La stampa imperialista Usa inneggia al golpe della grande finanza e dell'Ue compiuto dal vecchio dirigente di destra del PCI revisionista
Napolitano per il "New York Times" è il "Re Giorgio"
Per noi è un traditore e un rinnegato che ha introdotto di fatto la repubblica presidenziale che non è riuscita a Berlusconi

Il 2 dicembre scorso il prestigioso quotidiano della grande borghesia americana, il "New York Times" ha dedicato nientedimeno che una pagina intera al nuovo Vittorio Emanuele III Giorgio Napolitano, ribattezzandolo "Re Giorgio". La testata praticamente brinda all'operazione condotta dal rinnegato del comunismo di portare con un vero e proprio golpe, la nuova dittatura della grande finanza e dell'UE guidata dal tecnocrate borghese Monti. Secondo il "New York Times" Napolitano "ha orchestrato uno dei più complessi trasferimenti politici dell'Italia dal dopoguerra, un garante chiave della stabilità politica in tempi instabili: una performance - nota il quotidiano - tanto più impressionante dato che la presidenza italiana è largamente simbolica, senza poteri esecutivi".
Per la stampa imperialista Napolitano è un "power broker", una "'potenza di rottura" nel senso che ha "rivalutato" il ruolo del presidente della Repubblica spingendo "questo ruolo fino ai limiti", ossia oltre i limiti della Costituzione del 1948, ormai carta straccia. Il quotidiano insiste sul ruolo di Napolitano come "grande vecchio" che ha tessuto la trama del passaggio dal governo del neoduce Berlusconi a quello attuale di Monti: "Napolitano ha impiegato mesi nel preparare il terreno alla transizione, incarnando un'Italia, un'Italia di virtù civiche". D'altronde il vecchio ex dirigente della destra del PCI revisionista era il preferito dal boia Henry Kissinger, che l'allora segretario di Stato degli USA imperialisti lo chiamava il "comunista preferito". Proprio per questo il "New York Times" appone questa "medaglia" al novello "Re Giorgio" suggellando il suo operato con queste parole: "Ora gli italiani guardano a Napolitano perché guidi la nave dello Stato con la sua tranquilla abilità, mentre Monti e la sua squadra di tecnocrati si assumono la difficile sfida di modernizzare la scricchiolante economia italiana".
La stampa imperialista Usa, dunque, vuole con questo pezzo esaltare il ruolo centrale del nuovo Vittorio Emanuele III Napolitano nell'operazione del passaggio dalla dittatura del neoduce Berlusconi a quella della grande finanza e dell'UE del tecnocrate borghese Monti. Per noi marxisti-leninisti "Re Giorgio" non è altro che un rinnegato e un traditore del comunismo, che ha di fatto introdotto la repubblica presidenziale che non è riuscita a Berlusconi.
 
14 dicembre 2011