Blindate e militarizzate dal governo Berlusconi L'Aquila e le città teatro delle proteste
Tre giorni di mobilitazioni e proteste contro il G8
Retate preventive e repressione poliziesca contro i manifestanti

Gli arresti, la repressione preventiva e le intimidazioni di chiaro stampo mussoliniano, attuate dal governo del neoduce Berlusconi alla vigilia del vertice G8 de L'Aquila contro gli studenti dell'Onda e i manifestanti antiG8, non hanno fermato le tante iniziative di protesta che si sono svolte in varie città e sono culminate nella manifestazione nazionale del 10 luglio a L'Aquila.
Organizzata dalla Rete nazionale anti-G8, dai sindacati non confederali e da una parte dei comitati aquilani, la manifestazione contro il G8 che si è svolta nel capoluogo abruzzese è partita dalla stazione ferroviaria di Paganica e si è snodata su un percorso di circa 5 km fino a raggiungere il centro storico (Villa Comunale) dopo una marcia di circa 3 ore.
Alla manifestazione hanno partecipato in oltre 5 mila. Apriva il corteo lo striscione ufficiale, firmato Cobas: "Voi G8 siete il terremoto, noi siamo tutti aquilane/i" seguito da un altro striscione con su scritto: "Terremoto, crisi e democrazia". Presenti anche delegazioni del comitato "No Dal Molin" con uno striscione di solidarietà alla popolazione aquilana che "invitava" il governo "a realizzare una sola grande opera pubblica: la ricostruzione della città". Lungo il percorso i manifestanti hanno contestato Berlusconi e Bertolaso ("Il nostro protettore Bertolaso è indagato per traffico illecito di rifiuti, falso ideologico e truffa" recita uno striscione) e applaudito gli operai che lavorano senza sosta sulle macerie. Applausi e cori anche per i vigili del fuoco: "Il pompiere è uno di noi". Tra le prime file del corteo anche il movimento aquilano, "Epicentro Solidale", con lo striscione "Una sola grande opera, ricostruire L'Aquila dal basso" affiancato dagli "Aquilani contro il G8".
Qualche momento di tensione si è avuto alla fine del corteo col lancio di qualche bottiglietta contro le "forze dell'ordine" schierate in gran numero e in assetto antisommossa al limite della "zona rossa" del centro storico. Ma l'azione è stata subito fermata dagli stessi manifestanti che, dopo aver allontanato dal corteo alcuni giovani stranieri, col volto coperto da passamontagna, per ribadire il carattere della protesta, hanno intonato l'"Internazionale".
Altre decine di manifestazioni, cortei, sit-in e iniziative di protesta contro il G8 si sono svolte tra l'8 e il 10 luglio in diverse città.
L'Aquila
La mobilitazione contro il summit imperialista è iniziata l'8 luglio con la scritta di "benvenuto": "Yes we camp!" (Sì, siamo accampati) realizzata con dei teloni di plastica bianca di oltre 7 metri dai Comitati che si riuniscono nella sigla di "3,32" (l'ora della scossa del 6 aprile). In una città completamente blindata, i Comitati hanno deciso di esporre la scritta sulle falde della collina Roia, all'uscita dell'ultima galleria dell'autostrada prima di entrare nel capoluogo del terremoto. Uno slogan che, parafrasando quello della campagna elettorale di Obama, rimane ben visibile dall'autostrada, dal cielo e finanche dalle tendopoli e denuncia le difficili condizioni delle popolazioni abruzzesi nel post terremoto, le false promesse del governo, la vita dura nelle tendopoli ridotte a forni, parla dei 55mila sfollati e dei primi appalti finiti tutti ad aziende del Nord e qualcuna anche in odore di mafia.
"Siamo qui per denunciare il grande inganno - raccontano alcuni manifestanti - La gente pensa che la ricostruzione sta procedendo liscia, che gli aquilani sono già tornati nelle loro case e invece 'Yes we camp', siamo tutti accampati, a tre mesi dal sisma. Le cose a L'Aquila non vanno come dicono, perché la ricostruzione non è mai partita, e, sotto le tende, le persone più anziane stanno morendo". Mentre il rappresentante legale del "Comitato Ara" aggiunge: "La storia delle casette raccontata da Berlusconi e Bertolaso è una truffa. A settembre non saranno pronte. Hanno individuato sette siti, ma solo dopo hanno fatto le verifiche e hanno scoperto che cinque di questi non erano adatti".
Alla protesta si sono unite anche le "last ladies" ("ultime signore", in contrapposizione alle "first ladies", le prime donne dei governanti imperialisti) de L'Aquila, le donne della città che vivono nelle tende, soffrono e non hanno voce in capitolo e che, in polemica con le passerelle fra le macerie delle first ladies, sono scese in piazza davanti alla sede della Regione per denunciare lo stato di abbandono reale in cui sono state lasciate le famiglie e subito dopo hanno preso parte anche all'occupazione simbolica di una casa sfitta nella disastrata frazione di Pettino in segno di protesta contro il "piano C.a.s.e" del governo.
Roma
Un migliaio di persone hanno partecipato al sit-in contro il pacchetto sicurezza organizzato dalla Rete no-G8 davanti al Centro di espulsione di Ponte Galeria dove sono recluse oltre 300 persone.
