Alle elezioni amministrative parziali del 27-28 maggio
Naufragio di rifondazione trotzkista
L'astensionismo di sinistra punisce pesantemente la corresponsabilità del PRC nel governo del dittatore democristiano Prodi. Crolli più vistosi al Nord, in Emilia-Romagna e Toscana
Intensificare gli sforzi per far maturare alle forze che lasciano il PRC la scelta marxista-leninista
Che Rifondazione trotzkista navigasse in cattive acque era abbastanza evidente, ma alle elezioni amministrative parziali che si sono tenute il 27-28 maggio si è trattato di un vero e proprio naufragio. Il tracollo elettorale in Molise solo sei mesi fa non era stato solo un incidente di percorso, ma il prologo di una ben più ampia e pesante disfatta. Tanto più clamorosa dal momento che è bastato appena un anno di partecipazione al governo del dittatore democristiano Prodi per far perdere a gran parte dell'elettorato di Rifondazione ogni illusione e fiducia, se non sfociata nel vero e proprio disgusto.
Il PRC perde infatti complessivamente un terzo del suo elettorato rispetto alle amministrative precedenti e addirittura oltre la metà dei suoi elettori rispetto alle politiche 2006.
Alle provinciali ha ottenuto complessivamente 71.423 voti e ne perde 38.718 rispetto alle provinciali 2002 e ben 75.557 rispetto alle politiche. Dal 3,3% sul corpo elettorale delle provinciali 2002 e dal 4,6% delle politiche precipita al 2,1% attuale.
Nei comuni sopra i 15.000 abitanti (146 in totale) ottiene complessivamente 97.755 voti e ne perde 42.896 rispetto alle comunali precedenti e addirittura 147.697 rispetto alle politiche 2006.

Crollo al Nord e nell'elettorato operaio
Pesantissimo il crollo al Nord, dove rispetto alle politiche il PRC perde ben 72.323 voti, e al Centro, dove i voti persi sono 25.228. Al Sud addirittura la perdita è di 50.146 voti pari al 62,8% dei voti presi alle politiche 2006.
Significativa e pesante è la sconfitta nelle province a forte presenza operaia come Como, Varese e soprattutto Genova e La Spezia. A Como ottiene 7.227 voti contro i 12.692 delle passate provinciali e i 17.142 delle politiche. A Varese ottiene 11.927 voti contro i 21.965 delle precedenti provinciali e i 28.780 delle politiche. A Genova addirittura ottiene 21.927 voti contro i 35.437 voti delle precedenti provinciali e i 42.812 delle politiche. A La Spezia incassa solo 5.833 voti a fronte degli 8.698 delle precedenti provinciali e i 12.454 delle politiche.
A Genova anche nelle comunali perde 5.768 voti rispetto alle precedenti comunali e ben 15.001 rispetto alle politiche.
Una vera e propria catastrofe che ha costretto lo stesso segretario di Rifondazione trotzkista, Franco Giordano, ad ammettere che "Finiamo penalizzati dall'astensionismo operaio".
Altrettanto significativa è la sconfitta in città della Toscana e dell'Emilia-Romagna dove il PRC poteva contare su un elettorato tradizionalmente più stabile e fedele. Invece, a Pistoia prende 2.105 voti rispetto ai 3.554 delle precedenti comunali e ai 5.398 delle politiche. A Lucca ottiene solo 1.242 voti rispetto ai 2.290 delle passate comunali e ai 3.729 delle politiche.
A Parma ottiene 3.199 voti contro i 4.891 delle precedenti comunali e gli 8.523 delle politiche. A Piacenza 1.733 contro i 2.541 delle precedenti comunali e i 4.185 delle politiche.
Da segnalare anche il risultato di Lecce dove in termini relativi il PRC perde più che in ogni altro comune capoluogo: 620 voti contro i 1.389 del 2002 e i 3.604 del 2006.
L'elettorato di Rifondazione ha voluto punire la corresponsabilità del PRC nel governo e nella sua politica interna ed estera, economica e sociale. Ma ha inteso punire anche la sua corresponsabilità nelle giunte regionali, provinciali e comunali governate dal "centro-sinistra" con la partecipazione diretta o indiretta del PRC.
Alla luce dei fatti non regge nemmeno la tesi sostenuta all'indomani del voto dal direttore di "Liberazione", Piero Sansonetti, secondo cui "la sinistra radicale ha una enorme urgenza di avviare un processo di riunificazione perché questo corrisponde alla richiesta degli elettori e alla possibilità di un formidabile riequilibrio a sinistra della politica italiana" ("Liberazione" del 29 maggio 2007).
Al contrario, la "nuova unità della sinistra", tanto cara al guardiano della Camera Bertinotti, pare lasciare completamente indifferente l'elettorato. Ne sono testimoni le liste unitarie presentate a Matera e a Frosinone. A Matera la lista "Sinistra per Matera" ottiene solo 966 voti quando la sola Rifondazione aveva ottenuto 1.292 alle precedenti comunali e 1.943 voti alle politiche. A Frosinone la lista unitaria con PdCI e Verdi ottiene solo 603 voti quando solo Rifondazione ne aveva presi 369 alle comunali e 1.457 alle politiche.
Il PRC peraltro non è riuscito a intercettare le ampie forze che si sono liberate a sinistra grazie al crollo elettorale dell'Ulivo e in particolare dei DS che evidentemente sono andate ugualmente ad alimentare l'astensionismo.
Il rapporto fra crollo del PRC e crescita dell'astensionismo di sinistra è più che evidente. Ovunque a una crescita netta dell'astensionismo corrisponde sia il crollo di Rifondazione sia dell'Ulivo, senza che il PdCI se ne avvantaggi.
Lo stesso PdCI infatti alle provinciali perde complessivamente 4.312 voti rispetto alle provinciali precedenti e addirittura 17.766 rispetto alle politiche dove di voti ne aveva ottenuti 55.936. Nei comuni sopra i 15 mila abitanti il PdCI guadagna 4.866 voti rispetto alle precedenti comunali, ma rispetto alle politiche li dimezza perdendo ben 51.600 voti rispetto ai 95.869 che aveva ottenuto.

