Napolitano: il rigore è una necessità. Proseguire sulla rotta di Monti
Continua la vergognosa e senza precedenti pressione del presidente della Repubblica per far accettare alle masse la linea di Monti anche dopo le elezioni

Approfittando della ribalta europea e internazionale offerta dalla sua recente visita di Stato in Olanda, Giorgio Napolitano ha voluto ancora una volta spezzare pubblicamente una lancia a sostegno del governo Monti della grande finanza, della Ue e della macelleria sociale, governo da lui personalmente tenuto a battesimo, sponsorizzato e difeso a spada tratta durante tutto questo suo primo anno di vita. Ma ha fatto anche qualcosa di molto più grave, ha cercato cioè di mettere un'ipoteca anche sulla prossima legislatura e sul prossimo governo che dovrà scaturire dalle elezioni di aprile, sostenendo perentoriamente che qualunque esso sia dovrà necessariamente proseguire la politica di "rigore" dell'attuale e che, se vorranno scegliere saggiamente, gli elettori italiani non potranno che seguire queste sue indicazioni.
Lo ha fatto in particolare già prima di partire, con un'intervista rilasciata il 23 ottobre al quotidiano economico olandese Nrc Handelsblad: "Siamo passati da una situazione d'emergenza ad una fase di stabilizzazione", e questo grazie al premier Monti che "ha avviato una profonda fase di risanamento dei conti pubblici e ha varato una serie impressionante di riforme", si è compiaciuto Napolitano col suo intervistatore. E all'inevitabile domanda su cosa però succederà "dopo" le elezioni, se cioè i cambiamenti avviati da Monti perdureranno o l'Italia continuerà ad essere "un Paese a rischio", l'inquilino del Quirinale ha risposto in tono perentorio: "Non abbiamo fatto tutto quello che abbiamo fatto in questi ultimi dodici mesi per poi buttarne via i benefici. Se cambiassimo rotta adesso, a che pro sacrifici, tasse e riforme? Gli italiani si rendono ben conto che tali scelte avevano uno scopo preciso, quello di salvare il ruolo dell'Italia nell'Europa della moneta unica. Questa la ragione per cui hanno accettato tali scelte".
Ossia per il rinnegato Napolitano bisogna seguire a tutti i costi le orme del tecnocrate liberista borghese Monti, cioè proseguire con la politica di "rigore" nel controllo del debito e di massacro sociale per abbassare la spesa pubblica, qualunque sia l'esito politico che potrà uscire dalle urne. Uno scenario alternativo non esiste e non deve nemmeno essere immaginato per ipotesi. Gli elettori sono dunque avvertiti: devono per prima cosa andare a votare, e poi votare esclusivamente per quelle forze politiche che intendono proseguire nella rotta tracciata da Monti e far restare l'Italia saldamente ancorata alla Ue imperialista e all'economia dell'euro.
Un avvertimento che ha ripetuto, pressappoco con le stesse parole, anche il giorno successivo in conferenza stampa, al termine del colloquio col premier olandese Rutte, quando interrogato a proposito delle prossime elezioni in Italia ha detto: "In Italia esiste - in particolare in Italia, non credo in altri paesi - in questo momento una questione di revisione della legge elettorale, ma anche la migliore legge elettorale non può garantire automaticamente una soluzione di governo stabile che è sempre il risultato di scelte politiche, di accordi politici. Mi auguro che non manchi questo senso di responsabilità nell'Italia post elettorale e confermo la mia fiducia nei cittadini. L'esigenza è di avere un governo che operi efficacemente, un governo stabile, un governo non diviso e non fragile, e di questa consapevolezza spero che i cittadini diano prova votando liberamente nelle elezioni del prossimo mese di aprile in Italia. Il resto dipenderà da ciò che faranno i partiti, le forze politiche, tenendo conto - questo in Italia è inevitabile, è salutare - della importantissima esperienza portata avanti nel giro di un anno dal governo del presidente Monti".
Quale sia poi la politica economica e sociale che dovrà seguire la prossima maggioranza, continuando "l'importantissima esperienza" del governo Monti, è chiaro. Napolitano lo ha ribadito rispondendo così allo scetticismo espresso dai giornalisti olandesi sull'efficacia delle misure prese dall'Italia: "Le misure prese sono state serie per quello che riguarda l'Italia. E non soltanto per quello che riguarda l'Italia, perché vediamo anche ciò che accade in paesi come la Grecia e come la Spagna dove sono state adottate scelte che provocano anche acute reazioni sociali ma che comunque sono in via di realizzazione. Questa è la maggiore garanzia per tutti". Cioè per Napolitano la miglior garanzia che le misure sono efficaci sta nelle rivolte sociali che stanno provocando nelle popolazioni stremate dei paesi che le hanno adottate, Italia compresa: se le masse protestano e scendono in piazza è segno che le misure fanno male, e quindi sono giuste. Questo è il teorema liberista del rinnegato del Quirinale!
Continua dunque senza sosta l'intollerabile comportamento presidenzialista del capo dello Stato: prima, come un novello Vittorio Emanuele III, ha retto fin che ha potuto il sacco al governo del neoduce Berlusconi, cominciando la presente legislatura controfirmandogli l'anticostituzionale lodo Alfano, e via via tutti gli infami decreti, tra cui diversi ad personam, con cui ha governato un voto di fiducia dietro l'altro; fino allo scandaloso rinvio di un mese del voto di sfiducia nel novembre 2010, che consentì al nuovo Mussolini di restare in sella ancora un anno comprandosi i voti in parlamento. Poi, nel novembre scorso, quando tutto stava per precipitare, di concerto con i governi di Germania e Francia, la Bce e il Fmi e forzando pesantemente la Costituzione, ha fatto nascere il "governo tecnico" e insediato personalmente Monti a palazzo Chigi, proteggendolo per tutto questo tempo da ogni critica e da ogni attacco come una sua creatura, e rintuzzando ogni ipotesi di crisi e di elezioni anticipate per farlo durare fino alla scadenza naturale della legislatura. E adesso, ben sapendo che con la fine della legislatura verrà a scadere anche il suo mandato, e che quindi non potrà continuare ad esercitare la sua regia anche sui governi della prossima, Napolitano vuol mettervi comunque la sua ipoteca cercando di condizionare l'esito delle elezioni verso una continuità con il governo e la linea "rigorista" di Monti.

31 ottobre 2012