I partigiani accusati di aver causato l'eccidio di 560 persone, di cui 108 bambini, da parte di nazisti e fascisti
Il film "Miracolo a Sant'Anna" è un falso storico, un'offesa alla Resistenza
Il regista americano Spike Lee rifiuta di scusarsi. Napolitano: "Il film è un omaggio alla Resistenza". D'accordo anche "il manifesto" trotzkista
Il film "Miracolo a Sant'Anna" del regista americano Spike Lee che ricostruisce in chiave revisionista la strage compiuta dai nazi-fascisti il 12 agosto del 1944 a Sant'Anna di Stazzema (Lucca) in cui furono trucidate 560 persone quasi tutte donne, anziani e 108 bambini, alcuni dei quali di appena pochi giorni, è un falso storico senza precedenti; un'offesa alla Resistenza e alla memoria di quanti sacrificarono la propria vita per liberare l'Italia dagli aguzzini in camicia nera.
Presentato in anteprima al festival di Toronto e in programmazione in tutte le sale italiane dal 3 ottobre, il film è tratto dall'omonimo romanzo di James McBride e narra le vicende di un gruppo di soldati neri americani che, dispersi fra le linee nemiche dopo l'8 settembre del '44, soccorrono un bambino sopravvissuto al massacro nazi-fascista nella chiesa di Sant'Anna di Stazzema e trovano rifugio in un paesino della Versilia.
Nelle oltre 2 ore e mezza di pellicola Lee rappresenta la storia dell'eccidio sposando in pieno le tesi dei fascisti e dei revisionisti storici secondo cui la strage fu attuata grazie all'aiuto di un fantomatico partigiano traditore che avrebbe indicato ai nazi-fascisti il paesino di Sant'Anna di Stazzema quale probabile "covo dei ribelli partigiani". Non solo. Il film ribalta completamente anche la verità storica e processuale sancita dal Tribunale militare di La Spezia che nel 2005 ha condannato all'ergastolo dieci ex Ss colpevoli del massacro (condanna confermata in appello nel 2006 e ratificata in Cassazione nel 2007).
Con una nota unitaria, le sezioni Anpi di Massa, Carrara e Pietrasanta hanno bollato il film come "un falso storico ed una gravissima offesa alla Resistenza".
Alla presentazione del film Lee, che ha declinato l'invito a un confronto pubblico con l'Anpi e con tono strafottente si è rifiutato di scusarsi, ha rincarato la dose sostenendo che a provocare l'eccidio furono gli stessi partigiani. E che dunque non si trattò di un massacro premeditato e studiato nei minimi dettagli per terrorizzare la popolazione e fare terra bruciata, ma di una semplice rappresaglia in risposta agli attacchi partigiani che colpivano a sorpresa le truppe tedesche e subito dopo scappavano ben sapendo che la popolazione civile ne avrebbe subito le conseguenze.
"Le dichiarazioni di Spike Lee ci indignano - ha replicato il vicepresidente della sezione Associazione nazionale partigiani d'Italia di Pietrasanta, Giovanni Cipollini - Quello che ha detto è un'ulteriore dimostrazione di ciò che andiamo a sostenere ormai da tempo, che ha realizzato un film senza tenere presente l'esatta verità di ciò che è avvenuto a Sant'Anna di Stazzema" .
Come c'era da aspettarsi, al fianco del regista americano si è schierato Vittorio Emanuele Napolitano che, in nome della "riconciliazione nazionale" fra antifascisti e fascisti sotto la cappa della terza repubblica neofascista, presidenzialista, federalista e imperialista, non si è lasciato sfuggire l'occasione per attaccare la Resistenza e gettare altro fango sulla lotta partigiana.
Il capo dello Stato lo ha definito "Un film molto intenso e drammatico ed è anche un omaggio all'Italia, alla Resistenza e alle vittime della guerra. Non vedo spazio per polemiche in questa ricostruzione. Secondo me la Resistenza ne esce molto bene".
D'accordo con "l'autorevole" giudizio del rinnegato Napolitano anche l'accozzaglia di imbroglioni trotzkisti de "il manifesto" che anzi rincarano la dose definendo la pellicola "un affascinante e magnifico film sulla guerra partigiana", invocano addirittura il perdono di dio per chi "commette un gravissimo peccato e poi si confessa" e si sentono pienamente "confortati dall'autorevole giudizio del presidente della repubblica, oltretutto, che dice una parola definitiva non tanto sugli errori contenuti nel libro e nel copione di James McBride (nessuno è perfetto) quanto sulla sostanza 'anti Pansa' dell'operazione, né offensiva né revisionista, anzi un contributo esterno, dopo quello di Togliatti che ramazzò molti ragazzi di Salò nel Pci, affinché quella ferita che lacerò il paese, quella 'guerra civile' si richiuda una buona volta".
La verità è che questo film rientra a pieno titolo nell'odiosa campagna imbastita da anni dai rinnegati e dai fautori del regime neofascista per cancellare dalla memoria i valori dell'antifascismo e criminalizzare i partigiani e la gloriosa Resistenza. Si tratta di un attacco particolarmente odioso perché ad alimentarlo sono i rinnegati del comunismo come Naplitano e lo stesso "il manifesto" che danno man forte al regista americano Lee, secondo il quale i grandi e veri eroi furono i soldati dell'esercito americano; mentre gli italiani si dividevano o in fascisti o in cinici partigiani che con le loro azioni armate ben sapevano di provocare la rappresaglia delle truppe nazi-fasciste. Insomma il film si risolve in una vergognosa apologia della "democrazia" americana, mentre i partigiani sono equiparati a terroristi.

15 ottobre 2008