Né Berlusconi né Letta.
C'è bisogno del socialismo e del potere del proletariato

Il PMLI non è per niente sorpreso dell'ultima mossa del neoduce Berlusconi. Era tutto preannunciato e previsto. Non poteva sopportare di essere cacciato dal senato. Ritirando i ministri del PDL (anche se alcuni di essi non ci stanno), si è comportato conformemente alla sua linea mussoliniana, piduista, golpista e mafiosa.
Non si capisce, sul piano democratico borghese, antifascista e antimafioso, come mai Napolitano, Letta e il PD hanno voluto al governo il suo partito neofascista. Sapevano bene che avevano a che fare con un delinquente certificato e un evasore fiscale. Eppure l'hanno accreditato, facendo propria persino la controriforma costituzionale, che dà il colpo di grazia alla Costituzione del '48, già svuotata coi precedenti provvedimenti e con il comportamento ultrapresidenzialista di Napolitano, dai suoi contenuti democratici borghesi, antifascisti e parlamentari. Napolitano, il nuovo Vittorio Emanuele III, fino all'ultimo ha tentato di abbonire il nuovo Mussolini invocando un provvedimento di amnistia e indulto che gli avrebbe consentito di conservare la poltrona di senatore e di risolvere la questione giudiziaria.
E ora? I partiti della "sinistra" borghese, teleguidati da Napolitano, cercheranno di mantenere in vita in qualche modo il governo Letta, raccattando i voti di chi ci sta, senza andare tanto per il sottile, per fare la finanziaria, che taglierà ancor più le gambe ai lavoratori e alle masse popolari, e una legge elettorale a favore dei più grossi partiti borghesi e che taglierà fuori dal parlamento i più piccoli partiti. Tutto per consentire alla classe dominante borghese di mantenere il potere politico e al capitalismo italiano di superare la crisi economica e finanziaria che lo dilania.
Non è certo questa la soluzione che giova alla classe operaia, agli sfruttati, agli oppressi, alle donne, ai giovani e agli studenti. Più che mai c'è bisogno del socialismo e del potere del proletariato. L'unica soluzione, come dimostra la storia, capace di porre fine al capitalismo e alla dittatura della borghesia e di aprire la strada a un nuovo mondo per eliminare lo sfruttamento dell'uomo sull'uomo, la disparità tra la donna e l'uomo, le disuguaglianze territoriali e per creare le condizioni per l'abolizione delle classi.
Su questo il PMLI attira l'attenzione in particolare delle operaie e degli operai, delle ragazze e dei ragazzi. Su questo, e per questo, il PMLI continuerà a battersi, nonostante il vergognoso e meschino black-out stampa e le difficoltà economiche che gli impediscono di sviluppare per intero tutta la sua forza. Convinto che alla fine, dai oggi, dai domani, per tutto il tempo che ci vuole per la maturazione rivoluzionaria, la cultura del socialismo si affermerà di nuovo, e questa volta a un livello più profondo, nel proletariato, nelle masse popolari rivoluzionarie e nelle nuove generazioni proiettate nel futuro.

L'Ufficio stampa del PMLI

Firenze, 30 settembre 2013, ore 8,45