Come Mussolini e Berlusconi vuole carta bianca sulla politica economica e finanziaria
Monti: i governi non si devono lasciare vincolare dai parlamenti

"Se avessi dovuto tenere in considerazione le posizioni del parlamento italiano, dal quale avevo avuto indicazioni di far passare gli Eurobond, non avrei dovuto dare il consenso italiano all'ultimo Consiglio europeo di fine giugno. Ma ogni governo ha il dovere di guidare il proprio parlamento, anche perché se i governi seguissero esclusivamente le decisioni dei parlamenti, la rottura dell'Europa sarebbe più probabile della sua integrazione".
Se non fosse stato per le reazioni indignate della stampa tedesca e di diversi parlamentari del Bundestag, che le hanno subito bollate come un "attacco alla democrazia", nonché per la nota di "precisazioni" che Palazzo Chigi ha dovuto emettere precipitosamente il giorno successivo per parare le critiche, queste gravissime dichiarazioni di Monti contenute in un'intervista di domenica 5 agosto al settimanale tedesco Der Spiegel sarebbero passate del tutto sotto silenzio da noi, grazie alla compiacente indifferenza con cui le avevano riportate i quotidiani italiani.
Tutte le edizioni di lunedì 6 agosto, infatti, avevano riportato sì con grande rilievo i più significativi passaggi dell'intervista del premier, tra cui quello sopra citato che ha fatto infuriare la stampa e gli ambienti politici di Berlino, ma senza non diciamo indignarsi come i loro colleghi tedeschi, ma neanche manifestare la minima sorpresa per il piglio e i contenuti presidenzialisti, antiparlamentari e di disinvolto disprezzo delle stesse regole formali della democrazia borghese, che quelle dichiarazioni di Monti sottintendevano.
Soltanto nelle edizioni di martedì 6, dopo che la polemica era esplosa in Germania e che Monti aveva già dovuto rettificare i suoi giudizi precisando che egli non intendeva "auspicare in alcun modo una limitazione del controllo parlamentare sui governi", i quotidiani italiani "si sono accorti" della clamorosa "gaffe" presidenzialista del presidente del Consiglio, ma trattandola comunque coi guanti bianchi, come se essa riguardasse solo la Germania, e non anche e soprattutto il nostro Paese, visto che il senso delle dichiarazioni di Monti era palesemente questo: perché anche la Merkel non fa col suo parlamento quel che io ho già fatto e intendo fare sempre di più col parlamento italiano, cioè come mi pare e piace infischiandomene del suo parere?
Ma la stampa di regime nostrana, al contrario di quella tedesca che si è sentita punta nel vivo del suo endemico nazionalismo, o ha fatto finta di non cogliere la gravità di questa proposizione, come ha fatto quella cosiddetta indipendente o vicina alla "sinistra" borghese, o ha addirittura lodato più o meno apertamente Monti, come ha fatto la stampa di ispirazione berlusconiana. Segno evidente che, come ha giustamente osservato il vice capogruppo socialdemocratico al Bundestag, Joachim Poss, "gli anni di Berlusconi hanno indebolito l'immagine del ruolo del parlamento" in Italia.
Come non condividere questo giudizio, visto che non è certo la prima volta, da quando si è insediato a Palazzo Chigi, che il banchiere e tecnocrate liberista borghese Monti si lascia sfuggire giudizi e dichiarazioni di impazienza e di insofferenza contro le regole e i "riti" della democrazia parlamentare, esattamente come ha sempre fatto il suo predecessore Berlusconi per giustificare le continue forzature presidenzialiste e mussoliniane a cui ha assuefatto il Paese in anni e anni di occupazione del potere.
E del resto, il premier tanto lodato dal PD non sta governando a suon di decreti convertiti in legge a colpi di voti di fiducia, esattamente come faceva il neoduce? Non intendeva forse questo, dichiarando sempre a Der Spiegel, che i governi devono rivendicare "uno spazio autonomo di manovra" dai parlamenti? Che non è altro che un modo indiretto per rivendicare carta bianca sulla politica economica e finanziaria, come prima di lui ha fatto il suo predecessore Berlusconi ispirandosi al suo maestro Mussolini.

5 settembre 2012