In un discorso all'Europarlamento
Napolitano rilancia la Costituzione dell'Unione europea imperialista

Non aveva ancora riposto il vessillo dell'imperialismo italiano, sventolato il 10 febbraio per rilanciarne gli appetiti e le rivendicazioni egemoniche nei Balcani e avallare pubblicamente e senza vergogna le menzogne dei fascisti sulle foibe e sui fuoriusciti istriani e giuliano-dalmati, che già il 14 febbraio il presidente della repubblica Giorgio Napolitano era all'europarlamento impegnato a sventolare il vessillo dell'Unione europea imperialista. Nel discorso che ha tenuto in aula la parte principale è stata il rilancio della Costituzione della Ue, il completamento delle istituzioni comunitarie affinché l'Europa possa "contare nel mondo" alla pari delle altre potenze imperialiste.
Napolitano si è detto rammaricato per lo stop al processo di approvazione della Costituzione europea dopo la bocciatura nei referendum in Francia e Olanda, definita un "trauma" che deve essere superato considerato che in calce al testo del Trattato ci sono le firme di 27 capi di Stato o di governo; come dire che queste forse contano di più del parere di due popoli. Infatti ha ritenuto che la bocciatura referendaria in Francia e Olanda sia la conseguenza "di uno scarso sforzo per associare i cittadini alle grandi scelte dell'integrazione e unificazione europea"; è insomma colpa dei popoli che non avrebbero "la consapevolezza degli straordinari risultati e progressi conseguiti in cinquant'anni" se non è andato avanti il "rafforzamento dell'Unione europea, della sua coesione e della sua capacità d'azione".
La proposta di Napolitano è quindi stata quella di riprendere il percorso di approvazione della Costituzione europea, di portarlo a termine entro la scadenza delle elezioni europee del 2009. Senza modificare il testo già concordato, per scongiurare il pericolo di "aprire il vaso di Pandora" delle rivendicazioni dei singoli paesi. Il testo del 2004 è "un buon compromesso", ha sentenziato Napolitano, "nessuno può pensare di spostare a vantaggio delle proprie tesi l'equilibrio del compromesso raggiunto" ha ribadito ricordando che "diciotto dei ventisette Stati membri hanno ratificato il Trattato".
Ricordando l'impegno della presidenza di turno tedesca per riavviare il percorso sulla Costituzione ha affermato: "è tempo per l'Europa di uscire dall'impasse" nella quale è finita da due anni. Certo nel frattempo l'Ue non è rimasta ferma e non a caso Napolitano ricorda azioni importanti e significative di quello che "potrebbe rappresentare sulla scena internazionale quando è riuscita a esprimersi con una sola voce sulla guerra in Libano, promuovendo una nuova e impegnativa missione per la pace in quella regione e in tutto il Medio Oriente", alla ricerca di un proprio ruolo egemonico nella regione a fianco degli Usa e di Israele.
Queste azioni comunque non bastano, ha ripetuto Napolitano, "è decisivo per l'Unione dotarsi di istituzioni più forti delle resistenze opposte da quegli Stati membri che restano più chiusi nella difesa di anacronistiche prerogative e di velleitarie presunzioni nazionali". E ha concluso con queste parole: "l'Europa potrà incidere sulle relazioni internazionali e sullo sviluppo globale, potrà ritrovare slancio e dinamismo e potrà contare nel mondo, solo se rafforzerà la propria coesione e unità, dotandosi rapidamente - come Unione - delle istituzioni e delle risorse necessarie. L'alternativa - dovremmo saperlo - è un drammatico declino del ruolo di tutti i nostri paesi, del ruolo storico del nostro continente". O meglio del ruolo imperialista dei singoli paesi e dell'Europa che non potrebbero reggere l'urto con i più forti concorrenti imperialisti.

21 febbraio 2007