Varato il decreto legge sulla sanità
Monti smantella e privatizza ancor di più il SSN
Rilanciata l'attività privata nel pubblico e i partenariati nell'edilizia ospedaliera. Le nomine ai vertici di Asl e ospedali restano politiche e nel segno del "conflitto di interessi". Uno specchietto per le allodole le norme per decongestionare gli ospedali, limitare il gioco d'azzardo, il tabagismo e le sofisticazioni alimentari
Vergognoso tentativo di impedire la costituzione di un registro dei tumori della Campania

Il 4 settembre scorso il Consiglio dei ministri ha dato il via libera a un decreto legge sulla Sanità. Come al solito i mass media del regime hanno fatto per giorni da gran cassa alla propaganda del premier Monti e del ministro Balduzzi.
Diradatesi ora le raffiche di fumogeni ("provvedimento a tutela della salute e dei consumatori", "maggiore riconoscimento al merito", "maggiore distanza della sanità dalla politica"), vediamo cosa emerge dalla lettura di questo testo, non prima di avere ricordato la politica generale del governo in tema di sanità: taglio al fondo sanitario nazionale, aumento delle addizionali Irpef regionali, conferma dell'abbinamento tra diversificazione dei Lea regionali (livelli essenziali di assistenza) e federalismo fiscale quale meccanismo privilegiato, e meno rumoroso, per smantellare dalle fondamenta il Ssn, conferma degli odiosi ticket, difesa ed ampiamento della sanità privata e a pagamento.
Tra i provvedimenti della "spending review" ricordiamo tra gli altri il "divieto per gli enti locali di procedere ad assunzioni di personale a qualsiasi titolo e con qualsivoglia tipologia contrattuale nel caso in cui l'incidenza delle spese di personale sia superiore al 50% (invece del 40%) delle spese correnti".
Innanzitutto occorre dire che con questo decreto non cambia nulla nel meccanismo di nomina del vertice di Asl ed ospedali. Sarà sempre il governatore e la sua giunta ad effettuare le nomine a propria discrezione: "attingendo ad un elenco regionale di idonei costituito a valle di una procedura selettiva svolta da una commissione di esperti". Si specifica che questa Commissione dovrà essere "indipendente", quando in realtà non è prevista alcuna garanzia che i suoi componenti non appartengano alle solite lobby elettorali, clientelari ed affaristiche, tanto care, ad esempio, al modello Formigoni.
Per la nomina dei primari viene istituita "una procedura selettiva affidata a primari della stessa disciplina, ma non della stessa Asl, sorteggiati a livello nazionale. Il direttore generale dovrà scegliere il primario necessariamente entro la rosa dei primi tre candidati". Per consentire il sorteggio, "saranno costituiti entro tre mesi elenchi regionali dei primari per singole discipline e l'elenco nazionale sarà la sommatoria degli elenchi regionali". Un meccanismo senza dubbio farraginoso, ma che non tocca la radice di tutta la corruzione e speculazione nel settore salute, ossia il "conflitto di interessi" tra pubblico e privato.
Il governo non solo non taglia questo nodo gordiano ma rilancia la privatizzazione della sanità. Lo fa attraverso il potenziamento dell'intramoenia e dell'extramoenia introdotti dalla riforma Bindi-ter nel 1999 e il cui scopo è sempre stato arrivare a una legalizzazione degli scandali: "Le aziende sanitarie devono procedere a una definitiva e straordinaria ricognizione degli spazi disponibili per le attività libero-professionali". Per promuovere l'attività privata dei professionisti pubblici è prevista persino la possibilità di "utilizzare spazi presso strutture sanitarie esterne, ovvero autorizzare i singoli medici a operare nei propri studi", a patto che ci sia "la tracciabilità di tutti i pagamenti effettuati dai pazienti attraverso un sistema informatico speciale". "Parte degli importi riscossi saranno destinati, oltre che per i compensi dei medici e del personale di supporto, anche per la copertura dei costi sostenuti dalle aziende".
Affinché non ci fossero dubbi sulla strada intrapresa il decreto ha deciso di puntare sul partenariato pubblico-privato anche in materia di edilizia sanitaria "ampliando la possibilità di collaborazione con gli investitori privati" (che in una situazione di crisi industriale si intrecciano sempre di più con le mafie).
