Lettera aperta di 53 giuslavoristi e professori di diritto
Monti e Fornero mentono sulle misure compensative
Le due normative annunciate esistono già

Il governo Monti mente in modo sconcertante quando, per far digerire le modifiche peggiorative sui temi del "mercato del lavoro" prospetta due misure compensative di natura opposta, facendole "apparire come concessione ai sindacati". In quanto tali disposizioni già esistono nel nostro ordinamento. Lo sostengono 53 giuslavoristi e professori di diritto in una lettera aperta, primi firmatari Umberto Romagnoli, Luigi Mariucci, Piergiovanni Alleva, Giovanni Orlandini e Sergio Matone.
Gli interventi compensativi citati da Monti e Fornero sarebbero l'estensione alle imprese sotto i 16 dipendenti dell'istituto della reintegra (contenuto nell'art. 18) in caso di licenziamento discriminatorio e la previsione secondo cui i contratti a tempo determinato non potranno essere reiterati per più di 36 mesi, convertendosi, oltre tale limite temporale, in contratti a tempo indeterminato. "Entrambe le affermazioni - precisano i promotori della lettera - sono false in quanto tali disposizioni esistono già nel nostro ordinamento".
La prima "è contenuta nell'articolo 3 della legge 108/90 che testualmente dispone: il licenziamento determinato da ragioni discriminatorie è nullo indipendentemente dalla motivazione addotta e comporta, quale che sia il numero dei dipendenti occupati dal datore di lavoro, le conseguenze previste nell'articolo 18 della legge 20 maggio 1970, n.300. La seconda è disciplinata dall'articolo 5 comma 4 bis del dlgs 368/01 il quale recita: qualora per effetto di successione di contratti a termine per lo svolgimento di mansioni equivalenti il rapporto di lavoro tra lo stesso datore di lavoro e lo stesso lavoratore abbia complessivamente superato i 36 mesi comprensivi di proroghe e rinnovi, indipendentemente dai periodi di interruzione che intercorrono tra un contratto e l'altro, il rapporto di lavoro si considera a tempo indeterminato".
È davvero sconcertante - conclude la lettera - il livello di disinformazione (se c'è buona fede) o di spregiudicatezza (se c'è mala fede) di chi vuol far apparire a milioni di cittadini come concessioni alle organizzazioni sindacali rappresentative dei lavoratori quelle tutele già acquisite da anni dalla legge".

28 marzo 2012