Indetta dall'USB
Mobilitazione del pubblico impiego contro la macelleria sociale del governo Monti

Durante la giornata nazionale di mobilitazione del 6 luglio, indetta dall'Unione sindacale di base (USB) Pubblico Impiego contro la "macelleria sociale" dal governo del tecnocrate liberista borghese Monti, si sono svolti sit-in, presidi e cortei improvvisati, manifestazioni e altre iniziative in tutto il Paese.
Contro i tagli programmati dal governo proprio nel pubblico impiego con il decreto legge 87/2012, "Misure urgenti in materia di efficientamento, valorizzazione e dismissione del patrimonio pubblico, di razionalizzazione dell'amministrazione economico-finanziaria, nonché misure di rafforzamento del settore bancario". Quell'ulteriore mannaia che si è abbattuta sui dipendenti e i servizi pubblici e che comporterà per centinaia di migliaia di lavoratrici e lavoratori "un futuro fatto di esuberi, mobilità, licenziamenti e ulteriori tagli alle retribuzioni e ai pochi diritti rimasti, mentre allo Stato Sociale verrà assestato un colpo mortale", perché "dimezza le amministrazioni del comparto fiscale e giuridico, avvia la chiusura di centinaia di uffici e servizi, e rende chiara la volontà effettiva di questo governo di far pagare le tasse solo ai lavoratori dipendenti e ai pensionati", scrive l'USB nella convocazione della mobilitazione.
"In continuità con tutte le iniziative di lotta e mobilitazione di questi mesi", l'USB ha voluto dare "una risposta immediata" al decreto legge che taglia la spesa pubblica, denunciando che: "Con il pretesto di evitare l'aumento dell'IVA, il governo e le sigle sindacali Cgil, Cisl, Uil, Ugl si apprestano a sedersi intorno ad un tavolo per definire un piano di tagli che dovrebbe trovare risorse fra i 5 e i 10 miliardi di euro".
A Milano un gruppo di lavoratori ha occupato il tetto dell'ex assessorato alla Sanità regionale srotolando uno striscione sull'edificio: "La crisi finisce quando comincia la lotta". Altri lavoratori hanno dato vita ad un blocco stradale.
A Piacenza si è svolta una mobilitazione dei lavoratori della giustizia contro i tagli ai tribunali.
A Roma si è svolto un presidio al ministero della Funzione Pubblica che ha poi raggiunto piazza Montecitorio in corteo.
A Palermo lavoratori pubblici e privati, e giovani dei centri sociali hanno partecipato all'assemblea cittadina, dove sono stati denunciati gli effetti nefasti dei provvedimenti che tagliano risorse alla spesa pubblica. Non sono mancati i momenti di tensione, quando i manifestanti hanno deciso di fare un blocco stradale.
In Calabria si è svolto un sit-in davanti alla sede Rai di Cosenza, con un'assemblea.
Contemporaneo lo sciopero dei lavoratori dei mezzi pubblici di Roma, Milano e Torino che ha reso difficile per alcune ore la mobilità cittadina.
Le iniziative della giornata di lotta si sono concluse a tarda sera con la fiaccolata a Roma, che dal ministero della Funzione Pubblica ha raggiunto piazza Montecitorio.
Una mobilitazione riuscita che che è stata ignorata dai mass media borghesi, megafono delle cosche parlamentari che sostengono Monti, proprio per non dare risalto alla rabbia, alla volontà di rivolta e di lotta contro la macelleria sociale del governo Monti evidentemente espressa in ogni occasione dalle lavoratrici e lavoratori, dai giovani, disoccupati e precari, nonostante e purtroppo, l'ingiustificabile e non più accettabile silenzio da parte dei vertici sindacati confederali i quali, in particolare la CGIL, hanno pesanti responsabilità per non aver mobilitato la piazza e indetto lo sciopero generale nazionale di otto ore con manifestazione a Roma e per aver accettato di sedersi al tavolo della trattativa coi massacratori sociali.

11 luglio 2012