In risposta al tentativo di offendere la città Medaglia d'Oro alla Resistenza
Napoli antifascista sbarra la strada al corteo nazifascista di CasaPound
In oltre 1.500, insieme al PMLI, occupano e resistono a piazza Cavour per ben quattro ore. Corteo fino al Museo con canti partigiani e antifascisti

Dal corrispondente della Cellula "Vesuvio Rosso" di Napoli
Sabato 26 novembre Napoli ha risposto in maniera forte e con un reale fronte unito antifascista alle squadracce nazifasciste di CasaPound, provenienti da tutt'Italia e anche dall'estero, impedendo loro di marciare per le strade del centro. Una lurida provocazione, che ha rappresentato l'ennesima offesa alla città di Napoli, Medaglia d'Oro alla Resistenza e ai suoi valorosi combattenti che lottarono nelle eroiche Quattro Giornate del 1943 con armi in pugno per liberarla dalle orde nazifasciste.
Tra la feccia dei topi di fogna vi erano personaggi coinvolti nella stagione delle stragi nere come Massimo Abbatangelo e Mario Merlino (il primo nella strage del treno rapido 904 del 1984, Merlino nella strage di piazza Fontana, 1969). Attraverso informazioni non smentite, questi criminali avevano intenzione di occupare un ex monastero nel rione Sanità con la palese strategia d'insediarsi nei quartieri popolari per raccattare "consensi". Tentativo vanificato dalla forte e combattiva presenza degli antifascisti in piazza. Peraltro, la loro responsabile è Emanuela Florino, figlia di Michele Florino, vecchio mazziere fascista, ex senatore del MSI-Fiamma Tricolore, accusato dal "pentito" Misso come mandante di un triplice omicidio di stampo mafioso e segretario della sezione missina "Berta", di via Foria nel '75, anno in cui alcuni fascisti di quella sezione con il lancio di bottiglie molotov causarono la morte di Iolanda Palladino.
Dunque una bella e determinata mobilitazione di oltre 1.500 antifasciste e antifascisti napoletani che col presidio a piazza Cavour hanno sbarrato la strada alla teppaglia nazifascista impedendogli di scorrazzare e provocare gli antifascisti di Napoli.
Al combattivo presidio hanno partecipato militanti, simpatizzanti e amici della Cellula "Vesuvio Rosso" di Napoli e dell'Organizzazione di Capua (Caserta) del PMLI. I nostri compagni, insieme alla Rete Antifascista napoletana, al Coordinamento dei precari della scuola, il Collettivo degli operatori sociali, una rappresentanza della comunità dello Sri Lanka che abita in massa nel rione Sanità, i precari Bros, i Centri sociali, i Collettivi femministi, il Comitato di Chiaiano e il PRC, al coro di "Bella Ciao" hanno animato in maniera prodigiosa l'iniziativa.
La vittoria delle masse antifasciste non si è fermata qui: c'è stata anche la conquista di piazza Cavour dove la questura non aveva concesso il permesso per il presidio per "questioni ordine pubblico".
Il blocco antifascista è durato oltre quattro ore e si è svolto nel migliore dei modi; solo in qualche occasione, con l'esplosione di alcuni petardi, c'è stata tensione con le "forze dell'ordine" dispiegate in tenuta antisommossa ma, con grande maturità della piazza, ha resistito senza farsi intimidire e senza far sciogliere il presidio. È stato così evitato di cadere in azioni controproducenti che potessero spianare la strada ai neofascisti e alle cariche poliziesche, rimanendo compatti fino allo scioglimento del presidio di Casapound per poi concludersi nel corteo diretto al Museo nazionale.
Durante il corteo sono stati lanciati numerosi slogan contro il fascismo e cantate a squarciagola tante canzoni partigiane e antifasciste dell'eroica Resistenza.
È stata una bella giornata di lotta antifascista coronata da una numerosa e combattiva adesione di tante e tanti antifascisti che, insieme ai marxisti-leninisti non hanno permesso e non permetteranno mai che a Napoli, città Medaglia d'Oro alla Resistenza e prima città liberata dalla popolazione in Europa, possano rimettere piede gli emuli di Hitler e Mussolini con i loro neri e criminali vessilli.
Sulla partecipazione a questo presidio la Cellula "Vesuvio Rosso" di Napoli del PMLI ha reso noto un comunicato stampa, pubblicato a parte.

30 novembre 2011