Sull'esempio di Bertinotti
Migliore alla festa dei giovani fascisti
Il capogruppo PRC alla Camera, alle critiche di alcuni suoi compagni, risponde: "Si va dove qualcuno può ascoltarti"

Dopo che Bertinotti ruppe il tabù partecipando l'anno scorso a un dibattito col caporione fascista Fini alla festa di Azione giovani a Roma, i vertici di Rifondazione trotzkista ci stanno facendo il viottolo alla festa della gioventù nera di AN. Quest'anno c'è andato il pupillo dello stesso Bertinotti e capogruppo del PRC alla Camera, Gennaro Migliore, a dimostrazione che quella del suo maestro Bertinotti non era stata una semplice visita di cortesia in risposta ad un invito al rappresentante delle istituzioni, ma una libera e calcolata scelta del leader di partito, per rompere appunto un tabù (la discriminante antifascista) e aprire al dialogo con gli eredi di Mussolini per abbattere gli "steccati ideologici" in nome della "riconciliazione nazionale".
Tutto ciò deve essere apparso abbastanza chiaro e deve aver inquietato non poco la base del PRC, che evidentemente non ce la fa più a digerire le sempre più frequenti e plateali spallate a destra di Bertinotti e soci, se un nutrito numero di iscritti e dirigenti della federazione romana e perfino alcuni membri della Direzione e del Comitato politico nazionali del partito hanno deciso di prendere carta e penna e firmare una lettera di protesta pubblicata su "Liberazione" del 29 settembre scorso.
Nella lettera si dice che la partecipazione di Migliore alla festa di Azione giovani solleva "problemi di coerenza rispetto alla linea del PRC e di opportunità politica in una fase caratterizzata da una crescente e oppressiva presenza di partiti e gruppi più o meno esplicitamente portatori di ideologie e metodi di derivazione nazifascista". Ricordando alcuni dei più recenti episodi in cui il partito di Fini ha dato prova della sua inguaribile anima fascista, tra cui la proposta del Comune di Milano di seppellire in un unico sacrario le spoglie dei partigiani e dei repubblichini, e il rifiuto del vicesindaco di quella città, De Corato (AN), di concedere la sepoltura nel cimitero monumentale al partigiano medaglia d'oro della Resistenza Giovanni Pesce, i firmatari denunciano un clima di "pesante e invasivo revisionismo storico" ed esprimono "serie perplessità" per la decisione del capogruppo alla Camera appresa dai manifesti di AN.
Alla seria chiamata in causa il pupillo di Bertinotti ha risposto nello stile del suo maestro, e cioè con un tono di alterigia e di stizza, respingendo ogni critica e rivendicando una piena legittimità e coerenza della sua decisione rispetto alla linea del partito. E anche perché "così fan tutti", ormai. E ha ricordato a questo proposito altri esponenti della "sinistra" non riformista che hanno accettato di buon grado gli inviti alle feste di Azione giovani, come Cesare Salvi, Mario Capanna, Piero Sansonetti, e naturalmente Fausto Bertinotti. A proposito di quest'ultimo, Migliore ha esaltato il "confronto assai interessante che ha avuto l'anno scorso proprio con il presidente di Alleanza nazionale, Gianfranco Fini". "E non mi si dica - ha aggiunto con arroganza - che era lì in veste 'istituzionale'!".
Ma stringi stringi, oltre che coprirsi dietro le spalle del suo maestro e farfugliare di "lezioni di nonviolenza" che avrebbe impartito dal palco offertogli dai fascisti, non ha trovato argomento migliore, per giustificare la sua vergognosa decisione e tagliare corto a ogni discussione, che ricorrere a questa stupefacente sentenza: "Si va dove qualcuno può ascoltare le tue parole, anche se la cultura politica dell'altro ti è ostile". Dopodiché ha aggiunto: "Per me si tratta di una quotidiana pratica nonviolenta di relazione".
La discriminante antifascista è ormai vecchia e superata e va cancellata in nome della nonviolenza catto-gandhiana. È questo il nuovo credo che i bertinottiani vogliono far digerire di riffa o di raffa alla base del PRC.

24 ottobre 2007