A Verona nella notte del 1° Maggio
Neonazisti pestano a morte un giovane
Arrestati i 5 aggressori membri di un gruppo di naziskin dedito a "far pulizia" di immigrati, barboni e centri sociali
Fini copre i camerati aggressori

Nicola Tommasoli, il giovane ventinovenne che la notte del 1° Maggio è stato brutalmente aggredito nel centro di Verona e pestato a calci e pugni da un gruppo di 5 neonazisti, purtroppo non ce l'ha fatta ed è morto nel pomeriggio del 5 maggio senza mai uscire dal coma.
Si è trattato dell'ennesima vile aggressione fascista, compiuta a sangue freddo, come testimonia il fatto che tutti e 5 gli assassini in camicia nera (arrestati dalla polizia con l'accusa di omicidio) sono simpatizzanti e militanti di un famigerato gruppo di naziskin noto in tutto il Veneto e dedito a "far pulizia" di immigrati, barboni e appartenenti ai centri sociali.
Secondo la ricostruzione degli inquirenti suffragata dalle testimonianze degli altri due ragazzi aggrediti, i cinque neonazisti si sono avvicinati a Nicola con la scusa di chiedere una sigaretta e, al suo rifiuto: "ci hanno aggredito alle spalle. Non ci insultavano, ci picchiavano e basta".
Un'escalation di chiaro stampo squadrista che negli ultimi 3 anni ha prodotto in tutta Italia più di 350 aggressioni, danneggiamenti, minacce, scritte e atti vandalici inneggianti al nazi-fascismo, contro militanti e giovani antifascisti, immigrati, omosessuali, testimoni di Geova, frequentatori dei Centri sociali, sedi di partito, sezioni sindacali e dell'Anpi. A cui si aggiungono gli omicidi di Davide Cesare (Dax) accoltellato a morte a Milano nel marzo del 2003 da un gruppo di neofascisti e Renato Biagetti accoltellato da due squadristi sul lungomare di Focena vicino Roma il 27 agosto 2006.
L'omicidio di Nicola Tommasoli non è frutto di "una bravata di ragazzi finita male in cui la politica non c'entra", di una "mancanza di affetti familiari", di "vuoto di valori" o di "un gesto di stupidità e di prepotenza" come scrive la stampa di regime. Ma è la sciagurata conseguenza di una offensiva nazi-fascista che trova piena legittimazione nella terza repubblica capitalista, neofascista, presidenzialista, federalista e interventista che sono impegnati a realizzare il neoduce Berlusconi e i caporioni Fini e Bossi con la complicità della "sinistra" borghese; e, a livello locale, nei proclami razzisti e xenofobi del neopodestà di Roma e ex picchiatore fascista Alemanno e del suo collega leghista di Verona Flavio Tosi, già condannato per istigazione all'odio razziale e propaganda razzista, assiduo frequentatore delle manifestazioni di destra "contro gli zingari" e fiero di avere nella sua lista in qualità di capogruppo in Consiglio comunale l'ex leader del "Fronte Veneto Skinheads" Andrea Miglioranzi. Ed è anche la conseguenza della cosiddetta politica sulla sicurezza che vede destra e "sinistra" borghese far leva sulle stesse ricette razziste e repressive come l'istituzione delle ronde cittadine, una sorta di squadracce benedette anche dai neopodestà come Cofferati a Bologna e Domenici a Firenze, incaricate di "ripulire" le città dai poveri, migranti, rom e da qualunque oppositore.
Tale offensiva nazi-fascista è stata favorita dall'imbelle "sinistra" di regime che ha definitivamente gettato alle ortiche la discriminante antifascista, ha sdoganato la peggiore feccia fascista, riabilitato i repubblichini e gli infoibati, criminalizzato la Resistenza e i partigiani e falsificato la verità storica sposando le tesi dei revisionisti storici sulla "pacificazione" e la "memoria condivisa".
Ecco perché durante la trasmissione televisiva "Porta a porta" il neopresidente della Camera nera, Fini, si è potuto impunemente permettere di coprire i "camerati" veneti affermando che dietro l'assassinio di Nicola "non c'è alcun riferimento ideologico" mentre la vera violenza politica, a suo dire, si sta esercitando a Torino "dove la sinistra radicale" brucia le bandiere israeliane e americane e "dà vita a una violenza che giustifica con una politica antisionista". Questi, ha aggiunto ancora il presidente caporione della Camera sono "episodi molti più gravi" dell'assassinio di un ragazzo non ancora trentenne.

7 maggio 2008