Battezzato col lancio di uova il suo primo comizio elettorale
Monti contestato dai terremotati emiliani

Un vecchio proverbio dice: "chi semina grandine, raccoglie tempesta". Così è stato per il liberista borghese Monti quando, il 27 gennaio scorso si è presentato in veste di candidato premier ai terremotati dell'Emilia con un'impareggiabile faccia di bronzo. Dopo la "grandine" della macelleria sociale del suo governo e il totale abbandono in cui ha lasciato le popolazioni emiliane vittime del sisma, non poteva che andare così. Furbescamente ha poi commentato: "I fischi e le contestazioni fanno notizia, ma quelli che ho ricevuto sono stati meno di quelli che mi aspettavo". Ma così non è sembrato.
Il suo tour elettoralistico nella zona rossa della città è durato poco: lo stavano attendendo assiepati dietro le transenne gli abitanti di Concordia, un comune tra i più colpiti, che nonostante fossero guardati a vista da ingenti forze di polizia, lo hanno contestato duramente: "Buffone!", "Vergogna, vieni qui solo per la campagna elettorale!", e dopo che dalla folla è partito, in direzione del premier, anche un uovo che non lo ha colpito, ma ha centrato il sindaco di Camposanto, Antonella Balladini. si è messo l'elmetto (antinfortunistico...) e circondato dalle guardie del corpo, insieme alla moglie, è fuggito.
Nel pomeriggio Monti era atteso a Mirandola (Modena) per un'iniziativa elettorale al palazzetto dello sport; anche qui appena arrivato non ha trovato la folla "plaudente" ma una forte contestazione: da una parte alcuni consiglieri PDL dei comuni terremotati che inscenavano strumentalmente una pantomima elettoralistica, dall'altra un folto gruppo in rappresentanza dei "cittadini terremotati della Bassa" del comitato Sisma 12 con tanto di cartelli e uno striscione "Giù le mani dalle nostre case. Rimborso dei danni al cento per cento". Nel volantino diffuso hanno chiesto "al primo ministro dimissionario Mario Monti di scusarsi della insensibilità con la quale il suo governo ha trattato questo territorio" e al "candidato Mario Monti di avere la decenza di non venire in campagna elettorale a promettere quello che, quando ne aveva l'opportunità, non ha fatto".
Per evitare quel "bagno di folla", non gradito, è entrato da un ingresso secondario del palazzetto; i manifestanti lo hanno inseguito ma sono stati bloccati dalle "forze dell'ordine". Alle contestazioni però non è riuscito a sottrarsi; all'interno, durante il suo discorso è stato interrotto più volte, un'imprenditrice di Casalgrande gli ha gridato: "Io mangio pane e cipolla, voi abbassatevi gli stipendi. Noi imprenditori paghiamo il 68% di tasse, fate i tagli, basta parole", prima di abbandonare il palazzetto è stata addirittura identificata dalla digos, tanto per sottolineare la sua disponibilità ad "ascoltare i cittadini"! Monti le ha chiesto di restare ad ascoltare le sue spiegazioni. E cioè "Mi dispiace... non è stato possibile posticipare il pagamento delle tasse. Non c'era la copertura finanziaria, abbiamo fatto tutto il possibile viste le limitatissime risorse dello Stato che stava per fallire...". Non riuscendoci con le lusinghe, ci ha provato poi con le minacce: "Queste reazioni vanno capite. Ma se siete contenti di come è andato il Paese negli ultimi 20 anni basta votare per i partiti che ci sono sempre stati". Occorre astenersi, invece, per delegittimarli tutti!

20 febbraio 2013