Le popolazioni dell'Emilia lasciate sole di fronte alla tragedia
Le "misure urgenti" del governo per i terremotati sono tardive, insufficienti e inefficaci
Impiegare per la ricostruzione i soldi della guerra all'Afghanistan, delle spese militari e delle "grandi opere" inutili e dannose
Di fronte all'immane tragedia che ha colpito l'Emilia-Romagna dove due potenti scosse di terremoto verificatesi il 20 e 29 maggio hanno seminato morte, terrore e distruzione soprattutto fra gli operai che erano al lavoro con centinaia di feriti e oltre 14 mila senzatetto, il governo della dittatura della finanza e della Ue Monti ha letteralmente abbandonato le popolazioni colpite dal sisma e bisognose di aiuto.
"Nessuno sarà lasciato solo" aveva promesso il tecnocrate liberista borghese Monti. E invece, di fronte a questo ennesimo disastro, che oltre tutto rischia di lasciare senza occupazione migliaia e migliaia di lavoratori e gettare nella miseria le loro famiglie, appaiono scandalosamente insufficienti le cosiddette "misure urgenti" assunte dal governo nel consiglio dei ministri di martedì 22 e mercoledì 30 maggio.
Tutto si è risolto in un misero stanziamento di appena 50 milioni di euro per i soccorsi, la deroga di alcuni mesi delle scadenze fiscali e il varo dell'ennesimo aumento di 2 centesimi al litro delle già esorbitanti accise sui carburanti che, in base ai consumi registrati lo scorso anno, dovrebbre procurare risorse per circa 500 milioni di euro entro il 31 dicembre 2012.
Misure ampiamente insufficienti e pubblicamente criticate dai sindacati che sottolineano come il governo abbia deciso di far pagare i costi di questa emergenza ancora una volta alle masse popolari mentre i governatori di alcune regioni come Toscana, Liguria e Piemonte hanno ricordato al governo che: "per contribuire a fare fronte a calamità naturali che le avevano colpite, avevano incrementato le accise sulla benzina di 5 centesimi di euro. Nelle tre regioni i cittadini avranno addirittura un incremento di sette centesimi al litro. Non è giusto né sostenibile". Mentre il Codacons, pur ritenendo necessario fornire un aiuto concreto ai cittadini colpiti dal terremoto, ritiene "inopportuno" l'aumento delle accise sulla benzina che rischia di innescare un effetto domino in tutti i settori produttivi con ulteriore aumento dei prezzi.
Un circolo vizioso che si potrebbe immediatamente interrompere se ci fosse la volontà politica di imboccare quella che secondo noi è una strada veramente rapida ed efficace per aiutare le popolazioni dell'Emilia-Romagna e della provincia di Mantova cioè che il governo prenda i soldi da stanziare ai terremotati dai fondi per il rimborso delle spese elettorali per i partiti parlamentari, dalle spese per la Tav e per inutili e dannose grandi opere pubbliche, dai fondi per la missione di guerra in Afghanistan e dai circa 30 miliardi di euro stanziati per l'acquisto dei cacciabombardieri F35 e dei droni.
Nel decreto del 30 maggio il governo ha fra l'altro preannunciato "l'individuazione di misure per la ripresa dell'attività economica attraverso un credito agevolato sul fondo di rotazione Cassa depositi e prestiti e sul fondo di garanzia del Mediocredito centrale... la delocalizzazione delle imprese produttive nei territori colpiti dal terremoto... il rinvio a settembre dei versamenti fiscali, dei contributi in scadenza a giugno e delle rate dei mutui... la sospensione dei termini per gli adempimenti processuali" e per finire è stata decisa anche la sospensione degli sfratti che suona quasi come una presa per i fondelli specie per chi è stato già sfrattato dal terremoto ed è costretto a dormire in macchina o nei pochi e insufficienti campi di accoglienza.
Sul fronte amministrativo è prevista una deroga ai vincoli di spesa imposti dal patto di stabilità ma solo entro un certo limite e solo per le spese per la ricostruzione. Ed è anche prevista la concessione di contributi a fondo perduto "per la ricostruzione e riparazione delle abitazioni danneggiate dal sisma, per la ricostruzione e la messa in funzione dei servizi pubblici (in particolare le scuole), per gli indennizzi alle imprese e per gli interventi su beni artistici e culturali". Infine il Consiglio dei ministri ha nominato Commissario per la ricostruzione il presidente dell'Emilia-Romagna Vasco Errani.
Tutto qui. Non ci sono nemmeno le solite promesse di circostanza di una pronta e completa ricostruzione di tutta l'area colpita dal sisma. Ma solo fumose "previsioni" e improbabili "individuazione di misure" dietro cui traspare una lentezza e un agghiacciante quanto criminale immobilismo che ferisce quanto e forse più della forza devastante della natura le martoriate popolazioni dell'Emilia-Romagna che nell'immediato hanno almeno il diritto di essere curate e soccorse adeguatamente e di avere una speranza per il proprio futuro.
Eppure Monti con una faccia di bronzo senza pari ripete che le misure adottate sono state "immediate e saranno efficaci... e nessuno, istituzioni, governo e cittadini lascerà solo nessuno".
In realtà Monti, che si è recato una sola volta nei luoghi colpiti dal sisma, è stato sonoramente fischiato e contestato dalla popolazione a Sant'Agostino, uno dei paesi più martoriati durante la prima ondata di scosse. Poi non si è più fatto vedere in Emilia.

6 giugno 2012