabili".
Ovviamente l'alto prelato sgombra il campo da ogni dubbio, precisando di non essere marxista, e quello che lui auspica non è certo il socialismo ma solo una società con un'economia "basata su principi etici". "Perché - continua - un capitalismo senza un quadro etico è nemico del genere umano". E così ha tenuto a distinguere tra l'opera teorica di Marx e la condotta degli altri maestri del proletariato, e in particolare Stalin, che quelle teorie e quegli ideali li hanno tradotti in pratica con la costruzione del socialismo in Urss che definisce con disprezzo "epigoni".
E tuttavia è significativo che il cardinale tedesco riconosca apertamente la lungimiranza, l'attualità e la veridicità del pesiero e dell'analisi di Marx sul capitalismo e i suoi destini. In ciò scavalcando paradossalmente i revisionisti di casa nostra, come il trotzkista gandhiano Fausto Bertinotti che proprio di recente ha affermato che "il comunismo è una parola indicibile".

12 novembre 2008