Alla commemorazione di Danzica
Menzogne sulla seconda guerra mondiale
Non c'era alcun patto tra Stalin e Hitler per spartirsi l'Europa. "il manifesto" trotzkista dà man forte agli anticomunisti falsificatori della storia
A sentire i discorsi ufficiali dei capi di governo e i commenti di tutti i mass-media alla cerimonia che si è svolta il 1° settembre nella città di Danzica, in ricordo del 70° anniversario dell'invasione tedesca della Polonia che diede il via alla seconda guerra mondiale, sembra di vivere in un universo parallelo in cui la storia del '900 si è svolta in un modo completamente diverso da quella che avevamo sempre saputo: Hitler e il nazismo non sono esistiti, o se lo sono hanno recitato solo una parte da comprimari. Invece i veri mostri, i responsabili principali dello scoppio della guerra e dell'immane carneficina che ne è seguita, sono l'URSS e Stalin. A tanto ormai è arrivata l'opera di revisione, falsificazione e riscrittura della storia in chiave anticomunista iniziata dall'imperialismo dopo il crollo dei regimi revisionisti dell'Est!

La Ue riscrive la storia in chiave anticomunista
A spianare il terreno alla sporca operazione dei 21 leader imperialisti convenuti a Danzica e dei mass-media al loro seguito è stato lo stesso nuovo zar Putin, con una "lettera ai polacchi" in cui aveva definito un'"infamia" il patto di non aggressione tedesco-sovietico del '39, scrivendo che "senza dubbio ci sono buone ragioni per condannare il patto Ribbentrop-Molotov", e ricordando che "già 20 anni addietro l'Unione sovietica (con Gorbaciov, ndr) aveva ammesso l'errore".
Gli ha fatto subito eco il premier polacco Tusk che, pur costretto ad ammettere di fronte a Putin "l'enorme contributo di sangue dei sovietici nel conflitto", ha dichiarato che all'origine della guerra ci furono "due totalitarismi, prima da alleati e poi da nemici", attribuendo così a Germania e URSS congiuntamente la responsabilità di aver scatenato il conflitto. Anzi, accusando quest'ultima di aver "pugnalato alle spalle" la Polonia con l'invasione del 17 settembre.
Insomma, il tema conduttore della commemorazione di Danzica è stato il patto di non aggressione tedesco-sovietico dell'agosto 1939, al quale è attribuita la colpa di tutto quel che è successo dopo. Eppure tutti i documenti storici dimostrano incontestabilmente che negli anni precedenti la guerra non fu l'URSS a ricercare l'alleanza con Hitler, che anzi considerava un nemico mortale, anche perché costui non faceva mistero di volerla invadere e assoggettare come un territorio del Reich riducendo in schiavitù la sua popolazione.
Erano invece le potenze imperialiste occidentali, Gran Bretagna e Francia in testa a ricercare equivoci accordi col dittatore nazista, incoraggiandolo a rivolgere le sue smanie espansioniste verso Est con la politica di "appeasement" che portò alla vergognosa capitolazione del trattato di Monaco del 1938. Trattato che gli consegnava in mano la Cecoslovacchia e gli apriva la strada per ulteriori espansioni verso l'Ucraina, e di cui approfittò per alcune annessioni di territorio cecoslovacco anche il governo fascista polacco, che aveva un trattato di non aggressione con la Germania dal 1934. Governo che fra l'altro non aveva permesso il transito delle truppe sovietiche che Stalin voleva inviare alla frontiera cecoslovacca per scoraggiare l'invasione nazista.
Che questo fosse il disegno inconfessabile delle potenze occidentali, cioè di spingere la Germania e l'URSS a scontrarsi restando alla finestra a guardare, è confermato dal fallimento delle trattative per dare vita ad un'alleanza antinazista che Stalin aveva fortemente voluto e cercato, fallimento inoppugnabilmente causato dall'ignavia e dalla malafede di Inghilterra e Francia, che parteciparono alle trattative senza convinzione e solo per tacitare le rispettive opinioni pubbliche allarmate dall'aggressività di Hitler.
Lo stesso governo polacco si oppose in tutti i modi a una tale alleanza, sottovalutando gravemente il pericolo nazista e fidandosi solo della protezione anglo-francese, nella segreta convinzione che avrebbe potuto mettersi d'accordo con Hitler ed ottenere vantaggi territoriali in Ucraina e Bilelorussia da un attacco tedesco all'URSS.

Nessuna spartizione dietro il patto di non aggressione
Preso atto del fallimento dell'alleanza antinazista e del concreto pericolo di trovarsi da solo ad affrontare le armate tedesche, mentre ad Est stava ancora fronteggiando l'aggressività giapponese, Stalin accettò, alle proprie condizioni, il patto di non aggressione offerto dalla Germania. Esso consentì all'URSS di guadagnare quasi due anni preziosi per prepararsi all'inevitabile confronto con Hitler, e non prevedeva nessuna spartizione dell'Europa. Era solo una mossa tattica difensiva inevitabile, dettata a Stalin dalla constatazione del cinismo e della malafede delle potenze imperialiste occidentali, che nonostante tutto continuavano a considerare l'URSS un nemico peggiore della Germania nazista, e fino all'ultimo sperarono di indirizzare la furia guerresca di Hitler verso oriente.
Non ci fu neanche nessuna "pugnalata alle spalle" della Polonia, ma l'Armata Rossa dovette avanzare in territorio polacco per non farlo cadere tutto in mano ai nazisti e ritrovarseli alle porte. In questo modo si salvarono anche migliaia di profughi, in particolare ebrei, che riuscirono a sfuggire ai tedeschi rifugiandosi dietro le linee sovietiche. E in ogni caso si trattava di territori, come la Bessarabia e altri abitati prevalentemente da ucraini e bielorussi, che erano stati annessi con la forza dai governi nazionalisti polacchi durante la guerra civile e l'accerchiamento imperialista seguiti alla Rivoluzione d'Ottobre.
Non stupisce che alla canea anticomunista di Danzica si sia unito anche il manifesto trotzkista, con un articolo di Guido Ambrosino del 2 settembre dallo scontato titolo "Quel patto scellerato tra Hitler e Stalin", in cui si vomitano ogni sorta di accuse calunniose contro il successore di Lenin ed edificatore dell'URSS socialista. Da sempre infatti l'antistalinismo acceca a tal punto i trotzkisti che non si vergognano affatto di unirsi al coro degli imperialisti e dei loro pennivendoli che falsificano la storia, ma cercano anzi di superarli in zelo anticomunista.
E ciò fino al punto di sposare anche loro la tesi reazionaria e anti marxista-leninista che fu quel "patto scellerato" a dare il via alla seconda guerra mondiale per spartirsi la Polonia e l'Europa tra Hitler e Stalin, invece che la politica delle grandi potenze capitaliste - Germania, Gran Bretagna, Francia, Italia, Giappone, Usa - per una nuova spartizione del mondo. Nascondendo e coprendo in tal modo, in nome dell'antistalinismo, la natura rapace e guerrafondaia dell'imperialismo.

23 settembre 2009