Un evento incoraggiante
In sostanza, queste elezioni amministrative hanno segnato l'inesorabile scollatura dell'elettorato di sinistra operaio, giovanile e delle periferie urbane, dal PRC e dalla cosiddetta "sinistra radicale" nel suo complesso. La rottura di un qualsiasi rapporto di fiducia dei movimenti con partiti che in un anno hanno condiviso e coperto tutta la politica antioperaia, affamatrice e guerrafondaia del governo Prodi. Eclatante il caso di Vicenza dove la battaglia contro la base Dal Molin ha determinato una forte crescita dell'astensionismo ai danni sia dell'Ulivo sia del PRC che del PdCI.
Questa nuova realtà è stata pienamente confermata dalla storica e senza precedenti manifestazione del 9 giugno contro i guerrafondaio Bush e Prodi che ha segnato il distacco definitivo della parte più avanzata, combattiva e informata delle masse giovanili, che già si era espressa con l'astensionismo, dal governo della "sinistra" borghese e della cosiddetta "sinistra radicale". Il misero fallimento dell'imbelle kermesse filogovernativa messa in piedi in Piazza del Popolo sembrava recitare il de profundis delle forze che l'avevano messa in piedi.
Un evento che sta preoccupando fortemente i vertici di PRC e PdCI poiché preclude alla loro morte elettorale, ma anche politica e organizzativa.
Un evento che invece è molto incoraggiante per la lotta per l'Italia unita, rossa e socialista, ma che richiede ancora tanti e prolungati sforzi da parte del nostro Partito per far maturare a questa grande e promettente forza antigovernativa di sinistra la scelta ideologica, politica e organizzzativa marxista-leninista.
Il tempo, i fatti, lo sviluppo delle contraddizioni di classe e dei conflitti di classe, l'operato del governo del dittatore democristiano Prodi e dei suoi cani da guardia PRC, PdCI e Verdi lavorano per noi e per la nostra causa. Ma spetta al Partito saper attirare la simpatia, la fiducia, il consenso e l'adesione delle forze che si sono staccate dal governo e dai partiti falsi comunisti.
La strada non può che essere quella di applicare con forza, intelligenza e perseveranza i tre elementi chiave e le quattro indicazioni per radicare il Partito nei propri ambienti di lavoro, di studio e di vita. "Studiare, concentrarsi sulle priorità, radicarsi; radicarsi, concentrarsi sulle priorità, studiare", è la parola d'ordine che ora più che mai deve ispirare e orientare tutto il nostro lavoro quotidiano.

13 giugno 2007