Coinvolto nello scandalo P4
Il parlamento nero e corrotto nega l'arresto di Milanese
L'ex braccio destro di Tremonti è accusato di associazione per delinquere, corruzione e rivelazione di segreto d'ufficio
Centinaia di manifestanti protestano davanti Montecitorio contro la scandalosa assoluzione

Il 22 settembre la Camera nera ha inferto un colpo mortale all'inchiesta dei Pubblici ministeri partenopei che indagano sul mercimonio di tangenti, appalti, nomine in diverse società controllate dal Tesoro (tra cui Ansaldo Breda,Oto Melara,Sogin,Sace) e rivelazione di segreti giudiziari tramati dalla cosiddetta cricca della P4 e del piduista Luigi Bisagnani.
Con 312 voti contrari e 306 favorevoli il parlamento in camicia nera ha negato l'autorizzazione all'arresto di Marco Milanese, l'ex braccio destro di Tremonti, accusato di associazione per delinquere, corruzione e rivelazione di segreto d'ufficio dai giudici della procura di Napoli che il 7 luglio scorso hanno spiccato nei suoi confronti un mandato di custodia cautelare in carcere accusandolo di essere il "deus ex machina delle nomine e di aver ricevuto in cambio regali e altre utilità".
Una conferma di quanto deciso il 13 settembre dalla giunta per le autorizzazioni a procedere della Camera che, sia pure con un solo voto di scarto, (11 a 10) aveva negato l'arresto di Milanese.
"Ce l'ho fatta per poco. Sono salvo per il rotto della cuffia" ha sospirato Milanese al termine della votazione conclusasi con soli 3 voti in più rispetto a quelli che servivano.
A parte il voto del vicesegretario del PD Enrico Letta che non è stato registrato per un errore tecnico, dai conteggi risulta che ci sono stati 7 franchi tiratori che hanno votato con le "opposizioni" e quindi a favore dell'arresto. Il dato emerge analizzando le presenze dell'aula da cui risulta che "l'opposizione" schierava 299 deputati, mentre i sì all'arresto sono stati 306. Ma c'è anche chi sostiene che ci sia stato un "travaso" di voti e che dal terzo polo o dal PD siano arrivati "aiutini" per Milanese che hanno compensato eventuali fughe di PDL e Lega. Infatti è di dominio pubblico che nelle ultime settimane Milanese "passava più tempo tra i banchi delle opposizioni che non in quelli della maggioranza".
Comunque sia, risulta chiaro che anche questa volta, come è già successo col deputato Alfonso Papa (spedito a Poggioreale), i voti della Lega sono stati determinanti: nel primo caso sono serviti per condannare Papa, ora hanno salvato Milanese e soprattutto Tremonti dai guai giudiziari.
La differenza l'hanno fatta 29 deputati: quelli che il 20 luglio hanno votato per mandare in carcere Papa e che oggi si sono schierati per salvare Milanese. A luglio i deputati che votarono per negare l'arresto furono 293 (e non furono sufficienti perché i sì furono 319); oggi quelli che sono riusciti a salvare Milanese sono stati 29 di più: in gran parte leghisti che l'altra volta decisero di scaricare Papa.
Non a caso il caporione Bossi si è affrettato a sottolineare che: "nessun leghista ha tradito" Milanese! Infatti ad essere traditi in pieno sono il mandato e la fiducia dei elettori. Un tradimento che risulta ancora più vergognoso in quanto compiuto proprio da coloro che ai tempi di Tangentopoli agitavano il cappio in parlamento contro i corrotti e i mafiosi.
All'annuncio dell'assoluzione di Milanese, davanti a Montecitorio centinaia di manifestanti che hanno seguito la votazione attraverso una radiolina attaccata a un megafono hanno alzato un coro di "No e di Vergogna!".

28 settembre 2011