Mentre chiede più truppe in Afghanistan
Napolitano: 'l'Ue rafforzi la difesa'
Il presidente della Repubblica esporta il suo militarismo e interventismo in Europa

Nel discorso pronunciato il 19 maggio scorso all'Istituto di Studi strategici di Londra, nell'ambito della sua visita in Gran Bretagna, il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano è tornato a insistere su uno dei suoi pallini imperialisti, il rafforzamento militare dell'Unione europea.
L'Europa unita deve crescere e assumersi tutte le responsabilità, imperialiste, che le spettano, ha sottolineato Napolitano, a partire dal dotarsi di maggiori risorse economiche, di istituzioni più forti e di politiche comuni; in particolare di una difesa comune, affinché sia chiaro che non delega la propria difesa e la propria sicurezza agli Stati Uniti. "Nei suoi rapporti con gli Stati Uniti - ha affermato Napolitano - l'Europa risente ancora del sospetto di voler lasciare la responsabilità e gli oneri della propria difesa e della sicurezza sulle spalle dell'alleato americano". L'Europa ha fatto "non poco in questi anni", ma deve fare di più. C'è stata "una discussione non semplice con gli Usa, nostro partner fondamentale" e adesso appare "sostanzialmente condiviso in Europa e sulle due sponde dell'Atlantico, un più ampio, inclusivo, multidimensionale concetto di sicurezza". Che implica "approcci flessibili che possono comprendere il riscorso a mezzi militari (la prima opzione per Napolitano, ndr) o civili, a iniziative diplomatiche o a misure di sviluppo della crescita economica e sociale". Ma tutto ciò "non è una buona ragione per sfuggire ad una valutazione degli aspetti militari e a un impegno congiunto di difesa collettiva: non vi può sfuggire l'Unione Europea".
La difesa comune europea, ha insistito Napolitano, deve essere realizzata superando visioni nazionali che fanno sprecare risorse, che fanno coesistere strutture militari "ridondanti" dei singoli Stati mentre tutti insieme non riescono a costituire un dispositivo comune per difendere il continente e contribuire, con più efficacia e soprattutto con più voce in capitolo, alle operazioni di "difesa della pace" nel mondo intero. In altre parole l'Europa imperialista deve organizzarsi per far sentire tutto il suo peso nel mondo. A partire dal potenziamento dell'Agenzia Europea di Difesa e dallo sviluppo di un'industria europea della difesa, fino a realizzare "una efficace partnership con la Nato", suggerisce Napolitano.
Ha inoltre colto l'occazione per elogiare il "nuovo" corso inaugurato da Obama, del quale, ha precisato, condivide alcune delle principali decisioni strategiche, prima fra tutte la conferma della politica di Bush della necessità di dislocare nell'Est europeo nuove basi antimissilistiche. Ha appoggiato Obama anche sulla questione del prioritario intervento nell'occupazione imperialista dell'Afghanistan: la comunità internazionale deve compiere in Afghanistan "il suo sforzo principale per contrastare la minaccia globale posta dal fanatismo e dall'oscurantismo", ha affermato, la situazione "è lungi dall'essere incoraggiante" ma non possiamo fallire. Perciò, ha detto Giorgio Napolitano, l'Europa deve impegnarsi di più in questa area: "sono fermamente convinto che una partecipazione europea più attiva nelle operazioni di mantenimento e di ristabilimento della pace in Afghanistan, come energicamente suggerito dall'Amministrazione americana, dovrebbe essere seriamente presa in considerazione, innanzitutto nel nostro interesse" (imperialista).
Un concetto che ha ripetuto il 27 maggio nella riunione del Consiglio Supremo di Difesa. Al premier Berlusconi, ai ministri La Russa, Frattini, Maroni, Tremonti, Scajola e ai vertici militari ha ribadito che la comunità internazionale deve compiere in Afghanistan "il suo sforzo principale per contrastare la minaccia globale posta dal fanatismo e dall'oscurantismo come dal terrorismo islamico fondamentalista". Un via libera all'invio di nuove truppe italiane a sostegno dell'occupazione imperialista del paese.

1 luglio 2009