Blindato il quadrilatero del Teatro Arena del Sole, dove il premier era intervistato dagli sponsor Scalfari e Mauro de "la Repubblica"
Duramente contestato Monti a Bologna
Carabinieri e poliziotti caricano e manganellano i determinati manifestanti che cercavano di sfondare la "zona rossa"
"Contro la democrazia dello spread Monti dimettiti"

Dal nostro corrispondente dell'Emilia-Romagna
Sabato 16 giugno migliaia di giovani hanno "accolto" al grido di "Goldman Sucks", "Fuck austerity", "Smontiamo Monti" il tecnocrate liberista borghese Monti, presente a Bologna per partecipare ad un convegno "la Repubblica delle Idee", organizzato dalla compiacente "la Repubblica" e rispondere agli sponsor Scalfari e Mauro. Oramai non c'è sortita pubblica di Monti, della Fornero e di altri esponenti del governo della grande finanza, della UE e della macelleria sociale senza una loro dura contestazione di massa della parte più avanzata e combattiva della classe operaia e dei lavoratori, dei precari e dei giovani, dei movimenti di lotta e dei centri sociali.
Le "forze dell'ordine" della gerarca Cancellieri, prevedendo la durissima contestazione, avevano creato l'ennesima "zona rossa" attorno al teatro Arena del Sole, sede dell'incontro, presidiato sin dalla mattina così come lo erano le vie d'accesso nelle quali la questura aveva mussolinianamente vietato ogni manifestazione, predisponendo tre blocchi: il primo in via Goito con camionette messe di traverso per impedire il passaggio dei manifestanti; il secondo schieramento in via Righi, il terzo all'incrocio tra via Indipendenza e via dei Mille. Alla faccia della democrazia di cui tanto costoro si sciacquano la bocca.
Ma i divieti e le intimidazioni non hanno fermato i tantissimi giovani che nel pomeriggio sono partiti in diversi cortei da nord e sud della città per cingere "d'assedio" il teatro, presenti molti centri sociali e studenti medi con striscioni come "No Monti. No Profumo. Siamo tutti studenti dell'anno". Vi era anche una caricatura di Monti all'interno di un segnale di divieto e lo striscione con su scritto "Contro la democrazia dello spread Monti dimettiti".
Fermati da un cordone di polizia nei pressi del teatro, i manifestanti hanno chiesto più volte di fare entrare almeno un loro rappresentante per poter rivolgere una domanda a Monti, ma evidentemente anche una sola domanda di chi non è addomesticato e succube disturba il manovratore ed ecco partire una proditoria e violenta carica di carabinieri e poliziotti che hanno preteso di zittire i contestatori coi manganelli e far indietreggiare i cortei. Gli scontri sono continuati lungo altre vie nei dintorni e i manifestanti si sono poi radunati nel centro indicendo un'assemblea provvisoria. Uno dei cortei una volta ripartito, ha svolto una contestazione davanti alla Deutsche Bank.
E dopo le violentissime cariche, il Questore di Bologna Vincenzo Stingone ha persino minacciato i manifestanti: "dove sono state fatte violazioni procederemo e denunceremo all'autorità giudiziaria", immediatamente appoggiato dal sindaco di Bologna, Virginio Merola, PD che gli ha fatto eco: "Manifestare è un diritto, ogni critica è legittima, ma diventa un torto quando non si rispettano le regole e la legalità". Quali regole? Quale legalità? Quelle del governo del massacro sociale?
Ancora una volta il governo Monti ha dimostrato di non sopportare le contestazioni popolari e di rispondergli con la repressione, esattamente come faceva il neoduce Berlusconi al quale, anche da questo punto di vista, Monti è "degnamente" succeduto. Non possiamo che ribadire ancora una volta: liberiamoci al più presto dal governo della grande finanza, della Ue e del massacro sociale.

20 giugno 2012