Da Palermo a Trieste
Prosegue la mobilitazione unitaria contro i tagli e la privatizzazione degli atenei
Assediata dalla protesta la gerarca Gelmini fugge dal capoluogo siciliano
Selvagge cariche delle "forze dell'ordine" a Milano
Da Nord a Sud prosegue la mobilitazione nelle Università contro i tagli, la legge 133 e la privatizzazione. Occupazioni, autogestioni, assemblee, cortei.
Lunedì 20 ottobre centinaia di studenti e professori della facoltà di Fisica di Roma hanno organizzato un sit-in in piazza Montecitorio con lezioni all'aperto. Alla Sapienza gli studenti dell'Udu hanno organizzato una grande assemblea con all'ordine del giorno l'occupazione dello storico ateneo. Quasi in contemporanea la riunione del Senato accademico di Roma Tor Vergata, nella sede del rettorato, è stato assediato dagli studenti con striscioni, cartelli e slogan che chiedono il blocco della didattica.
Nello stesso giorno a Palermo, dove era atteso il ministro della d-istruzione Gelmini per un incontro pubblico a Palazzo Steri, sede del rettorato dell'Università, hanno manifestato in oltre 15mila. Partiti dalla facoltà di Lettere e Filosofia dove da giorni è in atto l'assemblea permanente, i manifestanti hanno sfilato per le strade portando in spalla una bara nera di cartone fino al rettorato con il sostegno anche del rettore Giuseppe Silvestri che ha deciso di bloccare l'attività didattica per consentire lo svolgersi delle assemblee unitarie tra studenti, ricercatori, personale amministrativo e docenti. Il giorno dopo assemblee si sono svolte in tutte le facoltà, la sede della prefettura è stata assediata da un grande sit-in. A Catania gli studenti della facoltà di Scienze politiche hanno occupato l'aula magna rimanendovi in assemblea permanente.
Gelmini intanto dava forfait anche in Brianza.
Forte è la mobilitazione anche nelle università di Firenze, Bologna, Bari, Trieste, Pavia, Ancona, Catania, Napoli (grande assemblea pubblica in piazza del Gesù), Livorno, Pistoia.
A Firenze, dove il coordinamento con il movimento delle scuole è più forte, martedì 21 c'è stata un'oceanica manifestazione regionale (60mila in corteo), principalmente studenti e lavoratori dell'università. Per mercoledì 22 pomeriggio è prevista una grande assemblea all'aperto in piazza della Signoria. A Milano si è svolta la quindicesima manifestazione organizzata dagli studenti medi e universitari davanti palazzo Marino. Simbolicamente è stata stracciata e bruciata una copia della controriforma neofascista della scuola.
Martedì 21 ottobre oltre duemila studenti, partiti dalla Statale di Milano, intendevano bloccare i binari della stazione ferroviaria Cadorna, com'era già accaduto nei giorni precedenti a Roma Termini. Selvagge le cariche di polizia e carabinieri agli ordini di Berlusconi e Maroni nei pressi della stazione milanese. Diversi i manifestanti feriti. Dopo le cariche delle "forze dell'ordine", in centinaia hanno dato vita ad un sit-in spontaneo bloccando completamente la circolazione nella zona.
In questo clima di rivolta generale si deve registrare che il fronte dei Rettori si è spaccato con quelli aderenti alla neonata Anquis ("associazione per la qualità delle università italiane") che stanno trattando con il gerarca del governo Berlusconi e con i pescecani di Confindustria per ottenere qualche fondo in più in cambio del via libera alla "Riforma della governance", il prossimo passo che ha in mente il nero esecutivo per trasformare le "università d'eccellenza" in fondazioni private. Il baronaggio filogovernativo è costituito dai rettori delle università delle Marche, della Bicocca e del Politecnico di Milano, di Padova, Tor Vergata, Torino, Trento e Verona. Non stupisce l'assenza del Sud dal fronte dei crumiri. Qui le università pubbliche sono al collasso e la strada della protesta unitaria con studenti e ricercatori è quasi obbligata.

22 ottobre 2008