Monti dice no alle proposte del movimento
Bisogna estendere e indurire la lotta per impedire al governo dei banchieri e dei mafiosi di affossare le masse popolari siciliane

Dal nostro corrispondente della Sicilia
Lo aveva detto il PMLI nel comunicato del 20 gennaio: "Come dimostra la storia e questa stessa rivolta popolare non esistono governanti in Sicilia e in tutta Italia che hanno a cuore i problemi dei lavoratori, dei pensionati e delle masse popolari, disoccupate, giovanili e femminili". L'ennesima dimostrazione s'è avuta nell'incontro romano del 25 gennaio tra il presidente del consiglio Monti e il governatore della Sicilia Lombardo. Quasi a sancire che la questione è per il governo principalmente, se non unicamente, di ordine pubblico, il comunicato di Palazzo Chigi inizia sottolineando la presenza del ministro dell'interno Anna Maria Cancellieri, per la linea durissima contro i movimenti.

Riunione senza risultati concreti
Nonostante la presenza delle "teste d'uovo" del capitalismo italiano da Catania, ministro dell'Agricoltura, a Ciaccia, vice ministro allo Sviluppo con delega alle Infrastrutture, al segretario del Consiglio dei ministri, Antonio Catricalà, al sottosegretario all'economia e finanze, Gianfranco Polillo, niente di concreto è uscito dalla riunione. Assente il ministro alla coesione Fabrizio Barca, uno dei principali responsabili dell'affossamento del Sud negli ultimi anni, uno di coloro che più avrebbero dovuto dare risposte ai siciliani. Per la Regione Siciliana, oltre a Lombardo, c'erano il presidente dell'Assemblea Regionale Siciliana Francesco Cascio, gli Assessori all'economia, Gaetano Armao, alle infrastrutture e mobilità, Pietro Carmelo Russo, alla Sanità Massimo Russo, e alle risorse agricole e alimentari, Elio D'Antrassi.
Monti non si è affatto pronunciato in merito alle richieste inoltrate dal movimento. Tra queste: la dichiarazione dello stato di crisi di tutto il comparto produttivo; riduzione del prezzo del carburante; sospensione dei pignoramenti e rifinanziamento delle aziende per due anni con prestiti agevolati; eliminazione dell'ICI e dell'IMU sui fabbricati rurali e terreni; blocco delle cartelle esattoriali e del fermo amministrativo dei mezzi di lavoro; riduzione dei pedaggi sui traghetti per le merci siciliane da esportare al Nord; utilizzo dei fondi comunitari ancora non spesi per finanziare le aziende; riforma della politica comunitaria, blocco delle importazioni di grano, olio, ortofrutta, ecc... di cui la Sicilia è eccedentaria nella produzione; rispetto del contratto collettivo di lavoro dei braccianti agricoli e riconferma delle giornate lavorative per i braccianti agricoli. Si tratta di un tema questo molto sentito in Sicilia dove il bracciantato agricolo raggiunge le decine di migliaia di operai per lo più precari. Infatti con la legge 247 del 2007 è stata soppressa la norma che prevedeva la riconferma automatica delle giornate lavorative dell'anno precedente in caso di calamità per i braccianti agricoli e come se non bastasse, non è stato previsto solo per tale categoria l'utilizzo delle risorse contenute negli ammortizzatori sociali in deroga ed infine è stata imposta anche la chiusura delle cooperative agricole senza terra.
Monti si è limitato a ribadire i presunti "provvedimenti" del governo per venire incontro ai problemi del Mezzogiorno e della Sicilia in particolar modo. In particolare ha sostenuto che gli autotrasportatori "godono già di misure di riduzione compensata dei pedaggi autostradali" e ha snocciolato i 130 milioni di euro messi a disposizione per tali sconti nel 2011 e i circa 70 previsti per il 2012 (60 milioni in meno in un anno!). Si tratta di un ben magro impegno di fronte alle condizioni di prossimità al fallimento in cui si trovano migliaia di piccoli trasportatori siciliani. La promessa fatta da Monti in sede di discussione di assegnare altri 100milion per venire incontro ai problemi esposti è ben poca cosa.
Sul gap infrastrutturale uno delle cause delle difficoltà economiche della Sicilia, Monti se ne esce pubblicizzando il misero lavoro fin qui svolto: le delibere del CIPE del 6 dicembre e 20 gennaio per un finanziamento di tre miliardi di euro. Ben poco di fronte all'enorme carenza in Sicilia, di fronte alla chiusura di linee ferroviarie, all'aumento dei pedaggi, alla scarsa manutenzione ordinaria e straordinaria del settore viario in Sicilia, alla soppressione di treni a lunga percorrenza. Di fronte a questo disastro è ben misera la promessa di Monti di ripristinare uno, ma uno solo, dei tanti treni notturni a lunga percorrenza da e per la Sicilia soppressi a dicembre del 2011: a scelta della regione o il Milano o il Torino. Sul tema delle infrastrutture e dei trasporti sembra addirittura che nella riunione, con sommo disprezzo dei movimenti contro il Ponte che in questi anni hanno fatto sentire bene il loro No al progetto, non ci sia stato "alcun definanziamento dei fondi per il ponte sullo Stretto di Messina e che si attende l'ok della Valutazione di impatto ambientale per reperire le risorse", afferma l'imbroglione e falso meridionalista Lombardo.
Sul problema del trasporto delle merci secondo Monti sarebbe risolutiva addirittura la liberalizzazione del sistema di distribuzione dei prodotti agro-alimentari, un provvedimento che invece rischia di dare la definitiva mazzata ai piccoli trasportatori. Insomma una politica dei trasporti e delle infrastrutture che finirà per affossare definitivamente l'economia siciliana.

