Secondo il rapporto di Cgil e "Save the children"
260 mila minori supersfruttati in Italia
Pagati 10 euro alla settimana

Drammatici sono i dati che la Cgil e l'associazione Save the Children ha diffuso a seguito di un'indagine presentata lo scorso 12 giugno in occasione della Giornata mondiale contro il lavoro minorile alla presenza del ministro del Lavoro Giovannini, di quello dell'Istruzione Rossi Doria e del segretario della Cgil Camusso: in Italia i minorenni sotto i 16 anni di età sfruttati duramente sul lavoro raggiungono la cifra impressionante di duecentosessantamila unità, oltre il 5% di tutti i bambini, ragazzini e adolescenti. E a dare concretezza al rapporto Save the Children ha documentato numerose storie anche con l'ausilio di filmati che raccontano lo sfruttamento dei giovanissimi, tra cui particolarmente toccante quella di un manovale edile di 9 anni pagato 10 euro a settimana per svolgere lavori pesanti.
Si tratta, tenendo conto della giovanissima età dei ragazzi e della loro incapacità a opporsi allo sfruttamento lavorativo, di veri e propri lavori forzati, spesso pericolosi per la salute o per la sicurezza, svolti a orario continuato oppure di notte, che compromettono il percorso scolastico e distolgono i minori da gioco e svago che sono fondamentali per la loro formazione.
Lo sfruttamento non conosce distinzioni di sesso (le ragazze sono il 48%) e consuma soprattutto i ragazzi tra i 14 e i 15 anni, fascia di età (che segna il passaggio dalle medie alle superiori) in cui quasi uno su cinque (il 18,4% per la precisione) abbandona gli studi, ed è ancor più grave che il 41% dei minori finisce a lavorare nell'azienda di famiglia che, se da una parte può offrire loro condizioni di lavoro migliori rispetto a padroni estranei, dall'altra quasi mai li retribuisce e quasi sempre li distoglie comunque dagli obblighi scolastici; il fenomeno del lavoro minorile interessa peraltro anche bambini che hanno meno di 11 anni (0,3%).
Il fenomeno, spinto ulteriormente dalla crisi economica, è molto diffuso nelle province del Sud e nelle isole.
Quanto alle esperienze di lavoro, esse sono in buona parte occasionali (40%), ma uno su quattro lavora per periodi fino a un anno e c'è chi supera le cinque ore di lavoro quotidiano (24%): quanto alle tipologie di lavori poi, i giovani ed i giovanissimi si ritrovano a fare i baristi ed i camerieri (18,7% del totale), i venditori stanziali o ambulanti (14,7%), addetti ai lavori agricoli o di allevamento (13,6%) e manovali edili nei cantieri (1,5%). L'inferno dello sfruttamento capitalistico per loro comincia subito e sono privati dei più elementari diritti alla salute e all'istruzione.

10 luglio 2013