Davanti a Napolitano
Il 2 giugno hanno sfilato le ex truppe coloniali italiane

A cent'anni dall'occupazione della Libia, l'imperialismo italiano rivendica spudoratamente il passato coloniale
Nel corso della faraonica parata nazionalista e militarista del 2 giugno, con il pretesto di una carrellata storica sui 150 anni dell'unità d'Italia, hanno sfilato anche militari con le uniformi delle ex truppe coloniali italiane. La notizia è stata sottaciuta da tutti i giornali, salvo il manifesto del 3 giugno. E invece si tratta di un fatto di gravità inaudita, se si pensa al messaggio politico che con esso si è voluto lanciare agli italiani e al mondo, a cento anni esatti dall'occupazione coloniale della Libia da parte dell'allora nascente imperialismo italiano, e mentre oggi l'Italia sta di nuovo partecipando in pieno ad un'aggressione militare imperialista all'ex colonia nordafricana.
Il messaggio, quindi, non potrebbe essere più chiaro: l'Italia si è ormai messa alle spalle i complessi riguardanti il suo passato di potenza coloniale e le nefandezze compiute in Africa. Complessi di "inferiorità" che erano durati alcuni decenni dopo la 2ª guerra mondiale, a causa del suo status di nazione belligerante sconfitta. Adesso invece il rinato imperialismo italiano rivendica spudoratamente e per intero il suo passato coloniale, compreso quello del periodo fascista. Né più né meno delle ex potenze colonialiste vincitrici, Francia e Gran Bretagna, che l'hanno sempre fatto per parte loro, e con le quali condivide con pari responsabilità la guerra imperialista e neocolonialista non dichiarata alla Libia, che ora ci vede in prima linea nei bombardamenti aerei.
Ancor più grave è il fatto che questo sdoganamento del colonialismo italiano avvenga per opera di un rinnegato come Napolitano: anche se non deve stupire più di tanto, dal momento che il nuovo Vittorio Emanuele III si è distinto come il più fermo e accanito sostenitore dell'intervento militare in Libia, compreso il suo "naturale sviluppo" della partecipazione ai bombardamenti su quel Paese.
Da quando questo rinnegato è salito al Quirinale non ha perso occasione per svuotare e demolire l'articolo 11 della Costituzione, ribaltandone il significato per giustificare le missioni di guerra all'estero, a cominciare da quella in Afghanistan. Adesso ci aggiunge un altro tassello con la rivalutazione del passato coloniale dell'Italia, col che la ricomposizione della storia dell'Italia capitalista e imperialista, colonialismo e fascismo compresi, scavalcando la frattura rappresentata dalla Resistenza antifascista, grazie a lui ha fatto un altro significativo passo avanti.

15 giugno 2011