Lombardo apprezza Monti
Soddisfatto Lombardo che dice di aver trovato in Monti "una disponibilità e una competenza tecnica senza precedenti (!). D'altro canto Lombardo ha utilizzato l'incontro romano per tentare di risolvere i ben noti problemi di un bilancio che non si riesce a chiudere, elemosinando dall'esecutivo nazionale i soldi per riempire il buco finanziario del carrozzone clientelare della sanità siciliana. Non si sa se abbia avuto risultati concreti nemmeno su questo tema, ma sarà bastata qualche misera promessa a fargli sentenziare che la protesta "deve finire". Come se i movimenti rispondessero a lui, come se a Roma si fossero risolti i problemi di decine di migliaia di agricoltori, pescatori, disoccupati, precari, studenti siciliani che in queste settimane hanno duramente protestato. Scontenti i "Forconi" che sulla promessa di tavoli tecnici affermano: " sappiamo come funziona. È solo un modo per prendere tempo, per dire che si stanno impegnando, mentre noi continuiamo a morire".
Nella stessa giornata del vertice romano, una grande manifestazione regionale ha invaso le strade di Palermo con decine di migliaia di manifestanti, persino con le rappresentanze sindacali, Cgil, Cisl e Uil dei pescatori. Dal corteo sono stati allontanati i militanti di Forza nuova. Un folto combattivo gruppo di agricoltori di Grammichele, il paese della provincia di Catania di cui è originario il governatore Lombardo ha detto chiaro: "Lombardo ci ha traditi. In questi anni non ha fatto nulla per il paese, ci ha ridotti alla fame. Siamo qui anche per colpa sua", mentre la Regione ha consegnato un contributo di ben 250 mila euro all'agriturismo intestato alla moglie del governatore.

Gli sviluppi della lotta di massa
Intanto cresce la carica antistituzionale di questo movimento che sembra essersi reso conto del fatto che le istituzioni borghesi non hanno alcuna intenzione di risolvere i problemi delle masse popolari e lavoratrici siciliane. Si sta discutendo di nuove e incisive forme di lotta. È venuta fuori da più parti la proposta dell'occupazione di tutti i comuni siciliani. La condivisione della proposta da parte di tutte le anime del movimento verrà vagliata nei prossimi giorni. Intanto la protesta si allarga. Gli studenti, i centri sociali, i disoccupati, i precari sempre più numerosi forniscono appoggio ai "Forconi".
Brilla per la sua assenza dalla lotta la "sinistra" borghese regionale, che in Sicilia appoggia l'imbroglione Lombardo, e a livello nazionale il tecnocrate Monti, i due principali massacratori delle masse popolari siciliane. I vertici della "sinistra" borghese hanno fatto una netta scelta di campo contro il movimento dei "Forconi" siciliano, scelta basata su pretesti e analisi scorrette, e che ha l'obbiettivo di soffocare la dura protesta. Noi chiediamo alla base dei partiti della "sinistra" borghese e a tutti i siciliani di partecipare alla mobilitazione, impegnandosi perché l'attuale rivolta delle masse siciliane conquisti la vittoria, con l'obbiettivo soprattutto di conquistare il lavoro per i disoccupati, in particolare per le giovani e i giovani. "Questi governanti, da Mario Monti a Raffaele Lombardo, che lavorano esclusivamente per le esigenze del capitalismo e della classe dominante borghese vanno spazzati via", ha giustamente detto il 20 gennaio il PMLI che appoggia questa lotta con tutte le proprie forze, nella consapevolezza che "solo il socialismo può salvare l'Italia" e il suo Mezzogiorno.

1 febbraio 2012