Veltroni e Bossi pronti a rompere l'unità d'Italia
Nasce l'asse PD-Lega nord sul federalismo fiscale
A poche settimane dall'invito di Bossi da Pontida, Veltroni presenta alla Camera dei deputati un progetto di federalismo fiscale a due tempi elaborato dal PD del Nord, a tutto vantaggio delle borghesie settentrionali e delle mafie del Sud

Dal corrispondente della Cellula "Lenin" della provincia di Bergamo
Bossi chiede, il PD provvede. A meno di un mese dal tradizionale raduno fascio-leghista di Pontida da dove il caporione separatista, xenofobo e razzista delle camicie nero-verdi nonché ministro per le Riforme aveva invitato Veltroni all'inciucio federalista, ligio al richiamo come uno scolaretto il PD lombardo ha immediatamente approvato una proposta per l'attuazione del federalismo fiscale, presentata il 4 luglio scorso a Roma in occasione di un seminario nazionale del PD alla Camera dei deputati.
Preso atto che il neoduce Berlusconi in questi giorni è troppo impegnato a risolvere i propri conti personali con la giustizia, il caporione Bossi ha ordinato ai suoi di "non rompere i ponti" con il PD, ritagliandosi il poco credibile ruolo di pontiere tra Berlusconi e Veltroni.

Il PD sgabello di Bossi
Tanto è bastato per risollevare l'ormai naufragato PD, lacerato al proprio interno e sempre più oggetto misterioso anche per i suoi elettori. Al partito di Veltroni, per dare senso alla propria esistenza, non resta altro che coprire da "sinistra" addirittura la Lega, pur di costruire con chicchessia mattone dopo mattone la terza repubblica capitalista, neofascista, presidenzialista, federalista, interventista, come richiesto dalla grande industria e dalle grandi banche per rappresentare le quali è nato per l'appunto il PD con la regia dell'ex dittatore DC Prodi.
"Serve il dialogo - ha infatti spiegato Bossi ai suoi - per approvare le riforme con un'ampia maggioranza, altrimenti si rischia che esse cadano sotto un successivo referendum, come avvenuto per la devolution nel 2006".
Insomma, pur minacciando il Paese millantando fucili e "lotte di liberazione", il caporione fascio-leghista sa benissimo che le masse popolari italiane non ne vogliono sapere del federalismo fiscale. Perciò risulta ancora più vergognoso l'atteggiamento collaborativo del PD, a cui i vari Vendola, Ferrero, Diliberto non vedono l'ora di riagganciarsi appena terminati i rispettivi Congressi per tornare in parlamento: senza tutta questa serie di coperture da "sinistra" il federalismo non passerebbe mai tra le masse.

Federalismo padronale in due tempi
La proposta del PD lombardo presentata alla Camera si ispira a un modello di federalismo differenziato tra le varie regioni, mira a garantire l'autonomia finanziaria di entrata e di spesa, a rafforzare il principio di responsabilità nell'uso delle risorse, a rendere più stringente il monitoraggio dei risultati mediante un'Agenzia pubblica indipendente. Tale progetto si accoda alle smanie fascio-leghiste della borghesia settentrionale.
"Non potevamo sottrarci a un nostro forte contributo sul tema del federalismo fiscale: - ha infatti spiegato il lombardo Giovanni Sanga (PD) - territori con grandi potenzialità come i nostri chiedono una loro autonomia per realizzare interventi nell'interesse dei cittadini e vogliono porsi alla guida del cambiamento". "C'è un sistema di finanza territoriale da correggere perché non funziona correttamente. - ha ribadito Antonio Misiani (PD) - Occorre ripartire dalla riforma del 2001 del Titolo V della Costituzione. Il PD lombardo rinnova l'appoggio alla richiesta della regione Lombardia per maggiori poteri sulla base dell'articolo 116, comma terzo, della Costituzione che delinea un modello di federalismo fiscale differenziato". "Per le regioni pronte e virtuose - ha proseguito il veltroniano Maurizio Martina, segretario del PD lombardo - ci sono le condizioni per partire nell'applicazione della riforma".

Verso una macroregione padano-alpina
In pratica, il PD lombardo si propone di reggere il sacco al sogno fascio-leghista di costruire, come recita lo Statuto di recente approvazione, una Lombardia autonoma che sia motore dell'integrazione delle regioni padano-alpine. Bossi ha annunciato che "entro l'estate" presenterà la sua proposta di legge federalista. Il PD, ha confermato Veltroni ai margini del seminario alla Camera, avrà definitivamente pronta la sua per ottobre, per aprire il confronto con il governo del neoduce Berlusconi.
Nel frattempo Bossi ha già fatto sapere di essere d'accordo con ciò che è stato deciso dal Consiglio regionale della Lombardia: "L'80% dell'Iva più il 15% dell'Irpef devono rimanere in regione, poi ci sarà una quota che verrà data a quelle regioni che non hanno i mezzi. Così finisce Roma ladrona". Non a caso Misiani (PD), ben sapendo che il modello di federalismo avanzato dalla Lombardia non è sostenibile per nessuna delle regioni del Sud, in perfetta sintonia con il caporione razzista, xenofobo e separatista ha affermato che: "Le regioni pronte, più mature e avanzate possono partire prima di altre in un quadro di flessibilità e sperimentazione". Le altre si arrangino!

Verso il PD del Nord
In pratica, la ricchezza del Nord deve restare al Nord il più presto possibile per consentire alla borghesia settentrionale di competere sui mercati internazionali, mentre il Sud sarà consapevolmente abbandonato al controllo mafioso dei finanziamenti che continueranno a provenire da Roma e da Bruxelles. È questo il nero presupposto su cui si sta formando l'asse Lega-PD, attualmente coperto al Nord anche dalla defunta "sinistra radicale". Non a caso i Chiamparino, i Cacciari, i Penati, i Cofferati parlano tanto di PD del Nord, distinguendosi dagli esponenti meridionali del loro partito che hanno denunciato al termine del seminario l'approccio troppo "leghista" del PD lombardo. A tirare le fila del seminario ci hanno pensato gli stessi Veltroni e Martina, segretario del PD lombardo. Quest'ultimo, pupillo dell'ex neopodestà di Roma, a scanso di equivoci e indifferente ai timori dei parlamentari meridionali del PD, ha concluso secco affermando: "Siamo pronti al confronto con ciò che il governo proporrà".

9 luglio 2008