Il neoduce Berlusconi amplia il suo potere sulle telecomunicazioni
Mediaset compra Endemol e ora controlla la Rai
La holding olandese vende programmi alla tv di Stato italiana
Mentre nella maggioranza di "centro-sinistra" impazza lo scontro per il rinnovo del Cda della Rai e il governo cerca di salvarsi la faccia con la discussione del progetto di legge Gentiloni sul conflitto di interessi e sulle concentrazioni delle aziende nel campo della comunicazione che tra l'altro, anche se dovesse passare, non torce un capello allo strapotere Mediaset, il 14 maggio scorso, con un esborso intorno ai 2,6 miliardi di euro, il neoduce Berlusconi ha comprato dalla spagnola Telefonica il 75% di Endemol. Sulla restante quota del 25% sarà lanciata a breve un'offerta pubblica di acquisto ad almeno 25 euro per azione, portando la valutazione dell'intera Endemol ben oltre i 3 miliardi di euro di mercato.
Il gruppo televisivo di Cologno Monzese capeggiato dal presidente Fedele Confalonieri e dal suo vice Pier Silvio Berlusconi, in cordata con un fondo di John De Mol (Cyrte Fund II), uno dei due produttori olandesi che ha fondato Endemol, e con un fondo di private equity della banca d'affari Goldman Sachs (Gs Capital Partners VI), è riuscito a spuntarla su altri colossi mondiali primo fra tutti l'australiano Murdoch.
Grazie a questa operazione, i cui contorni non sono ancora del tutto chiari sul piano economico e finanziario, Berlusconi di fatto completa il disegno piduista del controllo totale della Rai e di tutta l'informazione radio televisiva in Italia con importanti ripercussioni anche a livello europeo e internazionale. Non a caso, nel commentare il pregiato acquisto, Pier Silvio Berlusconi ha detto: "Oggi è il primo giorno di una nuova fase di Mediaset, una fase di respiro più internazionale e più orientata allo sviluppo dei contenuti su tutte le piattaforme. L'acquisizione di un leader internazionale come Endemol, avvenuta oltretutto insieme a partner di grande valore costituisce un fatto di importanza strategica per il nostro gruppo. Siamo inoltre molto soddisfatti di esserci confrontati con successo con contendenti mondiali di primaria importanza".
Oltre alla cordata capeggiata da Mediaset, erano in corsa anche il gruppo De Agostini con il miliardario Bernard Arnault e l'accoppiata Televisa-Cbs.
Endemol è la casa produttrice olandese leader internazionale e fornitrice di quasi tutti i format televisivi, fiction, reality e quiz show, miniserie, sit com e soap opera trasmessi nelle reti televisive di tutto il mondo e in Italia fornisce quasi tutto il palinsesto dei programmi di intrattenimento alla Rai, Mediaset e La7.
Sono targati Endemol anche il programma condotto da Fabio Fazio su RaiTre "Che tempo che fa" e da Lucia Annunziata "1/2 ora", nonché i talk show "Cronache marziane" e "Le invasioni barbariche".
Nell'ultimo anno Endemol Italia, il cui presidente e amministratore delegato è Paolo Bassetti, ha prodotto più di 1.600 ore di programmazione spaziando tra i vari generi. È nota per aver importato reality show come il "Grande Fratello" e quiz show come "Chi vuol essere milionario?".
I maggiori sospetti sull'operazione riguardano il fatto che, appena un paio di settimane dopo l'accordo che ha portato Telefonica a entrare in Telecom Italia, gli spagnoli hanno subito ceduto il gioiello Endemol a Berlusconi stimando plusvalenze per 1,4 miliardi ma incassando meno della metà dei 5,5 miliardi pagati nel 2000.
Dopo l'acquisto nel 1997 della spagnola Telecinco, il Biscione, che in questa operazione investirà in tutto circa 486 milioni, ha segnato un altro punto fondamentale nella sfida per un nuovo grande salto dimensionale e strategico a livello europeo e mondiale. E il tentativo, poi rientrato, fatto lo scorso anno di accaparrarsi anche la tedesca ProSiebenSat.1 di cui la famiglia Berlusconi è già azionista al 36%, conferma in pieno questa strategia.
Una strategia che il governo del dittatore democristiano Prodi evidentemente apprezza dal momento che la mossa del Biscione è stata salutata dal ministro delle Comunicazioni, Paolo Gentiloni (Margherita), come "un successo, una spinta verso la diversificazione", raccogliendo il plauso anche del ministro dello Sviluppo, Pierluigi Bersani (Ds), per il quale si tratta di un "successo italiano". Mentre Prodi si è laconicamente limitato a rilevare che: "Questa è una decisione aziendale riguardo alla quale il presidente del Consiglio non ha nulla da dire. E' chiaro che rafforza il concorrente della Rai con l'integrazione tra una rete Tv ed il fornitore di prodotti".
Da parte sua il presidente Mediaset, Fedele Confalonieri, ha già ringraziato escludendo qualsiasi intenzione di usare Endemol come ritorsione contro la Rai. "Endemol rimane indipendente - ha detto - e inoltre sarebbe un uso contro la legge" (sic!).
E che le cose stiano effettivamente così lo dimostra il fatto che Telefonica è anche la società che finanzia l'acquisto di Telecom sotto la regia del gruppo Intesa-San Paolo ossia la banca controllata indirettamente da Prodi tramite il suo fido banchiere Bazoli. Quindi Berlusconi, da un lato, attraverso l'acquisizione del controllo diretto del ganglio vitale che alimenta i palinsesti e raccoglie buona parte della pubblicità, si prende il controllo della Rai e, dall'altro lato, finanziando la società spagnola che a sua volta va a finanziare l'operazione di controllo della Telecom voluta da Intesa-San Paolo restituisce il favore a Prodi. Non solo. Con questa operazione Berlusconi si è anche ben inserito nell'intenso circuito di operazioni finanziarie italo-spagnolo, vedi ad esempio Autostrade-Albertis e Enel-Endesa oltre a Telecom-Telefonica, con il pieno avallo politico di Prodi e Zapatero.
Segno evidente che il governo di "centro-sinistra" non farà mai un'adeguata legge sul conflitto d'interesse perché come ha chiarito sibillinamente Confalonieri a suggello del comune interesse fra la destra e la "sinistra" del regime neofascista: "Se dovessimo sacrificare centinaia di milioni di euro come vuole la Gentiloni, non potremmo fare operazioni come questa".

13 giugno 2007