Durante l'interrogatorio di garanzia degli otto manifestanti arrestati il 7 luglio in zona Ostiense, alcune centinaia di manifestanti hanno dato vita a sit-in di protesta davanti al carcere giudiziario di Regina Coeli.
Alcune decine di manifestanti della Rete No G8, caschi gialli "anti-crisi" in testa, hanno inscenato un sit-in davanti alla Banca di Roma e quella del Credito Artigiano in via XX settembre, a due passi dal ministero del Tesoro e dall'Ambasciata britannica esponendo striscioni: "G8 - Fmi - Banca Mondiale: chi saccheggia e devasta siete voi" e lanciando slogan "Siamo tutti aquilani" contro i "mandanti" della crisi economica.
Gli studenti dell'Onda romana hanno occupato in via Fortebraccio uno stabile disabitato per farne un mini-studentato "occupato e autogestito" in "risposta alla crisi che da mesi si abbatte sulle condizioni di vita di giovani, studenti e precari, agli affitti insostenibili, a chi ci chiama ospiti e ci fa pagare 500 euro al mese".
In viale Regina Elena un gruppo di 50 studenti e precari sono riusciti ad entrare negli uffici di Sapienza-Innovazione: organizzazione di interfaccia tra università e aziende private. Sempre nella capitale si è svolto anche un presidio di solidarietà davanti al carcere di Regina Coeli, dove sono stati portati i ragazzi arrestati. Dopo il blitz si è svolto un mini corteo per la Sapienza.
Torino
Gli studenti dell'Onda torinese hanno occupato la sala "Mario Allara" del Rettorato di via Verdi e organizzato un mini corteo interno all'Università per solidarizzare coi ragazzi arrestati. Mentre altri manifestanti anti G8 hanno lanciato mazzette di soldi sporche di sangue di fronte all'ingresso dell'Unione Industriali e esposto uno striscione: "G8: guerra, schiavitù e oppressione".
Bologna
Mini cortei contro la repressione organizzati dagli studenti dell'Onda che tra l'altro hanno occupato l'ufficio del rettore Pier Ugo Calzolari per protestare contro il provvedimento di custodia cautelare emesso nei confronti di quattro studenti bolognesi su mandato della Procura di Torino in seguito ai disordini verificatisi in occasione del "G8 University Summit" del 19 maggio. I ragazzi dopo un braccio di ferro coi vertici universitari durato circa un'ora hanno ottenuto il permesso di inviare di due fax dal rettorato occupato: uno di protesta contro la procura di Torino e uno di solidarietà con i ragazzi arrestati indirizzato al carcere della Dozza.
Milano
In segno di protesta "contro le politiche sociali dei grandi della terra" e per esprimere solidarietà alle popolazioni colpite dal terremoto in Abruzzo centinaia di manifestanti sono scesi in piazza.
In testa al corteo, concluso a Piazza Fontana e partito da largo Carrobbio, uno striscione con la scritta "No G8, speculazione militarizzazione, 100% ricostruzione, partecipazione, trasparenza", firmato dall'Assemblea milanese No G8. Tra gli slogan "Liberi tutti, liberi subito".
Genova
Contro G8 e repressione, il movimento genovese che dette vita al Social forum e gli studenti dell'Onda hanno manifestato insieme in Piazza De Ferrari.
Firenze
Occupazione lampo del rettorato dell'Università da parte di una cinquantina di studenti universitari e delle scuole medie superiori, per protestare contro gli arresti decisi dalla procura di Torino e contro la "repressione in atto anche a Firenze che ha portato la polizia a fermare cinque giovani diretti a Roma per partecipare alle manifestazioni di protesta contro il G8". I manifestanti hanno interrotto la seduta del Senato accademico.
Trieste
Una decina di rappresentanti del movimento studentesco Onda Anomala di Trieste hanno occupato la sede del rettorato dell'Università del capoluogo giuliano in segno di protesta contro gli arresti decisi dalla Procura di Torino per gli scontri del G8 tematico di maggio. I manifestanti hanno occupato pacificamente la sede del rettorato esibendo uno striscione, sul quale è scritto "Liberi tutti".
Ancona
Ad Ancona si è svolta la giornata "senza frontiere" promossa contro la vergogna dei respingimenti e per la liberazione dei manifestanti arrestati. La protesta si è conclusa con un corteo che da Piazza Roma ha marciato verso il porto.
Pescara
Legambiente ha scelto Pescara per diffondere il dossier "Profughi ambientali" insieme a Legambiente Abruzzo, gli Avvocati di Strada Onlus, la cooperativa sociale Pralipé, l' Abruzzo Social Forum, e chiedere alternative valide su mutamenti climatici e immigrazione. Alla diffusione ha fatto seguito un sit-in di Wwf e Abruzzo Social Forum davanti all'ingresso principale del Tribunale di Pescara in occasione dell'udienza preliminare del processo sulla megadiscarica abusiva di Bussi, la più grande d'Europa, e per l'acqua inquinata in Val Pescara.
A Brindisi, Marghera, Porto Tolle (Delta del Po) e Vado Ligure (Savona), sedi di altrettante centrali a carbone, alcune centinaia di attivisti di Greenpeace provenienti da diciotto Paesi sono saliti sulle ciminiere e sui nastri trasportatori, senza bloccare il funzionamento, per attirare l'attenzione e lanciare un appello ai governi che decideranno sul clima nella conferenza di fine d'anno a Copenhagen a ridurre le emissioni di gas serra.

15 luglio 2009