Proposta di Francia, Germania, Belgio e Lussemburgo
IL MINIVERTICE DI BRUXELLES CHIEDE UN SISTEMA MILITARE EUROPEO AUTONOMO DALLA NATO
Auspicato l'avviamento di "una relazione transatlantica rinnovata"
Il minivertice europeo che si è tenuto a Bruxelles il 29 aprile e al quale hanno partecipato il francese Chirac, il tedesco Schroeder, il belga Verhofstadt e il lussemburghese Junker, ha rilanciato la proposta della costituzione di un sistema militare europeo autonomo dalla Nato. La proposta già avanzata dai quattro paesi a margine del vertice europeo di Bruxelles del 20 marzo e contenuta nelle loro proposte presentate ai lavori della Convenzione è aperta alla partecipazione degli altri europei ma ha l'obiettivo di costruire velocemente l'esercito della superpotenza europea con capacità operative anche al di fuori dell'Alleanza atlantica, attorno al nucleo franco-tedesco. Ha detto il presidente francese che l'incontro ha lanciato agli altri partner attuali e futuri della Ue la sfida di creare "una politica di sicurezza e di difesa credibile" che non può essere solo diplomatica perché, come afferma il documento del vertice, "l'azione diplomatica è credibile e dunque efficace solo se può basarsi su capacità civili e militari reali". In altre parole vuol dire che la superpotenza imperialista europea non deve restare ancora al traino di quella americana, deve dotarsi di mezzi militari autonomi a sostegno dei propri interessi imperialisti di dominio del mondo.
Nel progetto prefigurato nel documento sottoscritto al minivertice di Bruxelles si afferma che l'obiettivo finale è "lo sviluppo di un capacità europea di reazione rapida", obiettivo che deve essere raggiunto in tempi brevi e che potrebbe basarsi a partire dalla attuale brigata franco-tedesca. La tabella di marcia prevede che entro il 2004 sia creato un "quartier generale multinazionale" per guidare le "operazioni congiunte"; un "nucleo di capacità collettiva di pianificazione" che consenta "la condotta di operazioni della Ue senza il ricorso ai mezzi e alle capacità della Nato"; la creazione di una Agenzia europea degli armamenti per centralizzare e coordinare le nuove commesse militari; un "comando europeo di trasporto aereo strategico disponibile per operazioni europee e della Nato". In tema di trasporto aereo militare i quattro indicano come progetto di "importanza cruciale" lo sviluppo del nuovo Airbus A-400, quello da cui il governo Berlusconi ha deciso di ritirarsi. Nelle proposte più a lungo termine vi è "la creazione di una capacità europea di protezione da armi nucleari, batteriologiche e chimiche" e la messa a punto di "un sistema europeo di aiuto umanitario d'urgenza in occasione di catastrofi" in grado di mobilitare in 24 ore uomini e mezzi, civili e militari.
Quelle del minivertice di Bruxelles non sono certo ipotesi nuove; i primi passi di un esercito europeo autonomo sono già stati messi in piedi dopo la guerra nel Kosovo del '99, sulla base del progetto lanciato da Chirac e Blair nel loro vertice del '98 a Saint Malo. La costituzione di un "pilastro europeo" in seno alla Nato e con una propria autonomia era stata accettata a collo torto dagli Usa sotto la presidenza Clinton e sancita nel vertice Nato di Washington del '99.
Le ambizioni di una politica militare autonoma della superpotenza imperialista europea si sono scontrate con la nuova politica dell'Hitler della Casa Bianca che ha tra l'altro l'obiettivo di mantenere inalterata la supremazia militare degli Usa. Inoltre Bush in nome della "guerra preventiva" e della "lunga guerra" al terrorismo non intende avere condizionamenti né dall'Onu né dalle alleanze militari alle decisioni prese a Washington. Se per l'aggressione all'Afghanistan i paesi europei si sono allineati non altrettanto è avvenuto per quella all'Iraq. Francia, Germania, Belgio e Lussemburgo hanno guidato il fronte del no all'Onu e alla Nato sull'intervento militare in Iraq, poiché preferivano raggiungere gli stessi risultati per via diplomatica, mettendo in evidenza la spaccatura della Ue causata dal pronto allineamento con le posizioni americane da parte di Blair, Berlusconi e Aznar.
Al vertice europeo del 20 marzo Chirac aveva accettato l'ipocrisia del comunicato finale per ricucire i rapporti con gli Usa ma anche rilanciato, assieme agli altri tre paesi, l'idea di accelerare la costruzione di una politica estera e militare autonoma dell'Europa. In margine alla riunione Francia, Germania e Belgio annunciavano la convocazione di un vertice trilaterale da tenersi a aprile per definire una cooperazione più stretta in campo militare. Il Lussemburgo dava la sua adesione mentre il premier belga Verhofstadt sottolienava che la riunione era aperta a tutti i partners con un avvertenza: "sono tutti benvenuti ma non se vengono a mettere i bastoni tra le ruote. In questo campo vogliamo andare avanti sul serio e in fretta". La proposta era bocciata da Blair mentre per l'Italia il ministro degli Esteri Frattini annunciava l'intenzione di chiedere alla presidenza di turno greca di "allargare ai 15 quella riunione e ricondurla quindi nell'alveo istituzionale"; una evidente proposta per "mettere i bastoni tra le ruote".
Il minivertice di Bruxelles, preceduto dalla sparata contraria di Blair e dalla minaccia di Frattini di convocare un controvertice tra Gran Bretagna, Spagna e Italia, è rimasto a quattro, con i partecipanti che hanno tenuto a sottolineare formalmente l'importanza del legame tra Usa e Ue. "Il partenariato transatlantico resta una priorità strategica fondamentale per l'Europa" ed è "una condizione necessaria della sicureza e della pace mondiale", recita il documento finale. Dove si afferma anche che la Nato "resta il fondamento della sicurezza collettiva dei suoi membri". Chirac ha commentato che "costruendo un'Europa più forte contribuiamo evidentemente a una Alleanza altlantica più forte" mentre Schroeder "nella Nato non c'è troppa America, c'è poca Europa".
Un passo alla volta; i quattro auspicano una "relazione transatlantica rinnovata" che veda in concreto la costruzione di un polo militare europeo, alleato ma indipendente dagli Usa su cui basare una politica estera imperialista autonoma. Come ha sottolineato Chirac, rispondendo agli attacchi di Blair, "è inevitabile che nasca un mondo multipolare, con altre potenze che si affiancano agli Usa". E che in prospettiva le contendano il dominio assoluto del mondo.