Se questi sono gli aspetti più importanti è vero anche che questo decreto contiene più di qualche specchietto per le allodole: la medicina generalista 7 giorni su 7 e 24 ore su 24, le norme per favorire il coordinamento operativo tra i medici di medicina generale, i pediatri di libera scelta, gli specialisti ambulatoriali "al fine di decongestionare gli ospedali", ma secondo modelli demandati alle Regioni, la dichiarata volontà di ridurre gli esami diagnostici inappropriati e nello stesso tempo evitare le responsabilità civili dei medici (cosiddetta medicina difensiva), l'obbligo di prescrizione dei farmaci generici, il divieto di vendita dei prodotti da fumo ai minori di 18 anni con sanzioni agli esercenti fino a 500 e 2000 euro con la sospensione della licenza per tre mesi in caso di recidiva.
Ci sono poi provvedimenti così demagogici da rasentare il ridicolo, come quelli che vorrebbero rappresentarsi come una lotta alle "ludopatie": "rendere obbligatoria le probabilità di vincita ed il rischio di dipendenza dal gioco"; "vietare l'accesso dei minori alle sale gioco"; "rivedere (limitatamente alle nuove concessioni!), la dislocazione di punti di raccolta del gioco evitando la prossimità a scuole, università, nosocomi, luoghi di culto". E il riciclaggio che avviene attraverso le slot machine e i casinò "porta a porta", e lo smantellamento dei Ser.t che anche di queste patologie dovrebbero occuparsi, e la povertà che si nasconde dietro questa nuova devastante e dilagante, soprattutto al Sud, tossicodipendenza? Si tratta di pura ipocrisia. L'Osservatorio Antiplagio del resto ha denunciato che nel decreto, rispetto alla prima versione, è persino scomparso l'articolo che vietava la pubblicità del gioco d'azzardo nella fascia oraria televisiva dalle 16 alle 19,30 (per non disturbare la programmazione da Minculpop di Rai e Mediaset?)
Stesso discorso ipocrita lo riscontriamo nell'"obbligo di avviso ai consumatori dei rischi connessi al consumo di latte crudo e pesce crudo" e nell'"aumento del contenuto di succo naturale di frutta dal 12 al 20 per cento nelle bevande analcoliche", (anche qui la montagna ha partorito il topolino: per non disturbare troppo i marchi Coca Cola?), e infine dulcis in fundo nell'Istituto nazionale migrazioni e povertà (Inmp), che dovrebbe attivare programmi d'intervento a carattere interregionale per povertà e fenomeni migratori (abolire subito i lager per migranti questo si doveva fare per tutelare i diritti e la salute!). Nulla c'è poi per il Sud in cui la sanità, e non solo, è sempre più vicina a quella del Terzo Mondo e nelle mani della borghesia mafiosa.
"La tutela della salute è un vero e proprio asset produttivo per il Paese", è stata la sobria sparata berlusconiana del premier Monti a commento del provvedimento.
La verità è che a lui, e ai suoi compari (tra i quali ricordiamo ci sono i vari Riva e Veronesi), non importa assolutamente nulla della tutela della salute del popolo. Lo dimostra anche la recentissima decisione di impugnare davanti alla Corte costituzionale la legge regionale n. 9 del 10 luglio 2012 che istituisce il registro tumori della popolazione della regione Campania'.
In sostanza il governo ha giudicato la nascita di un semplice registro (atteso da decenni e per altro ancora insoddisfacente nella forma in cui è stato istituito perché non prevede il coinvolgimento diretto dei comitati di cittadini), "in contrasto con il piano di rientro dal disavanzo sanitario".
L'oncologo e tossicologo del Pascale di Napoli, Antonio Marfella, che si sta sgolando per denunciare che la Campania è una gigantesca Seveso, ha così commentato questa vergognosa decisione del governo sanguisuga: "è una condanna a morte per tutti i nostri figli... il blocco della legge è una esplicita dichiarazione di guerra di sterminio per 6 milioni di cittadini campani. Tutti uniti, medici e cittadini formiamo una catena umana per chiedere il registro tumori e opporci all'alleanza stato e camorra a danno della salute di tutti i cittadini della Campania!".

19 settembre 2012