Mozione sul Rapporto dell'Ufficio politico del PMLI

ll 5° Congresso nazionale del PMLI, dopo aver ascoltato gli interventi delle delegate e dei delegati, che ne hanno esaltato unanimemente l'alto valore e i contenuti ideologici, politici e organizzativi evidenziandone la validità e verità storiche, approva con convinzione e entusiasmo proletario rivoluzionario il Rapporto dell'Ufficio politico presentato dal Segretario generale compagno Giovanni Scuderi, che ha splendidamente argomentato e sintetizzato con il telescopio e il microscopio del marxismo-leninismo il tema del Congresso: "Avanti con forza e fiducia verso l'Italia unita, rossa e socialista". Lo considera una potente arma di lotta nel lavoro politico, organizzativo e di massa per l'affermazione del PMLI quale gigante rosso, nella testa e nel corpo e un viatico eccezionale per la costruzione di un grande, forte e radicato Partito marxista-leninista. Al tempo stesso invita l'intero Partito a impugnarlo con forza e determinazione, a studiarlo e ristudiarlo e applicarlo in ogni sua parte.
Il Rapporto saluta l'importanza e la novità delle tesi, elaborate dalla Commissione ad hoc, che pone, il PMLI, per la prima volta nella sua storia ultratrentennale, sulla scia rossa dell'esperienza storica dei partiti comunisti dell'Unione Sovietica di Lenin e Stalin, della Cina di Mao e della Terza Internazionale comunista. Il suo insindacabile pregio è altresì quello di aver portato le stesse tesi ad un livello più alto, con un encomiabile sforzo di argomentazione e sintesi talmente convincenti che donano al Partito un ulteriore strumento di lotta.
Il Rapporto delinea impeccabilmente, in nome dell'internazionalismo proletario, la nuova situazione internazionale. Dalla denuncia generale, argomentata e convincente, dell'imperialismo e della "globalizzazione", si entra nello specifico trattando del crollo economico e finanziario dell'imperialismo americano al quale rimane solo la supremazia militare; della fine dell'unipolarismo perorato da Bush e dall'affermarsi del multipolarismo con l'ascesa di nuove superpotenze imperialiste quali la Cina, la Russia e l'India che vanno ad affiancarsi all'Unione europea e al Giappone. Il nuovo "ordine mondiale" è andato a gambe all'aria e le contraddizioni interimperialiste si moltiplicheranno. Lo scenario più pericoloso di guerra interimperialista si è spostato ora ad Est, nei paesi europei interessati dallo scudo antimissile degli USA in funzione antirussa. Forte è l'appello del Rapporto ai popoli di questi paesi a sabotare e non partecipare alla guerra che tale sciagurata mossa dell'imperialismo americano potrebbe scatenare.
Così come forte risulta l'analisi della povertà e dello sfruttamento imperialista nel mondo intero, nonché l'appello alla lotta antimperialista dei popoli, qualunque sia la direzione dei loro paesi. La vittoria dell'imperialismo è temporanea e alla fine trionferà la rivoluzione.
Il Rapporto ha ripercorso e analizzato la denuncia della terza repubblica capitalista, neofascista, presidenzialista, federalista, interventista e guerrafondaia dimostrando fatti alla mano come e perché Berlusconi sia il nuovo Mussolini, così come dimostra fatti alla mano come il PD sia ormai una colonna del regime neofascista.
Il Rapporto esprime tutta la solidarietà militante del PMLI alla classe operaia, colpita nel salario, stretta nella morsa della cassaintegrazione e dei licenziamenti, falcidiata come non mai dalle morti sul lavoro; lancia forti rivendicazioni per le masse contro la recessione in corso; denuncia l'operato criminale dei capitalisti che privatizzano il profitto e socializzano il debito; chiede la nazionalizzazione delle banche e della grande industria; chiede lo sciopero generale di 8 ore di tutte le categorie con manifestazione nazionale sotto Palazzo Chigi. Forte altresì è l'appello alla difesa della scuola e dell'università pubbliche e l'invito alle studentesse e agli studenti marxisti-leninisti a battersi in prima fila per il governo studentesco di esse, così come quello ad elevare la coscienza dei movimenti di massa fautori del cambiamento sociale, oggettivamente anticapitalisti ma soggettivamente impantanati nel pacifismo e nel legalitarismo borghesi.
Il rapporto indica nel socialismo l'unica, vera alternativa all'imperialismo, al capitalismo e alla loro crisi strutturale.
Non i vecchi e nuovi revisionisti, i riformisti, i trotzkisti e i falsi comunisti con le loro ingannevoli e opportuniste teorie, ultima in ordine di tempo quella del "socialismo del XXI° secolo" emersa in America latina, ma i nostri cinque Maestri avevano e hanno ragione.
Per questo il Rapporto riafferma la necessità storica della rivoluzione socialista e della dittatura del proletariato e saluta il ritorno di moda del socialismo in Italia.
Il Rapporto indica al 5° Congresso la strada maestra da seguire affinché il Partito diventi un gigante rosso anche nel corpo oltre che nella testa. Decuplicare gli sforzi per colmare le lacune politiche e di analisi in alcuni campi quali il Mezzogiorno, che rimane la prima questione nazionale, l'agricoltura e i giovani, per imparare, migliorare, lavorare duro per sconfiggere il più grosso ostacolo che ci sta di fronte, quello delle risorse finanziarie, prendendo atto altresì del perdurare del black out stampa e mediatico nei nostri confronti da parte della borghesia.
Applicare i tre elementi chiave, la concezione proletaria del mondo, la corretta concezione del Partito, la conoscenza approfondita della linea generale e della linea di massa del Partito e le quattro indicazioni, diventare leader marxisti-leninisti nelle officine, nelle fabbriche, nei luoghi di lavoro, studio e vita, occuparsi a fondo dei problemi e proporre soluzioni concrete per risolverli, conoscere a fondo i problemi delle masse e quelli politici e economici di ogni posto di vita e di lavoro, facendo delle analisi fondate sui fatti e sulla realtà concreta, unire, guidare e mobilitare le masse sulla base delle loro rivendicazioni attraverso le organizzazioni e i movimenti di massa da noi o da altri promossi.
Il Rapporto ripropone altresì con forza la questione della qualità e delle caratteristiche della militanza marxista-leninista, basata sull'accettazione della forma più alta di democrazia proletaria, il centralismo democratico, la critica e l'autocritica, la distinzione tra contraddizioni antagonistiche e in seno al popolo, indicando come base fondamentale dell'ingresso nel Partito l'espulsione della precedente concezione del mondo e la veloce assimilazione di quella proletaria. Elemento decisivo in questo senso è studiare e mettere in pratica il marxismo-leninismo pensiero di Mao.

10 dicembre 2008